Rikishi. L'artista ha girato il mondo ritraendo 'gruppi sociali'. Spersonalizzati, legati a un ruolo, a una funzione e all'appartenenza a una categoria, i suoi personaggi perdono la propria identita' per divenire stereotipi del proprio contesto sociale.
Rikishi. Nell'ambito della IV edizione del Festival Internazionale della Fotografia di Roma
Charles Fréger ha girato il mondo ritraendo “gruppi sociali†-sportivi, scolari, militari- ritratti spersonalizzati, etichettati ed etichettabili da un ruolo, da una funzione e dall’appartenenza ad una categoria.
I personaggi di Frèger perdono la propria identità soggettiva per divenire davanti ai suoi occhi icone simboliche, stereotipi del proprio contesto sociale, specchio della realtà contemporanea.
Il suo interesse non si sofferma sul ritratto psicologico, bensì sulla “pelle sociale†sulla superficie esteriore che trasforma la persona in personaggio e il soggetto in oggetto. I ritratti di Frèger divengono specchio più ampio della realtà che il ruolo simbolico di un’uniforme, di un’abbigliamento o di una funzione attribuisce ai suoi manichini viventi.
Per “scoprire†ed interagire con i personaggi oggetto di questa indagine iconologica e antropologica Frèger svolge continua ricerca sul campo, abitando i contesti delle attività svolte dai gruppi ritratti.
Il periodo privilegiato è spesso quello dell’età adolescenziale in cui le protettive barriere del gruppo meglio celano la personalità ancora irrisolta del singolo individuo.
In Giappone, Fréger ha indagato attraverso la fotografia gruppi rappresentativi del contesto sociale nipponico, realizzando la serie dei LOTTATORI DI SUMO.
Il Sumo è lo sport nazionale del Giappone, parte integrante del tessuto culturale di questo paese. E’ uno sport antichissimo ma non solo; prima di divenire uno sport questa lotta era praticata come forma di profezia e come rito di invocazione della benevolenza degli dei. Una disciplina dunque, uno spicchio importante della società giapponese che molto dice e molto avrebbe da raccontare delle radici culturalidi qeusto paese, espresse attraverso ritualità e cerimonie particolari (dal rito di iniziazione, all’acconciatura dei capelli, al cibo tipico dei lottatori). Concentrazione, equilibrio e saldezza interiore creano i veri campioni. I Rikischi, i lottatori, acquistano col passare del tempo una figura di enormi proporzioni, arrivando, attraverso l’allenamento e il cibo particolare a pesare fino ai 150-200 Kg. Il loro aspetto sgraziato ai nostri occhi rende la loro immagine particolarmente estranea al senso estetico occidentale, i cui schemi alimentano iperbolicamente le inibitorie barriere culturali verso realtà diverse. L’apparente dissonanza estetica e formale ed etica e culturale sottende una riflessione di fondo sulla chiave di conoscenza/convivenza e di comprensione di culture diverse.
A cura di Ilaria Marotta
In collaborazione con FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma
Inaugurazione 28 aprile, ore 19,00
MOVING GALLERY c/o SPAZI MULTIPLI
Via Amerigo Vespucci, 26 - Roma