Fondazione Giuseppe Mazzullo
Taormina (ME)
vico De Spuches, 3 (Palazzo Duchi di Santo Stefano)
0942 620129 FAX 0942 624544
WEB
Cecita'
dal 21/7/2005 al 24/7/2005
095 7151082 FAX 095 314532
WEB
Segnalato da

Tania Giuga




 
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21/7/2005

Cecita'

Fondazione Giuseppe Mazzullo, Taormina (ME)

Il progetto nasce dalla volonta' di 6 artisti di scorrere storie invisibili, di procedere a tentoni settorialmente, in direzione degli angoli oscuri delle piu' comuni percezioni. La pittura, il disegno-segno, la fotografia, la cancellatura, la performance. Tutti sintomi inequivocabili di un'osservazione viscerale, magica, divinatoria. A cura di Tania Giuga


comunicato stampa

Giovanni Manfredini
Valerio de Filippis
Angela Maltoni
Paolo Mattioli
Giovanni Monti
Giancarlo Savino
performance 'plasmare e svelare' di Daniela Riccioli

Progetto itinerante a cura di Tania Giuga

Il corpo ha un'anima? E l'occhio ha intera consapevolezza dell'anima delle cose?
Cosa ne sarebbe di un mondo devastato dal morbo della cecità?
Scotomizzato di quel salto ineffabile che lega la registrazione analitica del visibile al non-dicibile del corpus artistico? In un universo orbo l'infezione epistemologica condurrebbe al ritorno delle esigenze primarie: alla mera sopravvivenza. Pretesto di questa riflessione la letteratura, ma anche l'esperienza di un pubblico curioso quanto insensibile agli stimoli poco perspiqui dell'arte contemporanea. José Saramango - premio Nobel per la Letteratura 1998 - con il suo romanzo morale Cecità intraprende un viaggio feroce, dentro l'Uomo oscurato della capacità di leggere il reale attraverso lo sguardo. Ablati della vista a causa di un contagioso "mal bianco" i protagonisti di questo percorso ai confini con il dicibile si confrontano con la vacanza dell'etica da salotto di cui i paesi industrializzati si nutrono quotidianamente; costretti loro malgrado a sondare la segregazione, l'avidità, i precetti di una sapienza dell'ovvio e del proverbiale che, come in tutte le pesti narrative, viene travolta e ribaltata. Quale arte potrebbe sopravvivere in un universo caduto in disgrazia del suo strumento primo: la vista? Il bell'accessorio culturale indispensabile a saziare gli appetiti secondari dell'individuo senziente?
Questo micro progetto nasce dalla volontà di 6 artisti di scorrere storie invisibili, di procedere a tentoni settorialmente, in direzione degli angoli oscuri delle più comuni percezioni. La pittura, il disegno-segno, la fotografia, la cancellatura, la performance. Tutti sintomi inequivocabili di un'osservazione viscerale, magica, divinatoria.
Un'attitudine venefica rubricata sotto l'etichetta ambigua dell'epidemia creativa: non un enunciato, ma un'eccedenza.
Il nuovo spettatore della vecchia ossessione rappresentativa è chiamato a interrogarsi non solo su quel che "vede", ma su come funziona il suo individuale modus osservandi. Delocalizzare, desoggettivizzare, scoprire interstizi di senso per approdare a equilibri di consapevolezza insospettabili: nelle arti, nelle geografie, negli esigui territori della nostra svogliata attenzione alle variazioni della "Morte negli occhi".
Questa curatela chiama a sé due architetti coadiuvati da una ditta d'arredi - Maurizio Militello e Vincenzo Busà - a sentire strutturalmente il cono d'ombra delle opere, un fotografo a testimoniarne lo "scandalo" e un corpo vivo "manipolato" da una performer a commentare l'esistenza fisica di una bellezza che continua a vivere autonomamente dopo ogni fruizione materiale dell'arte.

con il patrocinio di:
Regione Sicilia
Comune di Taormina
Associazione Culturale Cavalieri di Federico II di Acireale

concept e comunicazione a|tratti
allestimenti e design Vincenzo Busà, Maurizio Militello
traduzioni in lingua inglese Mariagrazia Pisano

in collaborazione con: Finservizi, Panacea, Valtessile

Il Palazzo Duchi di Santo Stefano, che è uno dei monumenti più belli di Taormina e dell’architettura medioevale siciliana, ospita la "Fondazione Mazzullo" e le opere dell’artista siciliano. L’intera struttura è stata acquisita dal Comune di Taormina nel 1963. Dopo il restauro è stata destinata ad ospitare le opere dello scultore Giuseppe Mazzullo, nato a Graniti - piccolo centro della valle dell’Alcantara a pochi chilometri da Taormina - nel 1913 e morto a Taormina nel 1988.
Quasi tutte le sculture del maestro siciliano sono state realizzate in pietra lavica.
Mazzullo è stato, senz’altro, uno degli artisti più significativi dell’Italia del Novecento. Di lui e delle sue opere hanno scritto alcuni dei maggiori critici, da Palma Bucarelli a Marcello Venturioli, da Fortunato Bellonzi a Ferruccio Ulivi, Nello Ponente, Marco Valsecchi, Mario De Micheli. Ne hanno, inoltre, illustrato l’attività intellettuali ed artisti come Cesare Zavattini e Renato Guttuso che frequentavano lo studio dell’artista di via Sabazio a Roma (1946-1970). Negli anni ’70 il maestro Mazzullo si trasferì a Taormina e nel 1980, dopo una lunga trattativa, l’artista decise di donare alla città che lo ospitava una trentina delle sue opere, tra sculture e disegni, che furono collocate, in esposizione permanente, nel Palazzo Duchi di Santo Stefano. Nel 1981 l’amministrazione comunale d’accordo con la famiglia dello scultore, decise di costituire la "Fondazione Mazzullo" con sede proprio nel Palazzo che si trova nei pressi di porta Catania, a sud della città. L’attività della Fondazione è tesa alla promozione d’incontri culturali ed artistici.

Inaugurazione: 22 luglio 2005, ore 19.30

Fondazione Mazzullo, Palazzo Duchi di Santo Stefano, vico de Spuches, Taormina (ME)

IN ARCHIVIO [26]
Luigi Russo Papotto
dal 12/8/2015 al 22/8/2015

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