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via Pienza 33
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Videodrome
dal 14/4/2005 al 15/4/2005
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Elettro+




 
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14/4/2005

Videodrome

Elettro+, Firenze

Una rassegna di video che ha per tema la relazione sempre piu' complessa tra immagine e realta'. 17 artisti e videomaker da tutta Italia per provare come i linguaggi artistici svolgano una importante analisi della realta' esaminando poeticamente la consistenza delle immagini che ci circondano. Alle ore 21:00 il performer Stelarc mostrera' le sue ricerche artistiche nel campo della robotica integrata al corpo umano. A cura di Matteo Chini


comunicato stampa

Alle ore 19:00 e fino alla chiusura, alle 4 circa, si svolgerà la rassegna Videodrome video realtà immagine curata da Matteo Chini che ha portato 17 artisti e videomaker da tutta Italia per provare come i linguaggi artistici svolgono una importante analisi della realtà esaminando poeticamente la consistenza delle immagini che ci circondano.

0100101110101101.org
Michele Aquila
Maura Banfo
Sarah Ciraci'
Globalgroove
Melania Lanzini
Luca Matti
Bruno Muzzolini
Sandrine Nicoletta
Giovanni Ozzola
Robert Pettena
Salis & Vitangeli
Marinella Senatore
Sophie Usunier
Nico Vascellari
Sislej Xhafa
Zimmerfrei
Stelarc

Alle ore 21 Stelarc – il celebre performer australiano a metà sciamano e a metà ingegnere cibernetico – terrà una conferenza-dimostrazione sulla sua arte robotica legata al corpo – mentre dalla stessa ora e con entrata a prezzo popolare si alterneranno ai piatti della audioroom W.J. Meatball, Seve Rozz e come ospite speciale il suono drum 'n' bass di Ivan Villa. La dancefloor sarà accompagnata dal vjing di Squamo" e Artichoc.

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Videodrome video realtà immagine è una rassegna di video e videoinstallazioni che ha per tema la relazione sempre più complessa tra immagine e realtà. La realtà di ogni giorni è infatti ancora fondata sull'immagine video o come dice Cronemberg in Videodrome "la televisione è la realtà e la realtà è meno della televisione". La soglia tra l'immagine e la realtà di cui essa è un riflesso appare delinearsi in modo confuso e spesso contraddittorio. L'immagine video è spesso immagine di un'altra immagine video di modo che la comunicazione televisiva sembra uccidere la realtà. Un "delitto perfetto" (Baudrillard) sulla cui scena solo l'arte sembra lavorare contro la simulazione creando paradossi e spiazzando lo spettatore. Il lavoro degli artisti appare dunque sempre più necessario per riappropriarci dei segni e delle cose. O almeno per fermarci a riflettere.La mostra – curata da Matteo Chini - è organizzata come un percorso immaginario che dall'ingresso arriva fino all'area espositiva disegnando una sorta di corridoio (videodrome). Lo spazio interno di Expò infatti è ampio e del tutto privo di finestre. Si presenta insomma come un una lunga stanza dove le immagini possono scorrere lateralmente rispetto agli occhi del pubblico. La percezione di molte opere sarà dunque periferica, veloce e sfuggente mentre, ai margini, alcune aree più isolate permettono una visione raccolta di altre opere.I giovani artisti che hanno aderito liberamente all'iniziativa sono tra i più noti e interessanti del panorama artistico del momento e provengono, oltre che da Firenze, da tutta Italia.

Ma 0100101110101101.org (Brescia), Michele Aquila (Firenze), Maura Banfo (Torino) Sarah Ciracì (Milano), Globalgroove (Roma), Melania Lanzini (Firenze), Luca Matti (Firenze), Bruno Muzzolini (Brescia), Sandrine Nicoletta (Bologna), Giovanni Ozzola (Firenze), Robert Pettena (Firenze), Salis & Vitangeli (Urbino), Marinella Senatore (Roma), Sophie Usunier (Milano), Nico Vascellari (Bologna), Sislej Xhafa (New York), Zimmerfrei (Bologna) hanno trovato raramente occasione di esporre territorio fiorentino. Bisogna però fare attenzione alle date. I lavori – tutti inediti a Firenze - saranno visibili soltanto la sera di venerdì 15 aprile dalle ore 19 fino alle 4 di notte.

