Darwin my Friend. Una sorta di collages fuori scala arricchito da alcuni wall-drawing. E' la narrazione dell'apprendistato emotivo dell'autore, condotta lungo il filo del ricordo. Il perimetro della galleria diventa il teatro della memoria dove si rappresenta un'esperienza personale scandita dai paradigmi darwiniani di Variabilita', Eredita', Segregazione Naturale.
Darwin my Friend
A cura di Maurizio Coccia
L’installazione Darwin my Friend, è stata appositamente ideata dall’artista danese, ma di origine ucraina, Sergei Sviatchenko per la Galleria Arturarte. Si tratta di una sorta di collages fuori scala arricchito da alcuni wall-drawing. È la narrazione figurata dell’apprendistato emotivo dell’autore, condotta lungo il filo del ricordo, ma senza struggimenti elegiaci. Come dice Maurizio Coccia nel catalogo: “Si procede per figurazioni allusive. Grandi rappresentazioni che si susseguono a ritmo discontinuo. Forme geometriche dal cromatismo piatto. Scampoli fotografici come ritagli imprecisi di gigantesche riviste. E su tutto, dietro a tutto, il coagulo minaccioso della dominante rossa.†Il perimetro della galleria diventa così, il teatro della memoria dove si rappresenta, per flashback, il passaggio di consegne di una sofferta esperienza personale, scandito dai paradigmi darwiniani di Variabilità , Eredità , Segregazione Naturale.
1. La teoria evoluzionistica di Darwin, fino a tempi molto recenti è stata oggetto di accese polemiche. E ancor oggi, in certe fasce oscurantiste della società , risulta non perfettamente assimilata. Ma la discussione dei suoi aspetti fisiologici e metafisici, in questa sede non ci interessa. Ciò su cui appuntare l'attenzione, invece, sono i concetti di variazione, trasmissione ereditaria, adattamento.
2. Il termine "evoluzione" non si riferisce solo alla materia e alla biologia, ma anche alla coscienza, legandosi all'idea di tempo. Infatti, la concreta esperienza interiore dello scorrere del tempo, si afferma come "durata", ovvero compenetrazione degli stati di coscienza in un amalgama in continua evoluzione, che solitamente chiamiamo memoria.
3. Il lavoro di Sergei Sviatchenko, a prima vista sembra tradire la sua derivazione dalle avanguardie storiche, in particolare dal Costruttivismo. Ma più che la tecnica (il collage), o un certo gusto formalistico, ciò che lo avvicina a quel movimento è la tendenza ad un'arte informativa e non rappresentativa, che sia in grado di stabilire un circuito di comunicazione intenzionata fra l'autore e il pubblico.
4. In questa mostra, però, ci sono almeno due elementi che definiscono l'originalità di Sviatchenko. In primo luogo, la stratificazione di materiali eterogenei, tipica del collage, viene annullata mediante la riproduzione fotografica del manufatto iniziale. E poi, il salto di scala, che modifica l'invaso spaziale con immagini sproporzionate, quasi a ricercare, attraverso le loro dimensioni e la loro articolazione, un'inedita tridimensionalità .
5. Si procede per figurazioni allusive. Grandi rappresentazioni che si susseguono a ritmo discontinuo. Forme geometriche dal cromatismo piatto. Scampoli fotografici come ritagli imprecisi di gigantesche riviste. E su tutto, dietro a tutto, il coagulo minaccioso della dominante rossa.
È una sequenza di flashback, non un racconto lineare. È la visualizzazione di un travagliato oscillare fra natura e umanità .
6. Ora è chiaro: siamo all'interno di un flusso di coscienza. E il fluire del pensiero non rispetta le regole grammaticali. La sintassi salta e le parole, monche, si fondono.
La coscienza si nutre di memoria. La memoria è l’accumulo delle variazioni accidentali utili alla sopravvivenza. Le variazioni vengono trasmesse ai discendenti. I discendenti, in virtù di questi caratteri insorti dalla selezione naturale, sono più forti (adatti) di chi li ha preceduti.
Sergei Sviatchenko ci mette al corrente, in tempo reale, del suo personale travaso di memoria ed esperienza.
Maurizio Coccia
Catalogo disponibile in galleria
Inaugurazione: 23 giugno 2005, ore 21:00
GALLERIA ARTURARTE
Via Cassia Km 36,300
Zona Industriale Settevene
01036 Nepi (VT)
Orari: lunedì – venerdì 9.00-18.00; sabato e domenica solo su appuntamento