Scuderie di Palazzo Moroni
Padova
via del Municipio, 1
049 8204518, 049 8204525 FAX 049 8204532
WEB
Wim Wenders
dal 17/9/2005 al 30/10/2005
049 8721598 FAX 049 8721598
WEB
Segnalato da

Centro Nazionale di Fotografia



approfondimenti

Wim Wenders
Enrico Gusella



 
calendario eventi  :: 




17/9/2005

Wim Wenders

Scuderie di Palazzo Moroni, Padova

La mostra e' costituita da una quarantina di scatti in bianco e nero che propongono allo spettatore il mondo delle immagini costruito dal regista tedesco, testimonianze visive della sua personale concezione della realta' e della vita. Le fotografie esposte sono state scattate sui set cinematografici dei film girati nella sua lunga carriera.


comunicato stampa

Il mondo delle immagini

a cura di Enrico Gusella

Si inaugura sabato 17 settembre, alle ore 18.30 nelle Scuderie di Palazzo Moroni (Via del Municipio 1), la mostra fotografica “Wim Wenders – Il mondo delle immagini”.
L’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco di Padova e il Goethe Institut di Roma, presenta il terzo appuntamento del ciclo dedicato al cinema d’autore e ad alcuni dei suoi più importanti protagonisti.

La mostra è costituita da una quarantina di scatti in bianco e nero che propongono allo spettatore il mondo delle immagini costruito dal celebre regista tedesco, testimonianze visive della sua personale concezione della realtà e della vita. Le fotografie esposte sono state scattate sui set cinematografici dei film girati nella sua lunga carriera, a partire da Alabama: 2000 light years (1968), uno dei suoi primi cortometraggi, fino al più recente Così lontano, così vicino (1992), passando per i celebri Paris, Texas (1983) e Il cielo sopra Berlino (1986).
Uno dei nodi centrali dell’immaginifico mondo del cineasta tedesco è quel triste e solitario viandante che attraversa il mondo alla scoperta del suo Io nella speranza che, nel suo vagare senza meta, possa ancora accadere qualcosa capace di mutare la sua vita. Gli eroi wendersiani guidano i film verso i luoghi che vanno a scoprire, denudandone di volta in volta la realtà. Al contempo anche i luoghi raccontano molte cose sui personaggi, svelandone le emozioni più profonde. Spesso i protagonisti delle pellicole di Wenders si rifugiano solo in se stessi, mostrando un’aria smarrita: stranieri in un mondo gelido che “non sono in casa né qui, né in città, né in un paese qualsiasi”.

Le visioni di Wim Wenders si raffigurano anche nelle immagini che alcuni suoi eroi realizzano da sé: foto polaroid (Alice nelle città), pubblicitarie (Il corso del tempo), realizzate con l’autoscatto (L’amico americano), inquadrature tratte dai film (Lo stato delle cose) o dai video (Appunti di viaggio su moda e città), immagini oniriche (Fino alla fine del mondo).
Proprio in questo senso il regista tedesco si rivela non solo un profondo conoscitore della realtà ma, soprattutto, un attento osservatore del mondo. Lo stesso che, filmato e filtrato, risulta essere, dalle sue pellicole, l’espressione di uno sguardo meditativo e contemplativo, a volte sognante, ma sempre e comunque colto nei “momenti di verità”, quei momenti decisivi in cui vengono tratti i bilanci dell’esistenza. Nel cinema di Wenders l’uomo davanti alla cinepresa diventa, così, punto di partenza per riflessioni sull’umanità più varia e sulla civiltà moderna.

Biografia

Wim Wenders nasce a Düsseldorf il 14 agosto 1945. A quattro anni lascia il luogo natio e si trasferisce con la famiglia a Oberhausen. A sei anni avviene il primo contatto con il cinema: “i miei genitori mi diedero un vecchio proiettore a mano e alcuni vecchi film che possedeva mio padre di Chaplin e Keaton. In dieci anni vidi lo stesso film mille volte, come gli operatori.” Una volta diplomatosi, si iscrive prima a Medicina e poi a Filosofia, con scarso successo. In seguito il suo amore per la pittura lo porta a Parigi, dove si ferma per un anno, studiando l’arte del dipingere e lavorando come incisore in un atelier di Montmartre. Successivamente tenta di superare l'esame di ammissione alla rinomata scuola di cinematografia IDHEC, ma senza successo. Così nel 1967 rientra in Germania, dove frattanto il cinema ha conosciuto una ripresa di interesse, e si trasferisce a Monaco di Baviera per iscriversi ai corsi della HFF (Accademia di Cinema e Televisione). Tra il 1967 e il 1970 inizia a scrivere come critico cinematografico, collaborando a Filmkritik e al quotidiano Süddeutsche Zeitung. Dopo aver realizzato i primi lungometraggi, Summer in the City, Prima del calcio di rigore e La lettera scarlatta, Wenders si cimenta, a partire dal 1973, con la tematica del viaggio, che lo porta a realizzare la ‘Trilogia della strada’. Iniziatore, nel 1971, della cooperativa di produzione e distribuzione Filmverlag der autoren, fonda nel 1974 la Wim Wenders Produktion a Monaco. Nel 1979 costituisce la società di produzione Road Movies Produktion, con sede a Berlino. In seguito tenta la strada dell'emigrazione negli USA, cedendo anche alle continue richieste del regista americano Francis Ford Coppola che lo invita a realizzare un film sulla vita del detective-scrittore Dashiell Hammett. Rientrato provvisoriamente in Europa, Wenders vince nel 1982 il Leone d'Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, con il film Lo stato delle cose, a cui ha fatto seguito un altro prestigioso premio, la Palma d'Oro, ricevuta al Festival di Cannes per il film Paris, Texas (1984). Nel 1989 gli conferiscono la laurea ad honorem all’Università La Sorbonne di Parigi. Dagli esordi fino ad oggi, Wenders ha esplorato tutti gli aspetti delle tecniche cinematografiche che la moderna tecnologia gli ha messo a disposizione, come in Fino alla fine del mondo (1991), nel quale ha compiuto esperimenti nel campo dell'alta definizione. Nel 1997 gira a Los Angeles Crimini invisibili, con musiche curate da Bono, il cantante degli U2. Esprime il suo amore per la musica anche nel documentario Buena Vista Social Club, girato nel 1998 a Cuba. La sua ventesima pellicola, The Million Dollar Hotel, vince l’Orso d’argento speciale della giuria alla 50ª edizione della Berlinale. Con La terra dell’abbondanza (2004) Wenders riflette sui cocci del sogno americano dopo l’attacco alle Torri Gemelle. E l’America, con i suoi vasti cieli azzurri, i brandelli di nuvole candide e le pianure polverose, torna anche in Non bussare alla mia porta (2005), che vede la partecipazione del cineasta tedesco all’ultima edizione del Festival di Cannes.

Mostra promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco di Padova e il Goethe Institut di Roma.

Direzione della mostra: Alessandra De Lucia.

Scuderie di Palazzo Moroni
Via del Municipio 1 - Padova
Orario: da martedì a domenica 9.30-12.30/15.30 – 18.30. Chiuso il lunedì
Ingresso libero

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