Una rinascita nell'Umbria medievale. Il progetto espositivo, accanto alle testimonianze della scultura arnolfiana in Umbria, propone alcune opere pittoriche dei maggiori artisti del tempo, quali Cimabue, Duccio di Boninsegna e Giotto. Saranno eccezionalmente presenti due affreschi staccati provenienti dalla Basilica di S. Francesco di Assisi.
Una rinascita nell'Umbria medievale
a cura di Vittoria Garibaldi e Bruno Toscano
A settecento anni dalla morte di Arnolfo di Cambio, l'Umbria dedica al grande
maestro della scultura un vasto progetto espositivo, articolato in due sedi, Perugia
e Orvieto, destinato a riscoprire un momento particolarmente fecondo della loro
civiltà artistica.
Il progetto espositivo, curato da Vittoria Garibaldi e Bruno Toscano, accanto alle
preziose e rare testimonianze della scultura arnolfiana in Umbria, propone alcune
opere pittoriche dei maggiori artisti del tempo, quali Cimabue, Duccio di
Boninsegna e Giotto. In particolare, saranno eccezionalmente presenti due affreschi
staccati provenienti dalla Basilica di S. Francesco di Assisi, l'uno riproducente un
grande Angelo di Cimabue, temporaneamente rimosso dalla tribuna della chiesa
superiore per una verifica conservativa, l'altro una Figura allegorica di Giotto,
proveniente dall'abside della chiesa Inferiore, conservato nel Museo delle Belle
Arti di Budapest.
Nella sede perugina della mostra, allestita nella sala Podiani della Galleria
Nazionale, un'intera sezione sarà dedicata alla ricostruzione del contesto storico e
politico tra XIII e XIV secolo, caratterizzato da grandi trasformazioni culturali,
sociali e urbanistiche, legate alla presenza delle residenze papali nelle due cittÃ
umbre. In tale ambito saranno esposti preziosi paramenti sacri, oreficerie, codici
miniati e documenti riferiti al soggiorno e all'attività dei pontefici, che
permettono di percepire la complessità e il fervore artistico che anima le "cittÃ
dei Papi" tra Due e Trecento.
Elemento di eccezionale rilievo, sia scientifico che espositivo, sarà costituito poi
dalla ricomposizione della fonte del "Grifo e del Leone", altrimenti detta "degli
Assetati", opera monumentale che Arnolfo eseguì per il Comune di Perugia all'inizio
del 1281, originariamente collocata nel lato della piazza grande opposto alla
fontana Maggiore. I cinque marmi superstiti, raffiguranti personaggi di intensa
espressività , elementi di un messaggio simbolico colto e raffinato del tutto nuovi
per la società comunale, saranno inseriti in una dimensione architettonica,
suffragata da nuove indagini storico-documentarie, che riproporrà la monumentalitÃ
della fonte con l'accostamento delle grandi statue bronzee del Grifo e del Leone.
Non mancherà inoltre la possibilità di ripercorrere i momenti di crisi che hanno
determinato la distruzione della fonte agli inizi del Trecento.
Una suggestiva ambientazione consentirà di rivivere lo spazio urbano del centro
antico di Perugia, tra la perduta fontana di Arnolfo, il primo nucleo del palazzo
dei Priori, l'antica cattedrale e la fontana di Nicola Pisano; di quest'ultima
saranno esposte alcune parti originali, ma il monumento sarà direttamente visibile
dalla sala Podiani.
La sede orvietana dell'evento, nel suggestivo allestimento collocato nella chiesa di
Sant'Agostino, è prevalentemente dedicata alle trasformazioni urbanistiche e
culturali che culmineranno nel primo ventennio del Trecento nel cantiere del nuovo
Duomo.
La presenza di Arnolfo, con il monumento De Braye, è in tal senso rappresentativa
delle novità legate alla corte pontificia, presente a Orvieto, con continuità dalla
seconda metà del Duecento.
Le opere esposte, oltre ad alcuni capolavori provenienti forse dallo stesso
monumento de Braye, richiamano proprio l'ambiente cosmopolita del primo cantiere del
Duomo, il cantiere pontificio, fino all'arrivo in Orvieto del "Maestro sottile" il
"secondo maestro del Duomo".
In entrambe le città si ha l'occasione di arricchire la mostra con la visita ai due
importanti monumenti ancora presenti nelle chiese dedicate a San Domenico: a Perugia
il cenotafio di Benedetto XI attribuito a seguaci arnolfiani e a Orvieto il
monumento funebre al Cardinal De Braye dello stesso Arnolfo di Cambio.
Un'attenzione originale sarà infine dedicata alla ricostruzione dell'"assenza"
ovvero dell'entità del patrimonio, in rapporto a quanto si è conservato e perduto.
In tale ambito sarà possibile visitare la collezione di frammenti lapidei del Museo
della Cattedrale, provenienti da perduti monumenti un tempo esistenti in Cattedrale,
nella quale tra il 1216 e il 1305 si svolsero ben cinque conclavi.
L'iniziativa si inserisce in un contesto territoriale denso di testimonianze del
Duecento e del Trecento. La mostra sarà pertanto una straordinaria opportunità per
scoprire, attraverso un suggestivo itinerario che collega le due città e più
precisamente le due chiese domenicane, le testimonianze artistiche ed
architettoniche di una cosiddetta Umbria "minore", testimone eccellente dell'unicitÃ
che caratterizza il suo patrimonio storico e il suo ambiente naturale. Lasciando le
strade di grande percorrenza, si può rivivere la suggestione di un antico passato
costeggiando chiese, abbazie e castelli attraverso luoghi e borghi di particolare
fascino, nei territori di Assisi, Spello e Bevagna, Giano dell'Umbria e Massa
Martana, Todi, Titignano e Prodo.
La mostra è promossa in collaborazione con il Comune di Perugia, la Regione
dell'Umbria, la Provincia di Perugia, la Provincia di Terni, il Comune di Orvieto,
l'Opera del Duomo di Orvieto e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio
di Perugia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
Il coordinamento organizzativo della mostra è affidato a Civita
Il catalogo è edito da Silvana Editoriale
Sedi
Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia
Chiesa di Sant'Agostino, Orvieto
Prenotazione gruppi: tel 02.43353522 (lunedì-venerdì dalle 9,00 alle 18,00)
Prenotazione scuole: tel 800 22 33 00 (dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30
e dalle 14.30 alle 16.30)
Ufficio Stampa:
Studio Esseci / Sergio Campagnolo Tel. +39 049 663499 fax +39 049 655098
Civita / Barbara Izzo Tel. +39 06 692050220 fax +39 06 69942202