Chico De Luigi. Uno scatto improvviso e coinvolgente. La ricerca che Chico De Luigi conduce sul corpo ha caratteristiche particolarmente originali perché salda in un insieme fluido la modernità del linguaggio espressivo con quel rispetto antico che da sempre si accompagna all’osservazione della corporeità .
Chico De Luigi
Uno scatto improvviso e coinvolgente
La ricerca che Chico De Luigi conduce sul corpo ha caratteristiche
particolarmente originali perché salda in un insieme fluido la modernità del
linguaggio espressivo con quel rispetto antico che da sempre si accompagna
all’osservazione della corporeità .
Pur senza teorizzarlo, le civiltà del passato conoscevano assai bene il
significato archetipo che emanava dai gesti, che si trasmetteva dalle posture,
che veniva percepito attraverso gli atteggiamenti: infatti lo utilizzavano in
tutta la sua enorme potenzialità come ci testimoniano l'arte e pittorica, la
danza, i cerimoniali rituali. Per noi contemporanei, oggetto di continua
attenzione di fin troppi linguaggi, tutto è un po’ più complicato ma non per
questo sfuggiamo al fascino sottilmente inquieto che emana dal corpo ed è per
questo che un’arte relativamente giovane come la fotografia si è sempre misurata
con questo tema.
Chico De Luigi si esprime con una poetica caratteristica del nostro tempo come
dimostrano i suoi colori che sono violenti, lividi, esasperati e decisamente
lontani da ogni realismo descrittivo. Per lui la luce è un elemento essenziale
perché, non dimentichiamolo, è la materia costitutiva della fotografia ma
soprattutto perché di questa si "vestono" i corpi quando vengono attraversati da
pennellate di luce o quando si circondano di lampi carichi di una misteriosa
vitalità . E’ in questo modo che il corpo si colloca in una dimensione intermedia
fra la leggerezza aerea della luce e quella più consistente dello spazio. I suoi
soggetti si muovono costantemente creando negli accostamenti nuove figure oppure
ribadendo la loro volontà di trasformare quanto sta loro intorno in un universo
fluido dove sembrano perdersi volutamente i punti di riferimento tradizionale a
favore di una visione assoluta, nuova, gradevole seppur quasi allucinata.
La sottile ma tenace cornice nera delimita lo spazio del movimento come anche i
limiti stessi (fisici e temporali) della pellicola in un "al di qua"
contrapposto a un "al di là ", in un "prima" accostato a un "dopo" cui allude lo
stesso titolo Istantane. a. mente con il suo intreccio di significati che
accostano al concetto di istante all’interno del quale ci muoviamo quello di
istantanea che consta nel cogliere fotograficamente un frammento di realtà in un
frammento di tempo.
Il risultato complessivo è deciso e intenso: chi osserva non può non sentire
forti vibrazioni, luci che si adagiano sui corpi come a designare territori
dell’ignoto, nuove scansioni di un linguaggio fotografico che ora si sofferma su
una sola immagine come volesse indicarci in questa una irrinunciabile
simbologia, ora sente la necessità di estendersi in un ritmo diverso creando
dittici, trittici, polittici.
Poi per un attimo tutto si ferma palpitante e non ci resta che attendere
l’attimo in cui l’insieme ripartirà con uno scatto improvviso e coinvolgente.
(Roberto Mutti)
Inaugurazione giovedì 16 ore 18
Spazio Foto San Fedele
Via Hoepli 3/B Milano