Due artisti di due generazioni diverse, se non addirittura contrapposte. Giovanni Cappiello esordisce nel 1990. Antonio Corpora, scomparso lo scorso anno, e' stato un protagonista dell'arte italiana del secolo scorso. Il lirismo di Cappiello si confronta con la grande energia sprigionata nei lavori di Corpora. Testi in catalogo di Enzo Battarra.
Giovanni Cappiello e Antonio Corpora
Si inaugura giovedì 7 luglio alle ore 18,30 a Bellona (Caserta), presso il Centro
Umanistico Incontri Internazionali (Cuii) di Antonio e Aika Sapone, la mostra
dedicata a Giovanni Cappiello e Antonio Corpora. I testi in catalogo sono del
critico d'arte Enzo Battarra, con la prefazione del sindaco di Castel Morrone
Aniello Riello e un intervento di Marina Scialdone.
Due artisti di due generazioni diverse, se non addirittura contrapposte. Giovanni
Cappiello, di Castel Morrone, muove i suoi primi passi nel 1990. Da allora una
continua crescita sia dal punto di vista della qualità del lavoro sia per quanto
riguarda la sua notorietà tra gli addetti ai lavori. Antonio Corpora, scomparso lo
scorso anno, è stato un protagonista dell'arte italiana e internazionale del secolo
scorso.
Scrive Enzo Battarra: "La purezza: ecco cosa ci sovviene guardando le tele di
Giovanni Cappiello. C'è un lirismo puro, un'idealità che supera la corteccia della
vita. Ma, al tempo stesso, si sa che una qualunque opera non può nascere al di fuori
del contesto in cui matura. Allora, bisogna diradare i sogni e bisogna andare a
leggere quelle che sono le motivazioni di questa pittura senza confini.
E dentro l'opera c'è una realtà , sublimata ma presente, una realtà fatta di incontri
e di relazioni personali, ma anche di notizie e di informazioni che provengono
dall'etere e che riguardano i tanti accadimenti che si susseguono incessantemente
sulla crosta terrestre".
Il lirismo puro di Cappiello si confronta con la grande energia sprigionata nei suoi
lavori da un maestro come Corpora.
"Dov'è l'uomo - scrive Battarra - nelle opere di Corpora, dov'è il dominatore di
mari e di terre, dov'è l'impavido? E' sempre al di là dell'opera, sommerso dalla
luce, esaltato dalla vita. E' comunque assente, la sua presenza non è palpabile,
sfugge al ricordo, alla visione. C'è troppa tensione in ogni opera per poter
assecondare altre presenze. Chi racconta di altri in realtà narra di se stesso. Non
c'è spazio, in ogni nostra solitudine, per riferire altre storie. L'uomo è così una
macchina invisibile. Seppure imperfetto, è comunque una macchina che porta in sé il
senso della vita. E i nostri occhi devono imparare a leggere più in profondità le
pieghe dell'animo. Lì dove l'uomo esce di scena".
Immagine: Antonio Corpora, Mediterraneo vecchio, 1973
Inaugurazione. giovedì 7 luglio alle ore 18,30
Centro Umanistico Incontri Internazionali Antonio e Aika Sapone
Via Giovanni Verga, 50 - Bellona (CE)
Orario. dal martedì al sabato, dalle ore 16 alle 19