Fam project 1: Sleeping. Performance. Un materasso e degli spilli, un cuscino e una camicia da notte, dei piedi nudi e dei capelli. Una deposizione senza colpa, una deposizione senza corpo. Un abbandono che provoca un movimento inverso, uno stato di sospensione dal mondo che si fa acuminato e si spezza tra le mani.
Fam project 1: Sleeping. Performance
All’interno di una produzione artistica che proviene da tutte le parti del pianeta ed è sempre più globalizzata, una delle sfide delle nuove frontiere della comunicazione si è spostata sugli incroci possibili che innestano immagini, nuove tecnologie, culture etniche, chirurgia estetica, manifesti teorici. Questa nuova dimensione sempre più spesso sceglie la dimensione dal vivo, il contatto corpo a corpo, la performance come linguaggio.
Quello contemporaneo è un universo mediale in cui le tecnologie più avanzate della comunicazione sembrano poter realizzare il sogno di Timoty Leary del “tutti artistiâ€â€¦Tutto può essere duplicato, moltiplicato, elaborato, potenziato, modificato…
In questo contesto di infinite possibilità , alcuni artisti hanno scelto la partita frontale della scena dal vivo, del qui ed ora, della trasformazione degli spettatori in testimoni. Unici testimoni di una realtà che muta molto più velocemente di qualsiasi palinsesto mediale, alcuni artisti hanno scelto la polifonia sensoriale, l’esperienza diretta, la possibilità di far accedere il pubblico nei luoghi misteriosi e imprevedibili dell’accadimento dell’opera nel suo farsi. Un’opera che, nonostante tutte ‘le traduzioni’ in altri supporti, foto, video, film, testi, etc, vive di una relazione con il pubblico di tipo frontale, sentimentale, sensoriale.
Spesso l’arte occidentale contemporanea sembra poter fare a meno del pubblico, dappertutto vi sono esposizioni, e le immagini delle opere, riprodotte, vengono portate in mille modi sotto gli occhi del pubblico, eppure sempre di più il circuito del sistema dell’arte è autoreferenziale. La scena occidentale dell'arte sembra essersi recintata, guardata a vista dalle sue istituzioni, e tenuta ben separata dal contesto della vita, quello in cui le opere nascono e agiscono.
E così le performances creano delle incursioni veloci, un corpo a corpo, un vis a vis. Un gusto dolce delle cose non ancora dette ed ancora da scoprire e che, latenti e misteriose, ci incontrano pronte ad apparire come un flash di luce abbagliante nel caos dei nostri pensieri artistici già assodati.
ANNA LISA RIVA - "Sleeping"
Un fastidio…un disturbo…, un eccesso d’intensità espressiva secondo la logica vertiginosa di chi dà forma alle visioni trasformandole in immagini di sospensione.
Un materasso e degli spilli e un cuscino e una camicia da notte e dei piedi nudi e dei capelli…una deposizione senza colpa…una deposizione senza corpo…una posizione da sonno ‘innaturale’ come in una casa di cura, come in un luogo ostile, come in una pausa dalla disperazione… un abbandono che provoca un movimento inverso… uno stato di sospensione dal mondo che si fa acuminato e si spezza tra le mani.
(E’ gradita la prenotazione)
Performance a cura di Francesca Alfano Miglietti
Inaugurazione: 23 marzo 2005 dalle ore 18,30 alle ore 23.00
Galleria B&D Studio
Via Calvi, 18 - 20129 Milano