Stelarc. Nel corso della serata al le ore 21:00 avrà luogo la conferenza-presentazione del celebre performer australiano STELARC che attraverso proiezioni e dimostrazioni pratiche fornirà al pubblico l'opportunità unica e interessantissima di illustrare lo stato del suo lavoro e delle sue ricerche artistiche nel campo della robotica integrata al corpo umano. Stelarc - ben conosciuto nel campo della body art e della cyber art - illustrerà i nuovi scenari creativi e immaginari che la tecnologia e all'arte prospettano per il futuro. L'evento è stato reso possibile dalla collaborazione del Deposito Bulk che accoglierà l’artista australiano a Milano il giorno successivo (uniche date in Italia Firenze/Milano). Gli sarà fornito necessario supporto tecnico – curato da Melania Lanzini e Charles Lo verme – per poter tenere una conferenza in merito al sistema delle stimolazioni muscolari nel corpo umano. Tramite l’uso di macchinari da lui stesso ideati, l'artista/ingegnere Stelarc introdurrà il pubblico nell mondo della creatività biomeccanica a cui ha dedicato gran parte della sua vita". L'artista sarà introdotto da Francesco Galluzzi, docente di Teoria e metodo dei mass media all'Accademia di Palermo e da Elisa Gusella.

Audioroom La serata musicale è all'insegna del sound alternativo (sperimentale o da dancefloor) di Firenze. W.J. Meatball e Seve Rozz sono alcuni degli animatori dell'emittente Novaradio e tra i protagonisti della vita underground cittadina. Concluderà la serata un dj set con un ospite speciale, Ivan Villa, tra i pochi che hanno lanciato nel territorio il suono drum'n'bass. Li accompagneranno le performance visive di due vj d'eccezione come Squamo" e Artichoc (Giuseppe Ridolfi)

Videodrome
"Che dire del mondo di uno schizofrenico? Forse è reale tanto quanto il nostro. Forse non possiamo affermare che noi siamo in contatto con la realtà e lui no. Dovremo piuttosto dire: la sua realtà è talmente differente dalla nostra da non potercela spiegare, così come noi non possiamo spiegargli la nostra. La questione sta quindi nel fatto che se i mondi soggettivi sono sperimentati in modi così differenti, si verifica un blocco nella comunicazione... ed è questo il vero problema" - Philip K. Dick

Lo spazio espositivo di Elettro+ è molto ampio basso lungo e privo di finestre. Si presenta cioè come un corridoio ("dromos" in greco) dove le immagini possono scorrere lateralmente mentre il pubblico si addentra nel locale. La percezione è periferica, veloce e sfuggente. Ma obbligata. Come l'autostrada costellata di manifesti che i due protagonisti di Brasil attraversano in una disperata e impossibile fuga. Il luogo stesso suggerisce il passaggio del confine tra l'immagine e ciò di cui l'immagine "è immagine". Questa parola infatti implica una provenienza, ha origine da una realtà esterna, da un indizio, da un referente. Una realtà però di cui non siamo certi. L'immagine infatti non è sessa stessa realtà. E' "soltanto" un'immagine, diciamo. Una buccia esterna per una "cosa" che potrebbe anche essere … vuota.Il fatto è che il rapporto tra ambiente e esperienza visiva è sovraccarico di stimoli e tutto l'orizzonte del percepibile diventa schermo. Come in Fahrenheit 451 le pareti ci guardano. Lo schermo è dappertutto. Ovviamente dentro i bordi di una pagina stampata, sul telone da proiezione del cinema, sopra il vetro di un apparecchio televisivo o del monitor di un PC. Ma anche altrove. Nella trasparenza del ghiaccio che nasconde un oggetto, nei led di un'insegna commerciale luminosa e ipnotica, nella griglia rovente di una zanzariera elettrica. O nello spazio "disponibile" dei pannelli usati per "proteggere" i negozi di Firenze proprio dal dialogo e dalla comunicazione che li avrebbero invece ricoperti. Inevitabile che anche eXpo sia arredato solo da schermi televisivi e proiezioni luminose. Niente che ne ostacoli l'inganno, la necessità o solo il desiderio di illudere. E il potere. "La televisione è la realtà e la realtà è meno della televisione" dice Cronemberg in Videodrome. La soglia tra l'immagine e ciò di cui l'immagine "è immagine" è oltrepassata in modo definitivo. Anche se rimane sempre un'area di riserva in cui comunicare questa consapevolezza. Trasformeremo dunque lo spazio di E+ in una "chiesa catodica", un luogo in cui troveranno posto le immagini esuli, sequenze, e movimenti la cui finalità è chiaramente extra-televisiva. Irrimediabilmente e orgogliosamente. Una realtà è che non vedremo mai in televisione. Semplicemente perché alla televisione non interessa e non è mai interessato mostrarla. E per quel che riguarda il futuro: "ci sarà sempre più realtà, poiché è prodotta e riprodotta mediante la simulazione, e non è essa stessa che un modello di simulazione" (Jean Baudrillard). Matteo Chini

