Fondazione Stelline
Milano
corso Magenta, 61
02 45462111 FAX 02 45462432
WEB
Beauty not so difficult
dal 15/6/2005 al 23/7/2005
02 454621 FAX 02 45462432
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15/6/2005

Beauty not so difficult

Fondazione Stelline, Milano

La seconda parte della mostra a cura di Marco Cingolani e' il risultato dell'incontro e delle discussioni di 11 giovani artisti milanesi e palermitani che si sono confrontati con il tema della bellezza. Un percorso espositivo che parte dalla frase dei Canti Pisani di Ezra Pound 'La bellezza, cosi' ardua...' ma che in questo caso vede la Bellezza ovunque, non solo in posti privilegiati, ma dappertutto


comunicato stampa

La sezione, che il curatore Marco Cingolani ha intitolato Beauty NOT so difficult, è il risultato dell’incontro e delle discussioni di un gruppo di giovani artisti milanesi e palermitani: Nunzio De Martino, Alessandro Di Giugno, Andrea Di Marco, Ciriaca Erre, Laura Fantacuzzi, Michela Forte, Glückstraße, Sabina Grasso, Andrea Mastrovito, Stefania Romano, Laboratorio Saccardi.
L’iniziativa allestita negli spazi del Palazzo delle Stelline è promossa dalla Fondazione, con il contributo della Regione Lombardia e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Milano e del Comune di Milano.

Il progetto di un confronto inedito con il tema della bellezza, promosso dalla Fondazione Stelline, visto dalle giovani generazioni dell’arte contemporanea, prosegue dal 16 giugno al 23 luglio con la seconda parte della mostra BEAUTY SO DIFFICULT.
Curata da Marco Cingolani, l’esposizione raccoglie i lavori di undici artisti italiani, Nunzio De Martino, Alessandro Di Giugno, Andrea Di Marco, Ciriaca Erre, Laura Fantacuzzi, Michela Forte, Glückstraße, Sabina Grasso, Andrea Mastrovito, Stefania Romano, Laboratorio Saccardi, che vivono a Milano e Palermo.
La Fondazione Stelline conclude con questa esposizione - sottolinea il Presidente Camillo Fornasieri - l’originale messa a fuoco di un tema costitutivo dell’arte, concepito però come dialogo con il presente, affidando all’espressione artistica la rivelazione di una più generale situazione culturale della nostra società.
Anche a Cingolani, come al curatore della prima parte Michele Robecchi, il comitato scientifico della Fondazione composto da Jean Clair, Claudia Gian Ferrari ed Elena Pontiggia, aveva chiesto di costruire un percorso espositivo partendo dalla frase dei Canti Pisani di Ezra Pound "La bellezza, così ardua...", selezionando giovani artisti che fossero in grado realizzare opere appositamente pensate per gli spazi del Palazzo delle Stelline e che dialogassero con il tema prescelto.
Il risultato è secondo Cingolani una Beauty NOT so difficult, perché "è la bellezza del quotidiano, come se proprio nel gesto domestico ci fosse la massima concentrazione di spiritualità. Non serve scalare l’Everest per incontrare l’infinito, ma in ogni giorno è attorno a te e dentro di te. La Bellezza "così difficile" non viene trasformata in Bellezza "così facile", sottoprodotto ad uso e consumo di classi meno abbienti, ma diventa una certezza di disponibilità della Bellezza; è lei, la bellezza ad essere disponibile, siamo noi ad essere difficili e diffidenti alla sua disponibilità. La Bellezza è ovunque, non solo in posti privilegiati, ma dappertutto, come ben illustra la fotografia contemporanea che non sceglie luoghi alti e particolari, ma sottolinea ed evidenzia letteralmente i luoghi comuni.
Queste osservazioni sono state il risultato dell’incontro, delle discussioni, con un gruppo di giovani artisti con cui ho progettato la mostra. Sono tutti italiani, giovanissimi, e alcuni quasi esordienti. Vivono a Milano e a Palermo. Un viaggio lunghissimo, che ben sottolinea la difficoltà enorme dell’Italia a parlare ancora di Bellezza, ma che, con spudorata semplicità, questi giovani artisti non avvertono".
Il viaggio comincia da Palermo con Andrea Di Marco: dipinge oggetti comuni, che raramente sono entrati nel vocabolario della pittura come pompe di benzina, bancomat, cisterne per l’acqua, cassonetti della spazzatura, il pulmino della Volkswagen dipinto con i colori della squadra di calcio della città, le ruspe dei cantieri infiniti, gli Ape car carichi di cassette per la frutta.

