Paolo Borrelli e Dante Gentile Lorusso. I due artisti uniscono una componente iconica a tracce di un impianto costruttivo astratto, dando vita a dipinti dove l'immagine puo' rappresentare il pretesto per generare le trame di un tessuto pittorico o dove l'astrazione riesce a superare i suoi confini.
Recent works. Paolo Borrelli e Dante Gentile Lorusso
Gli enigmi barbari della pittura
Lorenzo Canova
L’arte italiana, oggi, mostra spesso una nuova attenzione per le proprie radici,
per le proprie origini profonde e millenarie, in un sentimento “primigenio†che
unisce il vissuto personale a dinamiche collettive, il nostro tempo ad una storia
plurisecolare, senza perdere tuttavia l’energia delle proprie espressioni, la
vitalità dei propri linguaggi, utilizzati in modo consapevole e assolutamente
attuale.
A questo panorama sembra appartenere anche l’opera di Paolo Borrelli e di Dante
Gentile Lorusso, due artisti che appaiono a prima vista distanti e diretti verso due
differenti visioni dell’arte, in un lavoro dove un osservatore attento può
scoprire però dei sottili segnali di affinità , delle recondite assonanze poetiche
basate su un comune senso del segno e simbolo, su un parallelo “sistemaâ€
emblematico dove la pittura si trasforma in un ambiguo ed eloquente processo
comunicativo.
Infatti, Borrelli e Lorusso uniscono similmente una componente iconica a tracce di
un impianto costruttivo astratto, frammenti figurali a spazialità non oggettive,
dando vita a dipinti dove l’immagine può rappresentare il pretesto per generare
le trame di un tessuto pittorico sontuoso e ornamentale o dove l’astrazione riesce
a superare i suoi confini per assumere una decisa connotazione metaforica o una
solenne ieraticità araldica.
Borrelli nasconde così crudeltà segrete nella disposizione allargata ed
“espansa†delle sue figure angeliche, nelle macchie e nei flussi cromatici che
disegnano labirinti sfuggenti, nei meandri dove si annidano supplizi inesorabili e
dove si possono celare i segreti indecifrabili di rituali arcaici; Lorusso descrive
invece luoghi attraversati dall’assenza o marchiati da un vuoto ineluttabile,
territori ignoti dove sono rinchiusi enigmi archetipi, costruisce architetture
pervase dal mistero e dal silenzio, evoca città abbandonate alla labile essenza del
ricordo o impresse nel tessuto impalpabile del sogno.
Per non perdere la sostanza “reale†della propria opera, i due artisti scelgono
allora di dare una nuova “fisicità †ai loro dipinti, di riscoprire la loro
presenza e la loro consistenza attraverso lo strumento “profondo†di una materia
lieve eppure incombente, mediante rilievi sottili o pulsazioni cromatiche che
formano il tramite visivo e sensoriale che lega lo spettatore, l’artista e il
quadro in una continuità intima e vitale, in un ponte che scopre il cuore
palpitante della pittura attraverso il meccanismo armonico dei tracciati tattili.
Dopo un lungo viaggio nella storia e nel mito, Paolo Borrelli e Dante Gentile
Lorusso scelgono dunque di evocare la discesa verso lo stato “primitivo†della
nuova pittura, di essere i cantori barbari di un presente basato su un DNA antico,
fondato sul sentimento arcaico del ritorno, sulla rinascita di codici eterni immersi
nel flusso inarrestabile della contemporaneità .
Immagine: Paolo Borrelli, Tentativo di ricordare, 2004
A cura di Lorenzo Canova
Inaugurazione 13 maggio, h. 18.00
BencivArt Gallery
c.so XI Settembre, 300 - Pesaro