STELARC - in collaborazione con Deposito Bulk –
L’australiano/cipriota Stelarc - tra i più noti esponenti internazionali della body art – sarà in Italia invitato a Mialno da Deposito Bulk per la tre giorni Le Metamorfosi. Altri orizzonti mutanti (DEPOSITO BULK Via Nicolini, 36 Milano) a cui prenderà parte sabato 16 aprile alle ore 19. "Due delle sue più famose raffigurazioni furono le sospensioni in quota" dice il comunicato di Deposito Bulk "riallacciandosi al misticismo tribale di natura indiana, riuscì a trovare quell’equilibrio fra corpo e mente che gli permise di restare appeso a dei ganci di ferro, infilati in vari punti del corpo, ad una gru da cantiere. Oggi Stelarc ha abbandonato quel misticismo legato ad arcaici richiami quali la danza del Sole o il fachirismo e si dedica alla costruzione di veri e propri studi di cibernetica cheporta avanti già da dagli anni Settanta. E’ fermamente convinto che la strada dell’ibridazione uomo macchina sia di estrema utilità per il genere umano. Appassionato discepolo di Mc Luhan, riconosce il divenire ed il trasformarsi della società attraverso i media e l’informatica, laddove il corpo e le sue funzioni sono accelerate con l’ausilio di biotecnologie e della scienza in generale. Oltre a modificare il proprio corpo con aggiunte cibernetiche, Stelarc ne ha trasportato le fattezze sul computer creando l’Avatar, una riproduzione tridimensionale del corpo con sensori che ne registrano i movimenti. Stelarc è anche autore del Movatar, dove il processo è inverso: una struttura in 3D permette di manipolare il corpo umano; si possono registrare sensazioni tattili e farle riprovare a distanza di tempo tramite elettrodi collegati alla muscolatura". Elettro+ ha in programma una diretta dalla tre giorni milanese. Per contatti/info/domande: http://www.ecn.org/bulk

0100101110101101.org (abbreviato:01.org) è il nome un nome di un sito e di un gruippo che ha base a Brescia. La loro ultima opera – a cui si riferisce il video in mostra NikeGround «A huge outrage!» 6' 2003-04 - è una performance d’ "allucinazione collettiva" che si chiama Nikeground (http://www.nikeground.com): riflettendo sull’invasività simbolica delle multinazionali nelle nostre vite, hanno installato nel centro di Karlplatz, storica piazza viennese, un ipertecnologico container di due piani chiamato Nike Infobox. Cartelli segnalano che quella piazza, luogo di memorie civiche collettive, si sarebbe, in linea con altre storiche piazze europee, presto chiamata Nikeplatz, ovvero una piazza dedicata alla Nike, una delle multinazionali più mediaticamente invasive al mondo. All’interno dell’Infobox, agghindato a dovere, sta un modellino in 3D del simbolo delle Nike, che - informa il personale - diverrà scultura di metri 36x18 posta al centro della piazza. Questa performance urbana, che ancora continua, ha creato in Austria accesi dibattiti, oltre che una denuncia dalla Nike, alla quale forse questi artisti hanno bloccato segreti piani futuri. La legge sembra però dare ragione a 01.org: come impedire ad artisti manipolare simboli della vita di tutti i giorni?

