Marcello Jori. Attraverso un itinerario storico la mostra intende esplorare l'opera dell'affermato artista italiano partendo dalle sue prime esperienze in ambito concettuale fino ai lavori più recenti, al fine di evidenziarne la straordinaria coerenza che si palesa dopo uno sguardo attento e affatto superficiale.
Marcello Jori.
Attraverso un itinerario storico la mostra intende esplorare l'opera dell'affermato artista italiano partendo dalle sue prime esperienze in ambito concettuale fino ai lavori più recenti, al fine di evidenziarne la straordinaria coerenza che si palesa dopo uno sguardo attento e affatto superficiale.
Dalla metà degli anni Settanta Jori muove i primi passi prendendo l'avvio da certe premesse concettuali, ma subito se ne distacca per violarne lucidamente gli aspetti più freddi ed austeri nel tentativo di infondere all'opera d'arte una nuova linfa vitale. Si tratta di lavori fotografici dove egli interviene su alcuni capolavori del passato interpretandoli testualmente: l'arte viene in tal modo restituita al mondo, l'artista "ridà corpo" ai quadri e ne prende possesso facendoli ritornare veri. E così accade che un dipinto astratto che evoca il tramonto venga esposto alla luce ed ai colori di un reale tramonto ("Tramonto sul mare" sul mare al tramonto, 1976).
Nel 1979 Jori si ritrae in cima ad una scala nell'atto di dipingere la caduta dell'angelo, opera a contatto celeste, che segna una svolta nel suo percorso artistico, ed è animato da una nuova vivacità espressiva che lo accompagnerà per tutto il decennio successivo. E' in questa fase che l'esperienza della pittura diviene centrale nella sua evoluzione creativa: sono gli anni delle "scritture", vorticose e fluttuanti parole sospese tra lo spazio fisico e quello mentale dell'artista. Parole che vengono, poi, ingabbiate negli edifici policromi dei "Teatrini", sgargianti architetture in movimento che preludono ai volumi delle successive serie dei "cristalli" e delle "gioie", piccole geometrie incantate e caleidoscopiche. Testimoni della memoria, esse danno forma, nella loro levità , a un mondo di sogno e di magia. E sono ancora il cristallo e la scrittura che ritornano, graffianti e nervosi, a scalfire la superficie dei "mari" di gesso; le opere si animano di un movimento tempestoso che pare catturare e al contempo restituirci frasi liriche.
La mostra dal titolo "Il tempo fermato" evidenzia, dunque, la spina dorsale del lavoro di Jori con la presenza di opere storiche ed opere recenti che da quelle si sviluppano seppur con minime distanze.
Nato a Merano nel 1951, Marcello Jori vive e lavora attualmente a Bologna, dove si è trasferito a partire dal 1972. Qui ha frequentato dapprima il D.A.M.S., poi Lettere Moderne presso la facoltà di Lettere e Filosofia.
E' tra i principali protagonisti del panorama artistico italiano grazie alla partecipazione a numerose esposizioni di rilievo internazionale. Inoltre, persegue, fin dagli inizi della sua attività , un progetto di arte totale che oggi lo porta a rivestire una posizione di grande attualità nella definizione dell'eclettismo della fine dell'ultimo secolo.
Tra gli eventi principali della sua carriera artistica, è bene ricordare la partecipazione a due Biennali di Venezia (1982 e 1993), alla Biennale di Parigi del 1982, nonché alla Quadriennale di Roma nel 1986 e nel 1996. Da oltre un ventennio tiene mostre in gallerie e musei nazionali ed internazionali (Studio Morra, Galleria Trisorio Napoli, Galleria d'Arte Moderna Roma, Studio Marconi Milano, Hayward Gallery Londra, Kunstverein Francoforte, Holly Solomon New York, Galleria Civica d'Arte Contemporanea Trento, Castel Sant' Elmo Napoli, Galleria d'Arte Moderna Bologna).
A partire dagli anni Ottanta inizia la produzione di storie a fumetti che lo portano ad essere uno dei fondatori del "nuovo fumetto italiano". Pubblica in Italia per Linus e Frigidaire, in Francia per Albin Michel su L'Echo des Savanes.
Collabora anche con le riviste Vogue e Vanity (Condè Nast).
Dal 1992 al 1998 pubblica in esclusiva per la casa editrice giapponese Kodansha.
Nel 1996, complice Oreste del Buono, pubblica il primo libro come scrittore per la Casa Editrice Baldini e Castoldi. Nello stesso anno pubblica il libro "La Città Meravigliosa degli artisti straordinari" insieme con Stefano Benni e Alessandro Mendini (Edizioni CHARTA) seguito da una mostra personale al Palazzo Comunale di Siena.
Sempre nel 1996 realizza per Vasco Rossi la scenografia di "Rock sotto l'assedio", concerto tenuto nel mese di luglio allo stadio San Siro di Milano.
Nel mese di marzo del 2000 esce per Mondadori il suo romanzo "Nonna Picassa".
Il catalogo della mostra edito da Hopefulmonster, in italiano e in inglese, conterrà testi critici di Roberto Daolio, Maria Luisa Frisa, Francesco Poli e Danilo Eccher, oltre ad una ricca antologia di riproduzioni a colori e in bianco e nero e a completi apparati bio-bibliografici.
Ente organizzatore: Galleria d'Arte Moderna Bologna
Sede: Villa delle Rose via Saragozza, 228/ 230 - Bologna
Inaugurazione: 18 novembre 2000 alle ore 18
Orario: 15 - 19, chiuso il lunedì
Ingresso: L. 4000
Giuditta Bonfiglioli
Ufficio Stampa GAM
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