Riflessioni - Reflections. La mostra, si propone la realizzazione di una retrospettiva di un maestro della Pop Art recentemente scomparso attraverso il tema dell'immagine riflessa, tema che ha sempre affascinato Roy Lichtenstein durante tutta la sua carriera artistica.
Riflessioni - Reflections.
"Voglio che i miei quadri sembrino programmati. Voglio nascondere il segno della mia mano."
Roy Lichtenstein
La mostra, si propone la realizzazione di una retrospettiva di un maestro della Pop Art recentemente scomparso attraverso il tema dell'immagine riflessa, tema che ha sempre affascinato Roy Lichtenstein durante tutta la sua carriera artistica.
Appassionato studioso di arte, Lichtenstein sicuramente conosceva due capèolavori dell'arte antica, I coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, 1434, e La Meninas di Diego Velasquez, del 1656. Nell'opera di Velasquez, le immagini del Re e della Regina di Spagna sono riflesse nello specchio: sebbene siano una parte integrante del dipinto, essi sono, in realtà spettatori, come noi.
Anche nell'opera di Lichtenstein i concetti e le sensazioni che le immagini riflesse producono risultano enigmatiche e inquietanti, sebbene sottese all'ironia e al cromatismo.
Negli anni sessanta Lichtenstein iniziò ad esplorare la definizione dello specchio e dei suoi riflessi: nel 1961, in lavori come Bathroom, l'artista ha usato il tema dello specchio come una metafora per le sue riflessioni sull'arte e l'identità dell'arte.
Durante gli anni sessanta fu dapprima impegnato nel catturare l'effimero dell'immagine, o nel sovvertire la sua reale natura usando materiali come smalto e la carta Rowlux. Durante gli anni settanta - come fa lo specchio - egli passò da un immagine già esistente ad una forma astratta, e così facendo, forzò lo spettatore a ricreare nella propria mente la rappresentazione di uno specchio grazie ad una serie di colori astratti e forme. Negli anni ottanta le riflessioni erano già il frutto di un artista maturo che si confrontava col suo stesso passato.
Nella serie di Interiors degli anni novanta, Lichtenstein riesaminò alcune delle sue problematiche originali. Usò immagini dai media, come un bagno, un letto, un salotto, che ancora tipizzano lanostra cultura di consumatori, e li paragonò e mise in contrasto con la realtà dell'arte che egli dipinse sulle pareti del salotto: due differenti livelli dell'illusione.
In alcuni dei dipinti, senza dipingere uno specchio, egli ne creò l'impressione dei riflessi. In altri, egli alterò la prospettiva dei pavimenti per ricordarci la finzione del pavimento stesso e per suggerire che ogni cosa è finzione, inclusa la stessa realtà . Egli comunicò la nozione che tutto nell'arte e nella vita non è altro che una serie di riflessioni e illusioni.
L'immagine dello specchio rappresenta Lichtenstein al massimo della sua complessità : può naturalmente essere considerata come un autoritratto dell'artista, della sua vita e della sua arte.
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