Il nudo a Roma da Sartorio a Pirandello. La mostra si propone di offrire attraverso una ventina di opere, tra dipinti e sculture, una sintesi del diverso modo di percepire e raffigurare il nudo a Roma nella prima meta' del Novecento, ossia dai tempi della Belle Epoque agli anni del Neorealismo. L'esposizione riunisce alcuni importanti pezzi storici.
Il nudo a Roma da Sartorio a Pirandello
A. Biagini, F. Carena, A. Cataldi, A. Dazzi, A. De Carolis, E. Drei, F. Ferrazzi, G. Guerrini, C. Innocenti, I. Mestrovic, A. Noci, F. Pirandello, A. Raphaël, G. A. Sartorio, A. Spadini, A. Terzi, F. Trombadori, A. Ziveri
A cura di Lela Djokic e Flavia Matitti, con la collaborazione di Maja Titonel
In campo artistico, a Roma, il Novecento si apre con lo scandalo suscitato
dalle statue delle Najadi, poste nel 1901 a decorare la fontana di piazza
dell’Esedra. Realizzate da Mario Rutelli, le procaci sculture furono perfino
oggetto di una interrogazione da parte di alcuni consiglieri comunali,
perché giudicate "oltremodo sconce e scomposte" come "ciociare ubriache".
Nel 1928 a sollevare la polemica è invece la fontana di piazza dei Quiriti,
opera di Attilio Selva, accusato di aver riprodotto "quattro prostitute
effigiate nella più indecente delle pose". Ma a questa data, il nudo
femminile, che aveva trionfato nella Roma Liberty, è già in declino,
sopraffatto dal revival del nudo virile, reintrodotto con i monumenti ai
Caduti eretti nel dopoguerra, e culminato nella retorica della romanitÃ
celebrata nelle monumentali statue dello Stadio dei Marmi e poi dell’E42.
La mostra Corpi svelati. Il nudo a Roma da Sartorio a Pirandello, curata da
Lela Djokic e Flavia Matitti, con la collaborazione di Maja Titonel, si
propone di offrire attraverso una ventina di opere, tra dipinti e sculture,
una sintesi del diverso modo di percepire e raffigurare il nudo, a Roma,
nella prima metà del Novecento, ossia dai tempi della Belle Epoque agli anni
del Neorealismo, privilegiando comunque i primi decenni del secolo.
L’esposizione riunisce alcuni importanti pezzi storici, tra i quali si
segnalano due pannelli superstiti del fregio realizzato da Giulio Aristide
Sartorio per decorare la Sala del Lazio alla Biennale di Venezia del 1903 e
la scultura in bronzo della Bagnante di Alfredo Biagini, che arredava la
Sala Etrusca della Quirinetta, il ritrovo mondano progettato da Marcello
Piacentini e inaugurato nel 1927.
Altra particolarità è quella di presentare l’opera pittorica di due noti
scultori: Ercole Drei con il quadro Conchiglia, esposto nel 1934 alla IV
Sindacale Romana e Arturo Dazzi con il grande dipinto intitolato Estate,
presentato nel 1935 alla II Quadriennale, e da allora mai più esposto.
Documentano inoltre il gusto simbolista e liberty un olio di Adolfo De
Carolis, e le sculture in bronzo di Amleto Cataldi e Ivan Mestrovic, mentre
il Divisionismo romano palpita nei nudi femminili di Arturo Noci, Camillo
Innocenti, Aleardo Terzi e Ferruccio Ferrazzi.
Il ritorno all’ordine, dopo la Grande Guerra, è rappresentato da un disegno
monumentale del pittore "Neoclassico" Francesco Trombadori. Al clima del
Novecento sono riconducibili i nudi dipinti da Felice Carena e Giovanni
Guerrini, mentre Armando Spadini sta a sé con un bozzetto per la Bagnante.
Testimoniano infine il maturare di una nuova temperie culturale, all’insegna
dell’espressionismo e del realismo, l’olio di Alberto Ziveri e la terracotta
di Antonietta Raphaël. Concludono idealmente e cronologicamente il percorso
espositivo due dipinti di Fausto Pirandello.
Accompagna la mostra il catalogo curato da Flavia Matitti, contenente un
saggio introduttivo e le schede delle opere, edito nella collana Nuova
Galleria Campo dei Fiori diretta da Lela Djokic.
Immagine: Arturo Dazzi, Estate, c. 1933
Vernissage: 5 maggio 2005 ore 17.00 - 20.00
Catalogo in galleria a cura di: Flavia Matitti
Nuova Galleria Campo dei Fiori
via di Monserrato, 30 - 00186 Roma
ingresso libero
orario mostra: 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 chiuso lunedì mattina e festivi