Michele Aquila (1975) studia Architettura a Firenze. Pensa che il video sia un mezzo per esplorare le tensioni contenute negli spazi e contemporaneamente restituire esperienze sensoriali amplificate dei luoghi stessi. A quattordici anni invece di uno scooter si è fatto comprare una videocamera SONY CCDF555E; filmava e montava con un videoregistratore SONY SLV353 e un walkman AIWA HS-PX310. Dopo il Commodore 64 e il DOS è approdato alla Apple e ha capito che il digitale faceva per lui. http://www.driftingmedia.org
Presenta il video storefronts 2004 girato durante il social forum di Firenze.

Maura Banfo Round Trip . "Oggetti in sé anestetici e indifferenti, o il cui significato è divenuto frusto e logoro, appaiono rivitalizzati da questa vera e propria opera di decontestualizzazione. I grandi cibachrome che ritraggono particolari floreali e bicchieri da cocktail accostati in modo spiazzante ma sofisticato, restituiscono infatti una nuova identità a quelle stesse cose che sembrano dissolversi per la troppa vicinanza. Ed invece di perdersi in una indistinta macchia di colore, sembrano invece parlare di se stesse con un linguaggio nuovo e commuovente. Il grigio del tavolo ed il rosso delle rose si incontrano e si riverberano nella trasparenza del vetro in una immagine che coniuga durezza e morbidezza, trasparenza e opacità. Un dialogo serrato ma senza conflitti, che anima gli statici riflessi del vetro e nello stesso tempo esalta la carnosità conturbante delle rose. L'inquadratura irregolare ed eccentrica contribuisce a isolare gli oggetti in modo imprevisto e quasi paradossale. Ma, lo ripetiamo, il risultato finale è una composizione quasi pittorica che fonda la sua coerenza estetica su una sempre viva idea di bellezza". (Matteo Chini)

Sarah Ciracì Nata nel 1972 a Grottaglie (TA); vive e lavora a Milano. Il lavoro di Sarah Ciracì è caratterizzato da un uso naturale e non sofisticato della tecnologia che le permette di decomporre, manipolare, mischiare e rielaborare immagini che, attinte dai contesti più diversi, aprono infinite possibilità di trasformazione e sintesi. La tecnica diventa così uno strumento per creare mondi paralleli e raccontare metaforicamente la realtà. Attraverso fotografie digitalmente manipolate, light-boxes, video e installazioni, Sarah Ciracì crea paesaggi estremi, ambienti ostili alla vita umana e impossibili da abitare e con vivo interesse per l’influenza che il paesaggio mediatico ha sulla nostra percezione e conoscenza del mondo si concentra sui misteri e l’ambiguità dell’informazione contemporanea. In Tanto rumore per niente (1996-2001) uno schermo di quieta luce azzurrina, mediterranea, s’accende all’improvviso ogni tanto di immagini di esplosioni, sorprendendo col suo fragore l’ignaro visitatore o passante

Globalgroove nasce alla fine degli anni novanta a Roma da un’idea di Michele Andreoni e Fabio Toffolo. Inizialmente l’interesse si rivolge al web, con il sito http://www.globalgroove.it. In seguito il progetto ha ampliato il suo raggio d’azione con lavori a stampa, installazioni, progetti editoriali, fotografia, collages, animazioni in Flash. Adrenocromo (2000-2005) è una sequenza di frammenti testuali e foto-accostamenti montata con Microsoft PowerPoint pensata sia per la visualizzazione a monitor che per essere proiettata su parete. Ha una durata complessiva di 7minuti.Ad una serie di fermo-immagini campionati da web-cam gay sono stati accostati o alternati scatti fotografici di "interni" (case, uffici, centri commerciali) ed "esterni" (strade, palazzi, paesaggi urbani). Alle immagini, tagliate in formato panoramico, si alternano frammenti testuali di varia provenienza.

