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Domenico Rocchi



 
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1/12/2000

In-trusi e E-vasi

Classico Village, Roma

Nel lavoro di Domenico Rocchi si intrecciano due sistemi rappresentativi normalmente molto lontani: la scultura e la fotografia. Una serie di vasi di silicone vengono accostati dall'autore a delle immagini fotografiche, sempre realizzate da lui, sia a colori che in bianco e nero. I vasi sono stati creati spalmando il silicone su piu' strati, oppure intrecciando dei fitti incroci filamentosi: sono fragili e morbidi, ma allo stesso tempo compatti e resistenti.


comunicato stampa

Di Domenico Rocchi.

Nel lavoro di Domenico Rocchi si intrecciano due sistemi rappresentativi normalmente molto lontani: la scultura e la fotografia. Una serie di vasi di silicone vengono accostati dall'autore a delle immagini fotografiche, sempre realizzate da lui, sia a colori che in bianco e nero.

I vasi sono stati creati spalmando il silicone su piu' strati, oppure intrecciando dei fitti incroci filamentosi: sono fragili e morbidi, ma allo stesso tempo compatti e resistenti, sono a tratti trasparenti, a tratti oscuri e impenetrabili, sono contenitori di altri corpi, oppure sono essi stessi contenuti, abbracciati dalle immagini. Ogni vaso e' l'espressione di uno stato d'animo, o ancora meglio di uno stato dell'essere: paure, rabbie, parassitismi mentali o intrusioni violente. Ogni vaso diviene una sorta di personaggio, qualcuno da guardare, messo a nudo, in un suo momento estremo.

Le colature, le protuberanze, le macchi di colore e rilievo, le bocche sfaldate e aperte, o strette e serrate, i corpi a volte flosci che non sanno stare in piedi fino a doversi appoggiare, a volte irti, dritti, perentori, non sono altro che le molteplici e multiformi forme dell'essere piu' intimo, dello spazio piu' interno. Il vaso da sempre, fin nelle mitologie piu' arcaiche, e' di per se' il contenitore, quindi l'oggetto che contiene, e quindi cela alla vista e insieme preserva: non a caso e' da sempre l'oggetto-simbolo della memoria, anche di quella piu' nascosta e profonda.

Le immagini fotografiche che Domenico ha associato ai suoi vasi sono come folgorazioni, immagini trovate, nelle situazioni piu' diverse, senza nessuna logica che le collega l'una all'altra. Ogni immagine puo' stare solo e solo con quel dato vaso, ogni immagine si pone come una didascalia visiva, come un eco lontana eppure forte e chi

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