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1/6/2005

Novarum

Istituto italiano di Cultura, Copenhagen

Nell'ambito della quarta edizione di 'Interni Italiani'. Una selezione delle tendenze emerse nel panorama artistico italiano dalla seconda meta' degli anni '80 ai giorni nostri. Ampio spazio e' dato all'area dell'oggettualismo e dell'installazione post concettuale, spesso contaminate da un approccio intelligente con le tecnologie digitali.


comunicato stampa

Nell’ambito della quarta edizione di “Interni Italiani”, progetto itinerante ideato da Walter Vallini in collaborazione con Edoardo Di Mauro, dedicato all’arte ed alla creatività applicata italiana, in svolgimento presso la sede dell’ Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen, Gjorlingsvej 11 2900 Hellerup, giovedì 2 giugno 2005 alle ore 18 si inaugura “Novarum”, rassegna di arte contemporanea a cura di Edoardo Di Mauro.

Espongono: Enzo Bersezio, Carmine Calvanese, Manuela Corti, Ferruccio D’Angelo, Matilde Domestico, Fathi Hassan, Tea Giobbio, Ale Guzzetti, Ernesto Jannini, Johannes Dario Molinari, Plumcake, Gianluca Rosso, Silvano Tessarollo, Vittorio Valente, Roberto Zizzo.

Quando, nei primi mesi del 2001, venne elaborato il progetto di “Interni Italiani”, l’intento degli ideatori, tutti provenienti da varie esperienze nell’ambito della creatività, era quello di produrre un evento in grado di sintetizzare il concetto di “arte” italiana in una accezione semantica il più ampia possibile che, partendo in prima istanza da un confronto tra gli specifici dell’arte visiva e del design, potesse in seguito estendersi anche ad altre discipline, rimarcando sempre le relazioni ed i punti di tangenza. “Interni Italiani” è quindi, per sua natura, un progetto duttile, aperto alle contaminazioni, realizzabile su scala più ristretta, ma sempre aperta ed interessante, nel rispetto della logistica e dei budget a disposizione, ed al pari pronto, qualora le circostanze lo permettano, ad espandersi nella dimensione tipica del grande evento. Dopo la prima edizione svoltasi presso la Sociedade Nacional des Belas Artes di Lisbona nel mese di aprile 2002 e la seconda nel periodo ottobre-novembre 2002 a Praga, presso la Cappella San Borromeo, affascinante sede espositiva annessa al locale Istituto Italiano di Cultura, “Interni Italiani” ha proseguito il suo percorso europeo approdando in un centro di grande rilevanza culturale come Berlino, alla Kunsthaus Tacheles, e, successivamente, a Copenhagen dove, lo scorso 2 dicembre, si è inaugurata la prima delle tre manifestazioni previste in questa quarta puntata dell’evento, decisamente la più ampia ed articolata.

L’intento di “Interni Italiani” è duplice. Come recita infatti il testo introduttivo di Edoardo Di Mauro nel catalogo : “ … da un lato la valorizzazione della creatività italiana all’estero nelle non frequenti occasioni in cui, specie per le più recenti generazioni, questo si verifica, dall’altro la possibilità di compiere un’analisi del rapporto attualmente intercorrente tra l’ambito delle arti visive tradizionalmente inteso e, quello, per molti aspetti collegato, pur nella diversità dell’approccio mentale, del design e, a margine, dell’intero universo delle cosiddette “arti applicate”. Un approccio generato dalla medesima nascita in seno all’estesa categoria dell’artigianato, della “technè” inteso, nell’etimologia antica del termine, come concretizzazione oggettiva dei procedimenti mentali, connubio tra cultura “alta”, ideale e simbolica, e sua applicazione materiale, sinergia a lungo ignorata, ma ormai pienamente compresa nel clima della post modernità, dove ci troviamo a vivere e ad operare”.

Come detto, è intento dei curatori, Edoardo Di Mauro e Walter Vallini, allargare l’ambito delle proposte ad altre discipline creative, in primo luogo la moda. Il “fashion” è da sempre uno degli elementi distintivi dell’italianità, al punto tale che il grande interesse suscitato in ambito internazionale non ha mancato di generare, nel recente passato, anche alcune polemiche da parte di qualificati operatori culturali in merito all’attenzione in questo modo sottratta, ad esempio, all’arte contemporanea. Perplessità non prive di un certo fondamento. La questione sta, a nostro avviso, nel modo in cui si formulano e si divulgano le proposte. Inserendo la moda all’interno del progetto di “Interni Italiani” su base paritaria e non predominante rispetto agli altri ambiti presi in esame da un lato si rende giustizia ad un settore trainante dell’immagine e dell’economia italiane, dall’altro si evidenziano i motivi per cui la moda stessa si pone in un atteggiamento di debito e di ispirazione rispetto ad altri fattori estetici. Inoltre il nostro interesse si rivolge, in sintonia con lo spirito promozionale di “Interni Italiani” non alle grandi firme, già ampiamente note ed incensate, ma a nuove forme di stilismo, che privilegiano il fattore creativo e l’artigianalità della confezione. In particolare per quel nuovo settore definito di “fashion sartoriale”.