Melania Lanzini (Firenze 1970) presenta la sua ultima opera The blue bus 2005. E' una video artista e performer .Dal 1996 usa il video e la performance per esplorare gli archetipi che suscitano le più recondite paure e desideri umani. Da qui opere che sviscerano il significato della morte, dell’identità e dell’alterità, della bellezza inorganica. Ne nascono perciò video installazioni e performance dove il corpo è il centro dell’attrazione, corpo come supporto dell’opera, corpo sul quale si tracciano i percorsi emotivi, tangibili ed estremi di uno stato psicologico, corpo come mappa e terreno sul quale si cuciono le esperienze. I suoi video, video installazioni e performance conducono lo spettatore in un contesto in cui l’immagine e il suono creano un tutt’ uno inscindibile e dove le tecnologie costruiscono un mondo parallelo dove tutto è sospeso.

Luca Matti ok computer 2'32'' dvd. Nato a Grassina (FI) nel 1964, vive e lavora a Firenze. Nel lavoro di Luca Matti non ci sono confini precisi tra disegno, schizzo, bozzetto, quadro compiuto o appunto per un’animazione, perché i diversi piani si compenetrano, si confondono, entrano l’uno nell’altro creando un unico, immenso canovaccio visivo che è, appunto, “l’universo di Luca Matti”, un universo fatto di mille omini schizoidi e angosciati, di minuscole teste su cui germogliano grattacieli, palazzi, interi quartieri, di piccoli oggetti casalinghi sparsi qua e là ­ tostapane, frullatori, cucine economiche e seggiole tristi e solitarie che si guardano a vicenda come tanti elementi sparsi di un mondo fatto di solitudini destinate, in buona sostanza, a non incontrarsi mai. Quella di Luca Matti è una sfida al progresso, è un voler ricostruire il mondo senza l’aiuto di nessuna tecnologia, né di nessun materiale sintetico: solo la materia opaca, ruvida e pesante della gomma nera dei copertoni usati, e quella grezza dello schizzo e del disegno[…]Alessandro Riva

Bruno Muzzolini Bruno Muzzolini Frost 5 3'2004. Nato a Brescia 1964. Vive e lavora a Brescia. Bruno Muzzolini. per questa occasione presenta il video “ Frost 5 “ del 2004. “ Il video si inserisce all’interno di una complessa ricerca che l’artista sta affrontando sulle problematiche, tutte contemporanee, dell’immagine utilizzata dai media più disparati come veicolo di messaggi non sempre denotati da una chiara leggibilità, come a voler ribadire a tutti noi la necessità di una vigilanza attenta e continuativa nei confronti di tutto ciò che si cela dietro la più apparentemente innocua delle raffigurazioni mediatiche. Il video è una sorta di conto alla rovescia verso “ l’inevitabile “ , lo scongelamento, lento ed inesorabile scandito da un gocciolio martellante, di una trappola carica, un’enorme tagliola per orsi imprigionata a sua volta nel ghiaccio. E lo sguardo dello spettatore diventa, per un sottile slittamento di significato, la preda, in attesa del temuto “ scatto “ finale, oserei affermare sia della trappola sia del nostro sistema nervoso. “
Alessandro Trabucco

Sandrine Nicoletta 13 maggio 2004 40$77 a barile dvd 2004. Nata ad Aosta nel 1970 Nicoletta presenta un lavoro concentrato sulla consapevole riconquista delle sensazioni e sulla costante ricerca di equilibrio tra il mondo esterno e quello intimo e privato delle percezioni. Soglia, l’azione performativa pensata per lo spazio del cortile d’Ercole, si svolge all’imbrunire interrompendo l’atmosfera festosa e introducendo a una dimensione più contemplativa, costringendo il pubblico ad alzare lo sguardo per godere di sotto in sule forme architettoniche del Palazzo. La performance sarà sonorizzata dal musicista Giorgio Lavagna.

