Per la prima volta in Italia il lavoro di tre giovani artisti di formazione nord europea Pablo Alonso, Annee Olofsson e Gregor Zivic, rispettivamente a Berlino, Stoccolma e Vienna. Benché la fotografia risulti essere il comune punto di partenza, appare chiaro che lo sviluppo dei percorsi affrontati porti a tre diverse soluzioni.
Per la prima volta in Italia il lavoro di tre giovani artisti di formazione nord europea Pablo Alonso, Annee Olofsson e Gregor Zivic, rispettivamente a Berlino, Stoccolma e Vienna. Benché la fotografia risulti essere il comune punto di partenza, appare chiaro che lo sviluppo dei percorsi affrontati porti a tre diverse soluzioni.
La nuova serie di fotografie "God Bless the Absentees" di Anneè Olofsson, che
verranno poi proposte anche nello spazio espositivo del negozio cult Parigino
"Colette", sono ritratti di vita quotidiana, scene cristallizzate di quello che
potrebbe accadere in casa di una comune famiglia. I componenti trascorrono il
tempo guardando la televisione, sbrigando le classiche faccende domestiche e
indossando abiti realizzati con la stessa stoffa degli elementi su cui poggiano.
Non guardano mai direttamente l'obbiettivo e non hanno alcun contatto gli uni
con gli altri. Sembrano imprigionati nella loro stessa dimensione domestica.
Tramite l'utilizzo della luce e degli spotlight , l'artista riesce ad ottenere
un effetto molto teatrale.
Lo stesso risultato, forse ancora più marcatamente scenografico, è quello
raggiunto invece da Gregor Zivic. L'artista austriaco ha da poco concluso una
personale al Kunstverein di Salisburgo ed è tuttora partecipe alla mostra in
corso "Lebt und arbeitet in Wien" al Kunsthalle di Vienna.
Il termine "STILL", ci induce a pensare ad un fermo immagine ovvero all'arresto
momentaneo di un'azione che dovrebbe seguire una dinamica. Nel suo caso, il
movimento del performer fissato su pellicola è uno stato, di qualità quasi
scultorea. Gregor Zivic rappresenta fotografie che mostrano sé stesso come unico
attore circondato da ambientazioni particolareggiate, create apposta per
l'occasione. Al contrario delle istantanee, che catturano l'azione
estrapolandola da una sequenza, le sue fotografie trasformano quel momento in
inamovibile fermo immagine.
L'autore attore, è altresì pittore. Gli interni che costituiscono i set delle
sue fotografie puntano un riflettore anche sui suoi quadri. Questi, sono un
tutt'uno con l'architettura e ricoprono una carica determinante per l'effetto
d'insieme tanto quanto i colori, la luce e le forme.
Le immagini di Pablo Alonso, esposte con successo in una mostra nella galleria
Voges + Deisen di Francoforte, sono ricavate da un processo che, ridipingendo lo
scatto fotografico, partendo dalle polaroid, giunge alla realizzazione di
quadri. La finzione è completamente riuscita: nessuna differenza, la tecnica
pittorica e lo scatto dell'otturatore sono un unico gesto. Si tratti di primi e
mutevoli piani, di figure sfuggenti o di paesaggi descritti, la macchina
fotografica, come la mano del pittore, è solo uno strumento. La disputa che
ciclicamente si delinea tra pittura e fotografia non ha trovato neppure ora la
soluzione definitiva: ci offre però una via d'uscita o meglio la possibilità di
percorrerla. Quella di non essere noi a dare la giusta spiegazione, di lasciare
all'artista la capacità del sogno e a noi la libertà di provare ancora stupore.
Inaugurazione Martedì 14 Novembre 2000 dalle ore 18.30
orari: dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30 Lunedì e festivi su appuntamento.