In ultimo, essendo l’obiettivo della mostra di porsi, anche in futuro, come una sorta di “termometro della creatività italiana” intendiamo avvalerci, e sono stati già individuati gli interlocutori adatti, di una più capillare diffusione mediatica dell’evento, con l’ausilio dei più recenti e sofisticati ritrovati tecnologici, video e telematici. L’intento è quello di dare vita ad una pubblicazione semestrale distribuita su cd in cui gli ambiti oggetto del progetto possano conoscere periodico aggiornamento. Trasformare “Interni Italiani” in un appuntamento fisso, anche dal punto di vista della periodicità, potrà solo accrescerne le potenzialità, che pensiamo siano notevoli e, fino ad ora, solo parzialmente esplorate.

Questi intenti programmatici si sono concretizzati con l’edizione di Copenhagen, realizzata in stretta collaborazione con la direttrice dell’Istituto Angela Trezza, che ebbe a suo tempo occasione di saggiare la bontà della nostra proposta quando ricopriva analogo ruolo a Praga, e grazie al prezioso contributo della Regione Piemonte e di una serie di sponsor privati.
La rassegna danese è estesa temporalmente nell’arco di ben otto mesi e comprende, oltre all’arte contemporanea ed al design oggetto delle precedenti edizioni, la sartoria d’autore, la videoarte e l’enogastronomia, quest’ultima con la degustazione di prodotti tipici piemontesi, in collaborazione con la Regione Piemonte, nell’ambito delle tre serate inaugurali.

La prima mostra , inauguratasi lo scorso 2 dicembre , a cura di Walter Vallini ha avuto come titolo “Oggetti luminosi & dialoghi incrociati”. Motivo dell’allestimento l’interpretazione, da parte degli artisti e dei designer invitati, del tema della luce, fisicamente presente ed empaticamente sentito nei paesi nordici. Hanno esposto : Emiliano Cavalli, Design & Art Workshop, Luciano Gaglio, Carlo Giuliano, Gumdesign, Ale Guzzetti, Raffaele Iannello, Lucifero, Simone Micheli, Walter Vallini & Vittorio Valente.

Dopo “Atelier Torino : il ritorno della sartoria d’autore”, a cura di Walter Dang, e la volta, il 2 luglio, della rassegna di arte contemporanea “Novarum” a cura di Edoardo Di Mauro.
“Novarum” è una significativa selezione delle tendenze emerse nel panorama artistico italiano dalla seconda metà degli anni ’80 ai giorni nostri, dopo la stagione del primo post concettuale e della Transvanguardia, quel segmento che, purtroppo ancora ad oggi, ad onta di singoli exploits peraltro favoriti da interessati bombardamenti mediatici, non gode di una adeguata storicizzazione, soprattutto per quanto concerne la fase dagli anni ’80 ai primi anni’90, essendo per quella successiva ancora prematura una definitiva sistemazione, causa l’elevato numero di personalità artistiche apparse sulla scena.

Ampio spazio è dato, anche in omaggio alle caratteristiche generali di “Interni Italiani”, all’area dell’oggettualismo e dell’installazione post concettuale, spesso contaminate da un approccio intelligente con le tecnologie digitali, con presenze quali Enzo Bersezio, Carmine Calvanese, Ferruccio D’Angelo, Matilde Domestico, Ale Guzzetti, Ernesto Jannini, Johannes Dario Molinari, Plumcake, Silvano Tessarollo, Vittorio Valente. Ma non mancano altri versanti quali la fotografia con Tea Giobbio, l’immagine digitale con Roberto Zizzo, la videoarte con Manuela Corti e Gianluca Rosso. Da segnalare anche la presenza di Fathi Hassan, uno dei più noti artisti africani contemporanei, invitato in quanto ha trovato in Italia il principale luogo di residenza e la sua seconda patria, a testimonianza della fondamentale importanza del dialogo interculturale.

La mostra è una produzione dell’Associazione Culturale Fusion Arts di Torino in collaborazione con la Regione Piemonte e con l’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen, diretto da Angela Trezza.

Comunicazione e ufficio stampa: Eidos Design & Comunicazione
Organizzazione a cura di Paola Chiesa.

Sponsor : “Acqua Minerale Lauretana”, “Printotex”, Giulia Piccenna promotore finanziario Axa Sim.

Immagine: Ale Guzzetti

Galleria dell'Istituto Italiano di Cultura
Gjorlingsvej 11 2900 Hellerup
Copenhagen
Orario : lunedì, mercoledì, giovedì 9 – 16, martedì 9 – 17, venerdì 9 – 14

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dal 15/4/2013 al 15/5/2013

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