Giovanni Ozzola Giovanni Ozzola Just one kiss 87''. Nato a Firenze 1982, vive e lavora nella sua città. Si avvicina all’età di sedici anni alla fotografia pubblicitaria e di moda. Nel 1999 realizza i primi lavori fotografici che combina soprattutto in forma di dittici e trittici e dal 2001 lavora con il video, inserendolo in un contesto spaziale inteso come parte integrante dello stesso atto creativo. Giovanni Ozzola è un giovanissimo artista fiorentino che privilegia l’uso di due medium: la fotografia e la videoinstallazione, sviluppate in lavori seriali o autonomi secondo modalità personali di ricerca introspettiva. L’immagine fotografica in mostra, Camera verde realizzata nel 2003, riproduce il dettaglio di una camera da letto, legata a ricordi di luoghi familiari e fortemente illuminata dalla luce diurna proveniente da una finestra. Il taglio particolare dell’inquadratura e la costruzione emotiva dell’immagine sono date dal valore atmosferico della luce, elemento unificante di molte opere di Ozzola, delle quali definisce la qualità delle cose e della visione. A tal proposito, Pier Luigi Tazzi afferma: "Il variare dell’atmosfera, così come il variare delle luci, diventano momenti di un’avventura sospesa sui ritmi larghi di un’esistenza dove tutto si apre al possibile. [... ] la luce filtra rada in un interno annunciando la propria potenza fuori e dispiegando la propria quiete dentro. Il mondo di Ozzola si fonda dunque su questo rapporto continuo fra un dentro - un interno, ma anche l’Io di chi guarda, l’artista stesso in primis -e un fuori- la res extensa che si espande, immensa, misteriosa, e carica di promesse, oltre le barriere dell’Io".

Robert Pettena Wind farm game . Nato a Pembury in Gran Bretagna nel 1970, l'artista vive e lavora a Firenze. Nei suoi lavori sonda sistemi dati, per capovolgerne le coordinate o semplicemente per esasperarne le regole e minarle così nelle loro fondamenta. Che si tratti di luoghi pubblici o privati, di istituzioni o tradizioni, di singoli o di aggregazioni di persone, nei loro confronti diventa un regista che assegna loro ruoli nuovi. Il mutamento di una funzione non implica uno stravolgimento del sistema, ma anzi può condurre ad una migliore comprensione dello stesso o per lo meno apporre approcci inediti. Infatti, l’interesse dell’artista è proprio quello di scavare per giungere oltre un’inevitabile apparenza. Nascono così esibizioni rock di un gruppo di giovani donne all’interno di un negozio d’antiquariato di Firenze oppure un parco giochi ricostruito in una galleria californiana per farvi lavorare da mattina a sera dei broker professionisti. Recentemente un suonatore di cornamusa da lui invitato ha percorso in lungo e in largo lo spazio del Meccanotessile di Firenze. Video e foto realizzati da Pettena non sono mera registrazione dei lavori, ma fanno parte integrante delle opere, in quanto si relazionano agli accadimenti e rielaborano momenti e dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti.

