Ex convento di San Francesco della Scarpa
Bari
via Pier l'Eremita 25/B
080 5285111 FAX 080 5285214
WEB
Stephen Cox
dal 20/7/2005 al 26/9/2005
080 5285111 FAX 080 5285214
WEB
Segnalato da

Lia De Venere


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Stephen Cox



 
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20/7/2005

Stephen Cox

Ex convento di San Francesco della Scarpa, Bari

La mostra dell'artista britannico inaugura i nuovi spazi espositivi del complesso San Francesco alla Scarpa, sede istituzionale della Soprintendenza. Circa 50 fra opere scultoree e disegni ripercorrono la vicenda artistica dell'autore, fra queste molte sculture di tufo ispirate all'anima della Puglia


comunicato stampa

La mostra di Stephen Cox, organizzata dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Bari e Foggia in collaborazione con la Capricorno Gallery di Capri, è stata patrocinata dal Comune di Bari e dal Consolato Britannico di Napoli, nel quadro delle iniziative che questo organismo svolge per la promozione ed il rafforzamento delle relazioni culturali con l’Italia. L’evento è stato reso possibile grazie alla sensibilità culturale ed al contributo della Brindisi LNG.

La Mostra dell’artista britannico inaugura i nuovi spazi espositivi del complesso “San Francesco alla Scarpa”, sede istituzionale della Soprintendenza. L’evento segna l’impegno della Soprintendenza sia nei confronti dell’arte contemporanea che nell’aumento degli spazi dedicati alla fruizione culturale.

Il 21 luglio saranno esposte circa cinquanta fra opere scultoree e disegni che ripercorreranno la vicenda artistica dell’autore di Bristol (2 di queste sono state installate nel chiostro di San Francesco alla Scarpa il 16 giugno in occasione del Genetliaco della Regina d’Inghilterra). Stephen Cox è senza dubbio uno degli scultori di maggior successo degli ultimi anni. Le recenti esposizioni che due dei più prestigiosi musei del mondo (la Tate e la National Gallery di Londra) gli hanno dedicato, hanno rappresentato solo le ultime conferme di quanto il genio di Cox rappresenti ormai un punto imprescindibile delle ricerche visive di questi anni.

L’artista britannico è da sempre impegnato in una ricerca scultorea che nasce dalla suggestione dell’uso di materie differenti: la pietra, il marmo, il granito. E nel metodo già si rivela tutta la sua poetica: l’arte come recupero della memoria e sfida continua a dialogare col passato. Ma, l’opera di Cox non è mai piegata ad una sterile maniera nostalgica. La sua, piuttosto, è un’ispirazione che vive dell’onnivora curiosità del viaggiatore ed è, per questo che, nelle sue sculture, si incontrano tanto elementi classici di patente richiamo alle civiltà occidentale quanto il segno primitivo delle culture esotiche. I suoi primi lavori, alla fine degli anni sessanta, non ignorano la forza sperimentale della scultura del XX secolo e, più precisamente, sembrano germogliare dalle riflessioni sull’eredità del modernismo.

Nel decennio successivo Cox lavorerà ad una scultura con energiche ascendenze dal coeva minimalismo americano. Le opere che nasceranno – a detta dei più autorevoli critici di arti visive – avranno una resa che scopriva più debiti con la pittura astratta che non con le ricerche spaziali contemporanee. In questo senso, in pittori come Newman, Reinhardt e Rothko si riscontrano le fonti principali dell’ispirazione dell’artista.

Nel 1979, l’artista intraprende il suo primo viaggio in Italia. L’effetto sul suo lavoro sarà sconvolgente. E’ lo stesso Cox che di recente ha rivelato quanto la pittura del quattrocento italiano (soprattutto Piero della Francesca) e l’architettura e la scultura rinascimentale (il lavoro di Agostino di Duccio al Malestiano di Rimini, Donatello, Luca della Robbia o il Ghiberti, ad esempio), lo abbiano profondamente ispirato.

Gli anni Ottanta sono gli anni in cui Cox lavorerà intensamente ad uno dei suoi temi preferiti: l’iconografia del San Sebastiano. E la figura del santo, martoriata da secoli dalle frecce dell’ottusità e dell’ignoranza, sarà, nella sua ricerca, ancora più drammatica, in quanto l’artista darà sempre e solo il busto del santo: non corpo scultoreo integro, ma “reperto”, forma già avvilita e “cosa” sulla quale leggere, non solo l’oltraggio dello scherno, ma quello indelebile del tempo. Sono opere, queste, in cui si fa chiara tutta la carica sensuale della sua scultura. Dimensione erotica che, fino ad allora, un certo protestantesimo inglese, era riuscito a tacere. Maggiore rilievo acquistano i dettagli (in quest’ottica, la cura per il particolare deriva dallo studio del Barocco) e le pieghe quasi carnali che impone alla pietra.

Nell’artista, ormai, la commistione tra sacro e profano, tra la spiritualità più diafana e la sessualità diventano elementi imprescindibili; ed anche le fonti d’ispirazioni – ora la classicità mediterranea, ora l’esotismo dell’India – si fanno complesse.

L’occasione per approfondire la cultura indiana, a Cox verrà fornita dal British Council nel 1985, quando sarà invitato dall’Istituto a rappresentare il proprio paese alla VI Triennale indiana. E quel viaggio, e il lungo soggiorno che ne scaturirà, sarà per Cox, una vera e propria rivelazione.
Di qualche anno più tardi è l’approdo dell’artista in un altro luogo ricco di suggestioni e di tradizioni, l’Egitto. Resta talmente colpito da scegliere la nazione come una delle basi stabili per il suo lavoro.

In Italia, dove ha uno studio, tornerà presto ed il nuovo soggiorno, sarà il pretesto per approfondire gli studi sul medioevo toscano, ma, soprattutto, darà una svolta definitiva alla sua arte. Sono gli anni in cui la forza iconica della pittura italiana diventerà uno dei demoni più animati della ricerca di Cox.

Le molte sculture presenti in mostra segnano la relazione di Cox con il Mondo come artista contemporaneo, ispirato dalle civiltà del passato la cui arte senza tempo ha una presenza sensazionale per noi oggi mentre ci sforziamo di marcare il nostro tempo con messaggi universali per il futuro.Affianco a questi lavori, sculture di tufo pregne dell’anima di Puglia, il cui paesaggio e architettura riflettono le influenze che hanno condizionato la cultura dell’Europa come porta per l’Oriente.

ENTI PROMOTORI:
Soprintendenza del Patrimonio Storico Artistico per le province di Bari e Foggia in collaborazione con la “Capricorno Gallery” di Capri di Antonina Zaru

PATROCINI:
Comune di Bari
Consolato Britannico di Napoli

MAJOR SPONSOR:
Brindisi LNG

SPONSOR TECNICI:
Ditta Martino Solito
Maioli s.r.l.

UFFICIO STAMPA: Tel./fax.: 080/5285230; e-mail: milella@artipuglia.it

Inaugurazione: giovedì 21 luglio ore 19,00

ex convento di San Francesco della Scarpa
via Pier l'Eremita 25/b
Bari
Orari: dalle 9,00 alle ore 13,00 dal lunedì al venerdì. 25–26 settembre aperto in occasione delle Giornate Europee della Cultura
Ingresso gratuito

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