Monologo Catodico. La mostra vuole assomigliare ad una antica stele bilingue che permette metaforicamente di decifrare un'arcana lingua geroglifica, per raffronto. Una ideale versione comprensibile di un linguaggio che usa la luce artificiale con i suoi colori e ritmi intermittenti impercettibili.
Monologo Catodico
L’ombra e’ un singolare prodotto a cavallo tra immanenza ed immaterialita’: e’ una proiezione, derivante da una traslazione, idealmente non molto dissimile dalla proiezione di un video o un film.
Sebbene la casistica originaria dei due fenomeni sia cosi’ affine, l’aspetto di ricostruzione pixel per pixel di una visuale dinamica o il riconoscimento della forma originale che determina l’apparizione anamorfica dell’ombra riconducono sempre allo stesso risultato: luce e significante.
L’osservazione a tal riguardo piu’ intrigante, seppur quanto sopra sia innegabile, e’ come i processi di encriptamento/decodifica siano davvero differenti. La sostanza determinante entrambi i fenomeni e’ la stessa: la luce viaggia sempre alla stessa medesima velocita’, che sia luce proiettante o che sia luce proiettata.
L’ombra ha un comportamento curiosamente autonomo: sembra quasi debba guardarci attentamente per riuscire a fuggire da noi.
Anche la proiezione di un marasma di punti luce che, per mescolanza ottica, da luogo ad una visione dinamico/divisionista, segue come l’ombra archetipi percettivi che affondano le radici nella stesso terriccio misterioso e fertile che e’ la nostra meccanica mentale.
Questa mostra vuole assomigliare ad una antica stele bilingue che ci permette metaforicamente di decifrare un’arcana lingua geroglifica, per raffronto. Una ideale versione comprensibile di un linguaggio che usa la luce artificiale con i suoi colori e ritmi intermittenti impercettibili, il “codice segreto†da decifrare.
Il monologo catodico , nel suo costante ma disomogeneo scandirsi frame by frame, ingurgita efficacemente lo spettatore (incosciente) e lo trasporta a farne parte di esso.
Il processo inverso viene scandito dai dipinti lungo i muri e non ha valore di per se didascalico, ma di riappropriazione della coscienza visiva: questi dipinti sono vere e proprie note a margine di questo apparente e utopico dialogo.
Da Caravaggio ad oggi lo studio della luce in Arte, sia come fenomeno costruttivo/descrittivo sia, come in questo caso, come elemento dissezionale della realta’ ha compiuto i suoi piu’ grandi passi grazie alla costante integrazione di elementi dovuta alla contemporaneita’ ma soprattutto al tentativo di risolvere gli enigmi insoluti del nostro passato prossimo
A cura di Marco Baj
Inaugurazione: sabato 7 maggio 2005, ore 18.30/21.00
Casa di Tolleranza
via Ingegnoli 17 - Milano