Incontro nell'ambito della rassegna Destini dell'Immagine. L'artista pratica una specie di lingua minore che muta la pelle delle lingue maggiori, deviandone le aspettative e dove si assiste allo scambio di ruoli fra reale e immaginario. Immagini e segni espressi in monogrammi, in schegge di tempo, in segmenti ecosofici.
Incontro all'interno della rassegna Destini dell'Immagine
All’interno della rassegna curata da Marcello Faletra, Destini dell’immagine, presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, il 12 maggio alle ore 17.00, Gianfranco Baruchello terrà un incontro sul tema Fermo-Immagine?
Artista multiverso, irriducibile alle classificazioni, lontano dai percorsi ufficiali del sistema dell’arte e tuttavia sempre nel cuore dei segni dell’arte. Eccentrico combinatore di visioni, cose, oggetti, ricordi, pensieri...Baruchello può ben dirsi uno dei testimoni d’eccezione del transito dalla modernità alla postmodernità . Dopo l’uscita de ‘La Verifica incerta’ (1964) - in collaborazione con Grifi -, film-bricolage, Blob prima di Blob, fatto di spezzoni, frammenti, segmenti senza oggetto specifico se non la sua stessa frammentarietà , vero caleidoscopio del mondo dei nascenti anni del consumismo, Duchamp - in compagnia di Man Ray e Max Ernst - vide in Baruchello un suo complice, un suo fedele prosecutore.
Intense le sue produzioni di pensieri-oggetti: Mi viene in mente (Schwarz, 1966), La Quindicesima riga (lerici 1967), Avventure nell’armadio di plexiglas (Feltrinelli, 1968), ecc. A metà degli anni ‘70 va a vivere in campagna fondando “L’Agricola Cornelia†il cui scopo è ‘coltivare la terra’, cioè miti, tradizioni e memorie centrifugati dall’azione artistica. Sempre negli anni ‘70 mette al centro delle sue attenzioni uno dei controconcetti chiave della postmodernità : la ‘Bassa definizione†o un’etica dello stile impuro, dove emerge una pratica di resistenza al macchinismo soft e dirigenziale dell’arte (fotocopie e affini), in altre parole: la pratica di autogestione dei propri pensieri, films, azioni, libri, mostre,ecc. In tal senso si ricordano: ‘Sentito vivere?’, ‘La stazione del conte Goluchowsky’, ‘La scomparsa di Amanda Silvers’, tutte per Exit edizioni (edizioni autoprodotte in xerocopie). Intense le collaborazioni con filosofi e poeti come J-F. Lyotard (‘L’Altra casa’, ed. Galilée 1979), G. Lascault (‘Alphabets d’Eros’, ed. Galilée 1976) e A. Jouffroy.
Artista indipendente e radicale - un ‘situazionista’ antelitteram - instancabile costruttore di altri mondi e immagini, Baruchello pratica una specie di lingua minore che muta la pelle delle lingue maggiori, deviandone le aspettative; lingue minori attraversate da intensità visive; lingue jerofaniche dove emergono oggetti-trovati, pensieri colti prima della loro dissolvenza, immagini catturate e trasmutate in segni-rebus, immagini-fuga, immagini-figure, immagini-oggetto, immagini-pensiero...Lingue minori dove assistiamo allo scambio di ruoli fra reale e immaginario, scambio di funzioni.
Dov’è il reale? Dov’è l’immaginario? Mappe immaginarie del concatenamento visivo. Immagini e segni espressi in monogrammi,in schegge di tempo, segmenti ecosofici che nel loro insieme costituiscono una ‘Minima Moralia’ (o ‘immoralia’, dipende dal punto di vista) della postmodernità .
In tale universo il grande filosofo Jean-François Lyotard vide il superamento della ‘teologia romantica’ sopravvissuta alla modernità . (M.F.)
A cura di Marcello Faletra
Incontro: Giovedì 12 maggio - ore 17.00
Prossimi appuntamenti:
Michel Maffesoli 20 maggio
Jean Baudrillard 4 dicembre
Regis Debray 14 dibembre
Accademia di Belle Arti di Palermo
Palazzo Fernandez
Via Papireto 22, Palermo