Una trentina di opere sono esposte nelle Scuderie della Villa settecentesca. La poetica di Carroll si fonda su un uso della tela e della pittura che fa parte della lunga storia del monocromo: nei suoi quadri tridimensionali, che spesso hanno parti aggettanti o sportelli, la purezza del bianco viene sempre sporcata e mostrata come se fosse stata vissuta; spesso l'artista inserisce oggetti usati e riciclati.
L'esposizione è curata da Giuseppe Panza di Biumo, con la collaborazione di Angela Vettese.
Il FAI – Fondo per l'Ambiente Italiano promuove a Villa Panza dal 7 maggio al 28 agosto la mostra "Lawrence Carroll. Pitture attorno al bianco": una retrospettiva sugli ultimi quindici anni di attività di Lawrence Carroll, artista cinquantenne, australiano di nascita, americano di residenza, italiano di adozione.
Una trentina di opere, appartenenti alla collezione privata di Giuseppe Panza di Biumo, saranno esposte nelle grandiose Scuderie della Villa settecentesca e offriranno al pubblico una doppia opportunità di lettura: conoscere e approfondire l'opera dell'artista e, al tempo stesso, affrontare più ampiamente il tema di una delle recenti tendenze dell'arte contemporanea.
Lawrence Carroll si propone, infatti, come uno dei maggiori interpreti attuali del monocromo, tema che ha accompagnato tutto lo sviluppo del Novecento artistico. La mostra che il FAI dedica all'artista è la prima rassegna importante a livello nazionale, un omaggio anche alla sua decisione di trascorrere parte del suo tempo, ogni anno, nel nostro paese.
La poetica di Carroll si fonda su un uso della tela e della pittura che fa parte della lunga storia del monocromo: nei suoi quadri tridimensionali, che spesso hanno parti aggettanti o addirittura sportelli, la purezza del bianco viene sempre sporcata e mostrata come se fosse stata vissuta. Spesso l'artista inserisce oggetti usati e riciclati. A volte una grande tela viene ripiegata e posata all'interno di un vano nella tela maggiore, come per dare al quadro una seconda e più nascosta lettura.
Carroll dispiega nelle sue opere, in apparenza così semplici, una vasta capacità manuale: i teli di cui si serve risultano cuciti e aggiustati come accadeva una volta, con le vecchie lenzuola che accompagnavano un'esistenza intera; coperti di pigmento in strati densi, questi teli ricordano anche l'intonaco e le forme dell'abitare, soprattutto nel caso di interni che contengano stratificazioni di memoria. I quadri assumono dunque una estrema raffinatezza formale, contemperando una riflessione esistenziale con la ricerca specifica sul linguaggio della pittura ai giorni nostri.
Il bisogno di verità e di purezza si scontra sempre, nell'operato di Carroll, con la coscienza del nostro stato transitorio, segnato dal tempo, dal nostro stesso invecchiare insieme alle cose che ci circondano.
Le sue ultime opere, create a Venezia e influenzate dalla speciale atmosfera della città , accolgono spesso colori come il giallo, l'ocra, il rosato; tali spostamenti dal bianco vanno assunti come riflessioni sui diversi caratteri che assume la luce bianca. Per lo stesso motivo, l'ultima produzione mostra spesso caratteri più fortemente tridimensionali che in passato, sempre portando in sé la dialettica tra uno stato di solidità e uno di precarietà .
Più in generale, proprio attraverso il tema della luce, la riflessione di Carroll accoglie la drammaticità dell'esistenza umana vista nel grande lusso così come nei ghetti e nelle periferie popolate di emarginati. Poetica del riutilizzo di materiali, dunque. Raccogliere materiali già utilizzati e abbandonati significa farli rinascere, dar loro nuova vita, sottraendoli alla corruzione della materia. Un oggetto, sottratto al proprio mondo e re-interpretato dall'artista, si fa simbolo di riscatto e di rinascita.
In concomitanza con la mostra il FAI, in collaborazione con Grandi Stazioni, propone "Variazioni su di un colore solo. Incontri sulla pittura monocroma": un ciclo di incontri dedicati alla pittura monocroma, che si terranno a Milano presso la Sala Reale della Stazione Centrale nei giorni 11-18-25-31 maggio e 8 giugno alle ore 18.00 con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Alcuni incontri saranno replicati a Villa Panza il 19 e 26 maggio e il 9 giugno alle ore 18.00.
Gli incontri sono realizzati in collaborazione con Grandi Stazioni
Cenni biografici dell'artista
Lawrence Carroll (1954), artista nato in Australia ma californiano d'adozione, ama definirsi pittore anche se le sue opere sconfinano nella scultura. Esse, anche quelle di grande dimensione - e alcune sono veramente grandi - rispecchiano sempre l'umanità dell'artista e non sono mai intimidatorie. In parte questo è dovuto al suo modo di lavorare e al suo atteggiamento verso i materiali, che sono quasi sempre già adoperati per qualche altro fine e le tracce di quest'impiego rimangono visibili: mantengono la memoria della propria storia. Poi il lento agire manuale dell'artista li trasforma in opere altamente personali, senza perdere nulla però della loro vita precedente. La pittura, sommessa ma calda, rispetta la colorazione originale ed enfatizza le forme, tuttavia rimane sempre immediatamente riconoscibile come quella di Carroll. La nuova pelle di cera permette alle precedenti vicissitudini del legno e della tela di trasparire, ma il trattamento è sempre molto umano e controllato.
La mostra è realizzata grazie al contributo di Nescafé.
Il FAI ringrazia Provincia di Varese e Regione Lombardia – Turismo per il patrocinio concesso.
Orario della mostra: 10 –18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Ultimo ingresso ore 17.30.
Entrata alla mostra: € 6,00
Per informazioni sulla mostra e sugli incontri a Villa Panza: Tel. 0332/283960.
Servizi per il pubblico a Villa Panza:
Book-shop
Visite guidate (su prenotazione)
Parcheggio interno e nei pressi della Villa
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Ufficio Stampa FAI:
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