Salis & Vitangeli Morning star 1 2'28'' 2004. "Sono come corpi celesti, le falene della notte, che ci sono, nel buio, ma che solo il passaggio alla luce consegna allo sguardo, illuminandone lo sfarfallio. MORNING STAR 1 è consacrato alla luce: una luce che non illumina, incendia, non perpetua, consuma, dispiegando un’ estetica mediterranea fatta di orrori e bellezza.Quasi non vorremmo guardarlo questo fuoco che danzando consuma e restituisce al buio le falene della notte, cantando lo strano inganno del venusiano equivoco di un pianeta cui si da il nome di una stella .E strani sono i tempi, in cui anche i pianeti bruciano, non più semplici corpi celesti riflettenti la luce del sole, sempre corpi, ma incandescenti, per caso o forse per destino. Con un'unica speranza: esserci ancora quando la notte finisce, testarde stelle del mattino". Il lavoro pittorico che vanno svolgendo in coppia da qualche anno, è caratterizzato da una raffinata rielaborazione dell’immaginario scientifico. Attraverso la rete Web reperiscono gli spunti iconografici da cui prende avvio la loro operazione creativa. Progettano un’ibridazione linguistica, che si cristallizza in una metamorfosi formale. Infatti, la modificazione di secondo grado e conclusiva, cui è sottoposta l’immagine, passa attraverso la sua traduzione pittorica, con l’ingrandimento su tela dell’embrione figurativo e il successivo intervento ad olio. Le ultime opere raffigurano la fusione di immagini planisferiche con la sagoma di palloni aerostatici, normalmente impiegati per l’osservazione satellitare. Vivono e lavorano a Polverigi (AN).

Marinella Senatore TIME IS RUNNING OUT "forse dovrei esporre la lista dei film che ho visto da piccina o una giornata tipo della scuola di cinema che ho fatto, per documentare/presentare come sono arrivata a usare, ma soprattutto trovare, il linguaggio di cui mi servo… Videodrome si colloca proprio nel momento di messa in discussione di tutto, un momento molto importante per andare avanti ...e forse non è un caso". Se il cinema per Deleuze è "immagine-movimento", le opere di Marinella Senatore si articolano invece come immagini-luce in cui l'attenzione maniacale per il mezzo cinematografico assume un valore straniante. Nel video I'll never die la cronaca di avvenimenti inspiegabili implode in una inattesa affermazione esistenziale. In I take you back to the star invece l'ambigua verosimiglianza del racconto è decostruita dal montaggio e riportata al potere suggestivo degli ambienti. La coesistenza di cinema, installazione, pittura e fotografia si fonde perciò in un ambiente unitario, un flusso in cui sogno e ricordo condividono una loro ragione segreta. (Matteo Chini)

Sophie Usunier In Court Circuit, Neonprojectbox, Milano,2003 l'insegna luminosa della farmacia, concentrata su se stessa, e decontestualizzata, ci lasciamo ipnotizzare atttraverso i suoi effetti di parata, attira ….e poi diventa più che un’ insegna, inizia a giocare con i rumore di fondi, quelli della strada, della città. L’insegna luminosa della farmacia assomiglia sempre di più a un gioco elettronico, a un circuito di video gioco, dove tutto è concentrato su questa croce come in uno circuito chiuso… L'artista è attratta, e come ipnotizzata, dai meccanismi che sorreggono e definiscono il volto noto del mondo. Lei lavora sulla stabilità dei concetti che regolano i rapporti e l'identità delle cose, fornendogli poi una riqualificazione attraverso uno sguardo innocente che vuole scavalcare le convenzioni per giungere ad una nuova forma, che sia come una nuova origine.I suoi riferimenti al "mondo delle favole" o agli "archetipi", non è un percorso di regressione bensì un canale per un nuovo inizio. Le sue opere sono sempre come dei nuovi “esseri” coscienti, non assoluti ma con una forma sempre in divenire e da sperimentare (Lornzo Bruni).

Nico Vascellari Untitled Song 2005. E' nato a Vittorio Veneto (TV) nel 1976 vive e lavora tra Bologna e Rotterdam.Interrompe i suoi studi universitari presso il DAMS di Bologna per dedicarsi al suo gruppo musicale With Love con il quale ha realizzato diversi album e tour. Negli stessi anni, durante la sua residenza presso Fabrica, comincia ad evolvere l’impatto visivo e fisico dei suoi concerti attraverso una corporeita’ performativa che oggi si esprime nell’ambito dell’arte contemporanea attraverso video, installazione, suono e scultura in mostre personali e collettive in spazi pubblici e musei all’estero e in Italia.

