Fotografia e progetto. Basilico, Cresci, Migliori, Nicosia. La XIV edizione del Festival si propone di riflettere sulla progettualita' che sta dietro un'immagine e, soprattutto, dietro ad un percorso creativo. L'indagine di Denis Curti, curatore del festival, scaturisce dal presupposto che e' il progetto a definire la fotografia: ne costituisce il segno distintivo ed eleva la mera immagine a pensiero, a suggestione, a valore.
Basilico, Cresci, Migliori, Nicosia
La XIV edizione del Festival Foto Portfolio in Piazza si propone di riflettere sulla progettualità che sta dietro un’immagine e, soprattutto, dietro ad un percorso creativo. L’indagine di Denis Curti, curatore del festival, scaturisce dal presupposto che è il progetto a definire la fotografia: ne costituisce il segno distintivo ed eleva la mera immagine a pensiero, a suggestione, a valore. L’autore connota l’esperienza della visione e crea così, attraverso la formalizzazione dell’idea, un fondamento progettuale che porterà solo successivamente all’azione di costruzione dell’immagine e alla sua rappresentazione.
Sperimentazione ed esperienza personale si attivano per generare nell’atto creativo una risposta necessaria e funzionale: nel progettare il fotografo delimita il suo campo investigativo, si crea motivazioni, analisi, obiettivi e soluzioni, ma anche fasi e criteri di intervento; solo a questo punto l’opera acquista un determinato valore ed il suo risultato diviene lavoro fotografico. Perché fotografare è “porre nella stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. E’ un modo di vivere.†(Henri Cartier-Bresson)
Attraverso l’esperienza di Basilico, Cresci, Migliori e Nicosia, grandi autori che hanno fatto la storia della fotografia internazionale, attraverso i loro lavori dunque e i workshop da loro condotti, il festival si propone di individuare la pre-condizione progettuale che diviene contributo determinante nella costruzione e nell’affermazione dell’opera stessa.
La città diffusa fotografie di Gabriele Basilico
Sottoposto ad una trasformazione accelerata nel tempo senza precedenti, lo spazio urbano si presenta oggi come una vera e propria metafora della società , uno scrigno ricchissimo di indizi sulla vita contemporanea che merita di essere osservato con grande attenzione.
Un lavoro sulla periferia urbana, divenuta negli ultimi anni lo scenario prediletto per le ambientazioni di romanzi e film, cantiere ideale della sperimentazione architettonica a partire dal dopo guerra. Essa si mostra come il terreno più complesso e cosmopolita della città : luogo di confine per eccellenza. Immagini realizzate tra il 2001 e il 2004 che affrontano il tema della periferia come laboratorio aperto, come work-in-progress, scattate in luoghi e città diverse, anche lontane. Immagini che sorprendono e incantano, oggetto di una nuova interpretazione estetica del tessuto e del luogo urbano, secondo un accostamento e una sequenza che rifuggono da ogni paradigma tipologico, geografico e storico, quasi a costruire una narrazione concepita come flusso musicale.
Misurazioni fotografie di Mario Cresci
“Misurazioni†è un’esplorazione del rapporto tra fotografia, immagine, antropologia e memoria. “Fare fotografiaâ€, dice Cresci, “è per me la riflessione continua sul mezzo e sulle sue potenzialità , niente affatto acquisite, ma soggette ad una continua ricerca linguisticaâ€.
Cresci è noto nel panorama artistico internazionale per il suo approccio semiologico al linguaggio visivo, che l’ha portato a compiere un percorso ed una ricerca che oltre alla fotografia contempla la progettazione grafica e la scrittura teorica. Questo lavoro è il frutto di una ricerca compiuta tra il 1974 e il 1979, periodo segnato dal suo insediamento a Matera, dove trascorrerà l’intero decennio e alla quale sono dedicate le immagini della mostra. L’evoluzione artistica di Cresci è imprescindibile dalla sua vicenda biografica, legata in buona parte a quel Mezzogiorno d’Italia, e alla Basilicata in particolare, di cui ha saputo dare un’immagine non convenzionale, lontana dai clichè oleografici quanto dall’approccio tradizionale della fotografia sociale, o del reportage. Una visione “dall’interno†di chi per vent’anni in quei luoghi ha vissuto, lavorato, e nel suo caso, lottato per una migliore qualità della vita e del progetto.
Segnificazioni fotografie di Nino Migliori
Un lavoro del 1978 che si interroga sulla credibilità della fotografia come rappresentazione fedele della realtà . Arturo Carlo Quintavalle in un testo illuminante sul lavoro di Migliori sottolinea l’assunto che “la fotografia si suppone riproduca la realtà â€, ma la realtà è forse riproducibile? La realtà riprodotta è veramente la traduzione di ciò che vediamo o è altro? È oggettivamente altro, poichè è un segno a parte, “una mercificazione del senso†nelle parole di Quintavalle. La smaterializzazione dell’oggetto applicata da Migliori, carica di senso i particolari e li investe di significati. Con Segnificazione egli attraversa con una strizzatina d’occhio tutta la storia dell’arte: passa dalla cultura contemporanea fissata in una visione macroscopica della realtà , per poi sfiorare con i suoi particolari il surrealismo e approdare quindi al “movimentoâ€, cardine del Futurismo. Uno, nessuno centomila… I significati sono tanti quante le realtà significate. E non si può che concordare con Philippe Daverio quando, a proposito della visione di Migliori, proclama: “La fotografia ha diritto all’ambiguità â€.
L’ultimo sole fotografie di Carmelo Nicosia
Carmelo Nicosia conduce una ricerca sulle tematiche dello spostamento, della memoria e delle relazioni che intercorrono tra la presenza umana e gli scenari del pensiero contemporaneo. Il progetto fotografico “L’ultimo sole†comprende immagini realizzate tra Acicastello, Acitrezza, Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e altri luoghi mitici del Mediterraneo che sintetizzano i momenti rituali del viaggio e della navigazione: la partenza, le soste, l’attesa, l’approdo… Così come gli elementi naturali dai quail si sprigiona l’energia che dona il ritmo al viandante: acqua, aria e materia vulcanica. Lo sguardo è rivolto piu' ad un arcipelago immaginifico che ad una geografia apparente e consolidata così che il viaggio diviene paradigma di un viaggio interiore alla ricerca di un approdo conosciuto, ma troppo spesso dimenticato tra le pieghe della coscienza umana. Dalle paroleinfo@portfolioinpiazza.it dell’autore:
"Nei luoghi dell'ultimo sole il viandante del terzo millennio riposa il corpo e la mente. La roccia calda emana vapori misteriosi e attira lo sguardo del viaggiatore che si è messo in cammino; egli ha seguito il corpo e la mente, ha abbandonato la dimora, ha rivolto altre attenzioni, ha seguito elementi primari. I luoghi dell'ultimo sole hanno le caratteristiche della nostalgia per un passato mai visto e per un futuro sconosciuto, luoghi del distacco che squarciano il veli della visione, alla ricerca di uno sguardo primigenio".
Immagine: Mario Cresci, Misurazioni
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