Fondazione Lanfranco Baldi onlus
Per ricordare Lorenzo Ghiberti, nell'ambito della manifestazione il Genio Fiorentino, Davide Rivalta e Italo Zuffi si pongono in rapporto con l'autore delle due porte del Battistero di Firenze in modo problematico. Gli assunti culturali con cui si devono confrontare e su cui innestano le loro personali ricerche non sono infatti dissimili alle soluzioni fornite dal Ghiberti al passaggio dalla cultura gotica a quella rinascimentale
Per ricordare Lorenzo Ghiberti - nell'ambito della manifestazione il GENIO FIORENTINO -
gli artisti Davide Rivalta e Italo Zuffi si pongono in rapporto con l'autore delle
due porte (quella del Paradiso e quella nord realizzata dopo aver vinto il concorso
del 1401 - a cui partecipò anche Brunelleschi -) del Battistero di Firenze non in
modo didascalico o formale bensì problematico.
Infatti, gli assunti culturali con cui si devono confrontare e su cui questi giovani
artisti, chi più consciamente e chi meno, innestano e formano le loro personali
ricerche non sono dissimili alle soluzioni fornite dal Ghiberti al passaggio dalla
cultura gotica a quella rinascimentale: l'autorità dell'immagine, inscenare un
paesaggio come spazio intimo eppur estraneo, la tridimensionalità fruibile nella
frontalità , l'evidenziazione del processo stesso della visione.
La differenza è che questi elementi, con Rivalta e Zuffi vengono ogni volta
contestualizzati rispetto al loro presente e al luogo in cui intervengono e alle
persone che lo abitano.
Questa mostra, oltre ad evidenziare la necessità di interrogarsi su cosa intendiamo
oggi con il vocabolo plasticità , porrà l'attenzione soprattutto sul "contesto" in
cui queste forme si manifestano alterandolo: ovvero Pelago e la sua quotidianità .
Questo è un punto di vista o una metodologia da praticare proprio nel momento in cui
il soggetto giornalmente comunica e ha a che fare con il mondo attraverso le
immagini, più vere del reale stesso, ed è in contatto con tutti e tutto in tempo
reale, ma in realtà presente a nessuno: condizione che se non analizzata continuerÃ
ad alimentare l'attuale "individualizzazione della società ", come bene descrive in
un suo libro lo studioso Zigmut Bauman.
La mostra è quindi un riflettere sull'attualità , del soggetto e del luogo,
attraverso l'uso della scultura e non un considerare la scultura come un oggetto che
ha a che fare solo con riferimenti culturali del passato o una visione nostalgica
dell'arte.
Fondazione Lanfranco Baldi
piazza Ghiberti 34-36 Pelago (FI)