Sislej Xhafa Skinheads swimming 2002. E' nato a Peje, in Kosovo nel 1970. Pur vivendo in Italia prima e a New York ora, in ogni lavoro denuncia con orgoglio la sua appartenenza ad una cultura albanese a cui si sente intimamente legato. I suoi lavori, spesso rievocazione del suo paese d’origine, diventano per lui quasi la rievocazione di una condizione ‘altra’ e autentica rispetto al sistema occidentale irrimediabilmente inserito in una complessa dimensione tecnologica. I temi dei diritti umani, della clandestinità, della migrazione, del viaggio, estremamente personali ma anche così universali, vengono trattati da Xhafa con intelligenza e ironia anche attraverso l’uso di performances provocatorie e paradossali che vedono il coinvolgimento di altre persone.

ZimmerFrei è il nome collettivo di un gruppo di artisti: Anna de Manincor (regista video, nata a Trento il 18/08/72), Anna Rispoli (regista teatrale e performer, nata a Bassano del Grappa il 20/08/74) e Massimo Carozzi (sound designer, nato a Massa il 4/08/67). 2004, Enzimi 04, Cappa Mazzoniana; Empowerment, a cura di Marco Scotini, Villa Croce, Genova; 2003 50a edizione della Biennale d’Arte di Venezia nella sezione “La Zona”, Collaudi, Galleria d’Arte Moderna di Bologna-Villa delle Rose; 2002 Parole Parole Parole, Galleria Civica di Trento. 2001 Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Sarajevo. In Sodium Penthatol (4 min – video, 2005) un unico camera-car percorre un’intera città. Dedicato a una visione rivelatrice di Phili K. Dick: “I claim to remember a different a very different present life”.

ELETTRO+ è un nuovo spazio cittadino situato nel quartiere dell'Isolotto vicino all'imbocco della superstrada FI-PI-LI. Lo spazio è composto da un gruppo di capannoni industriali che occupano circa 7000 metri quadrati in un'area residenziale caratterizzata da giardini, ville e piccoli condomini. L'amministrazione comunale lo ha concesso "in comodato" nel 2003 affidandolo ad un network di gruppi e di persone allo scopo di promuovere fermenti e invenzioni multimediali, produzioni artistiche, percorsi creativi e eventi sociali. I suoi animatori lo definiscono una "esperienza formata da una costellazione progetti autonomi e diversificati" e il sito ne riflette adeguatamente l'attività multiforme. Elettropiù offre la possibilità di dialogare con un pubblico interessato all'espressione contemporanea e a linguaggi sperimentali e alternativi. Le sei "macroaree" in cui si suddivide – digitale corpo materia musica performativa e visiva – trovano spazio in varie attività e luoghi: un laboratorio di pittura e scultura, una sartoria teatrale, un collettivo di hackeraggio, un capannone di free climbing, corsi di kendo e kapoera, bistrò, palestra e cucina, un auditorium, un cinema, un teatro e molto altro. Tutte le strutture sono ampie attrezzate e funzionali. Al loro interno - al piano superiore di un capannone di circa 100 metri quadrati - vi è anche un grande spazio espositivo "Expò" . Durante questi mesi Elettro+ ha ospitato molte installazioni e lavori del gruppo Ogino:knauss e Svarnet, gruppi teatrali residenti (Gogmag, Anonimascena) dj set di musica elettronica (OTK, ecc..) e concerti di grande interesse (dai Sabot ai Telefon Tel Aviv).

Un cd rom - prodotto da Fernando del Regno e che sarà presentato in seguito - documenterà l'evento e si proporrà come strumento agevole e funzionale per la diffusione dei linguaggi contemporanei.

progetto/matteo chini organizzazione/pietro paolini allestimento/serena fanara realizzazione tecnica/ambra arcangeli - simona ciccarelli comunication management/edoardo malagigi grafica/fernando del regno tecnologie/stefano fomasi

Eventi
Videodrome h 19 expo e teatro
Stelarc h 21 auditorium
Audioroom h 22 auditorium

Elettro+ - via Pienza 33 - Firenze
ingresso dopo le 21 - 3 euro

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Errata corpora
dal 10/6/2005 al 11/6/2005

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