I Laboratorio Saccardi sono in quattro. Al Palazzo delle Stelline presentano una singolare scultura intitolata "Cartoline dall’inferno", un’audioguida del tutto simile a quelle ancora in uso nelle chiese, dove si potranno ammirare dodici bellezze di Palermo, commentate da loro in quattro lingue. Le "Cartoline dall’inferno" sono accompagnate da una serie di piccoli quadri dove, con la consueta ironia dissacrante, mettono in scena la loro voglia di ammazzare i concorrenti nella gara della bellezza: ovvero tutti gli altri artisti.
Stefania Romano fotografa i suoi migliori amici. Li conosce uno per uno, scovandoli negli accumuli urbani di Palermo, oppure nelle campagne strette tra speculazioni e trionfi naturali. I personaggi di Stefania sono l’anima magica della città, anzi della regione, come giganti della montagna urbanizzati che cercano di sfuggire i nostri sguardi. L’obbiettivo entra nelle loro case e li coglie addormentati, aggrappati a una coperta: homeless della Bellezza perduta.
I ritratti di Michela Forte sono l’apparizione di una bellezza fiera e dura, l’esatto contrario della ‘velina’ o della ragazza ‘pon pon’. La sicilianità più arcaica, mischiata con la sfrontatezza del punk. Con ingenua passione Michela Forte si abbandona all’obbiettivo portandoci dentro il suo mondo fatto di silenzio, riserbo, bellezza sommessa e trattenuta.
Alessandro Di Giugno ritrae il popolo palermitano facendolo diventare una star di compostezza e bellezza. Nelle sue fotografie pratica leggere trasformazioni oniriche di scenari disastrati, seguendo la grande lezione di Cinico TV, meraviglioso esempio di Bellezza contemporanea. I suoi palermitani sono orgogliosi di diventare una cartolina di rappresentanza e di essere distribuiti gratuitamente a Milano. Nel lavoro presentato da Di Giugno, infatti, le sue fotografie saranno ‘ridotte’ a cartoline da asportare, come accade in molti bar di Milano.
Il viaggio prosegue a Milano, in cui Cingolani vede diffondersi un Beauty pride, ovvero un centinaio di giovani che stanno costruendo una nuova città che lavora più duramente di quella ufficiale, senza ansie sindacali, ma con l’orgoglio di praticare una bellezza diffusa, sia nelle opere, ma soprattutto nei gesti.
Andrea Mastrovito riesce a costruire, con facilità e semplicità, paesaggi molto complessi usando la carta ritagliata. Le sue composizioni, soprattutto quelle con le sagome bianche, ricordano secondo Cingolani i pavimenti del Duomo di Siena, disegnati dal Beccafumi, sia per la perizia del disegno che per la fastosità delle composizioni.
Laura Fantacuzzi è praticamente all’esordio, ma con perizia e determinazione d’esperta, fotografa atti quotidiani illuminati da un flash. La nonna che entra in casa, la bambina che in punta di piedi cerca di aprire uno sportello della cucina, la ragazza che apre la portiera dell’auto, il neon di un Hotel che splende nella notte, un bosco. La bellezza a portata di sguardo, una Bellezza politica, perché sottolinea la domesticità e non l’eccezionalità, senza cercare l’urlo pubblicitario, ma la carezza.
Il lavoro di Nunzio De Martino è potente ma minimo, fatto con poco, eppure gigantesco nella pazienza, come in "Flux", presente in mostra, dove settemila aghi sono stati infilati di filo di cotone a formare la coda di uno splendido animale. Oppure nei "Posatoi", 67 sculture in ottone cromato dove è stato avvolto un filo in ferro zincato, formando dei fusi di vari pesi e dimensioni, e dove è possibile metaforicamente fermarsi e sostare, come uccelli sui rami. Ma anche nelle fotografie, Nunzio De Martino presenta cose semplici: una scatola rossa, un cumulo di piatti blu, aghi, bottiglie colorate.
Ciriaca Erre usa il corpo come spazio di bellezza. Per la mostra presenta una proiezione di suoi volti che appaiono su un vetro, volti che sembrano di persone diverse, senza ricorrere a trucchi o travestimenti, ma semplicemente registrando i cambiamenti operati dal tempo: una "Vanitas" senza rimpianti, dove l’apparire di tutti i propri volti del passato diventa parata domestica e confidenziale. Una richiesta di identità che si sottrae alla logica del ruolo, rivendicando la Bellezza della propria, personale unicità.
"Fatti bella per me" è uno degli sms raccolti da Sabina Grasso nel nuovo video che viene presentato alle Stelline. Decine di sms raccolti negli ultimi mesi e montati frame by frame in un diario di desideri, ossessioni, appuntamenti quotidiani scanditi dalla certezza di volere essere bella per te.
I Gluckstraße sono quattro ragazzi che sanno fare di tutto: disegnare, dipingere, fotografare, insegnare, rammendare. Fanno i grafici, comprano libri e masterizzano dischi. Leggono riviste internazionali e non guardano la televisione: vanno al cinema. Per la mostra hanno deciso di scolpire la propria vita in elegantissimi pop-up, proprio quelli dei libri per bambini; carte ritagliate, fragili e bellissime come le loro vite.

Catalogo Silvana Editoriale

Immagine: Stefania Romano, Baku, 03, c-print, cm 30x39

Uffici stampa:

Fondazione Stelline
Alessandra Klimciuk tel. (+39) 0245462437 fax (+39) 0245462432

CLP Relazioni Pubbliche
tel. 02433403 - 0236571438 fax 024813841

Inaugurazione: mercoledì 15 giugno 2005 ore 18.30

Fondazione delle Stelline
Corso Magenta 61 Milano
orari: lunedì ore 14/19; dal martedì al sabato ore 10/19; chiuso domenica e festivi
Ingresso libero

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