Grandi sfere che rimandano a solidi geometrici ma sono scabre e rudi; disposte in uno spazio senza termini di riferimento sono oggetti enigmatici, inquieti ed inquietanti, hanno una fissita' che contrasta con ogni idea di movimento ed evoluzione. Alberto Gallingani con la sua performance 'Rosso sublime' interagisce con questo lavoro
Con performance di Alberto Gallingani
Bruno Sullo scrive a proposito di Carmela Corsitto e di uno dei suoi ultimi lavori: "… lo straniamento provocato dalla illogica presenza delle sfere (che rimandano a solidi geometrici ma, a differenza di questi, sono scabre e rudi) in una sala ampia, fortemente illuminata, da niente altro abitata, conduce a una sorta di disagio psicologico: il lettore è indotto a esaminare da vicino le sfere, scoprirne l’ambigua fisicità , tentarne un’interpretazione partendo dall’unica che fa trasparire qualcosa, ma che offre soltanto un intrigo di segni-ragnatela allusivo a quanto di problematico e incontrollabile può esserci nella vita dell’uomo. …Le grandi sfere disposte in uno spazio senza termini di riferimento sono oggetti enigmatici, inquieti ed inquietanti, colti in una fissità che è soprattutto psicologica, contrastano con ogni idea di movimento ed evoluzione, rappresentano la traduzione visiva della sospensione atemporale, del luogo-non luogo, instaurando una dimensione prospettica quasi trascendentale.
Alberto Gallingani con la sua performance ROSSO SUBLIME interagisce con il lavoro di Carmela Corsitto costruendo all'esterno delle installazioni un percorso che integra i significati, già molto suggestivi, del lavoro esposto. L'interazione con ''un'altra realtà '' ne esalta i contenuti e aiuta il fruitore nella lettura di ambedue lavori.
Nell'immagine: Installazione tracce di tempo, 2005.
Palazzo Sforza
Corso Sforza 21 - Cotignola (RA)