Museo di arte moderna e contemporanea - MART
Rovereto (TN)
corso Bettini, 43
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
Dalla Pop art alla Minimal
dal 28/9/2005 al 29/1/2006
Martedi', Mercoledi', Giovedi', Sabato e Domenica h. 10-18, Venerdi' 10-21. Lunedi' chiuso

Segnalato da

Flavia Fossa Margutti




 
calendario eventi  :: 




28/9/2005

Dalla Pop art alla Minimal

Museo di arte moderna e contemporanea - MART, Rovereto (TN)

Nelle sale del primo piano del museo in mostra alcune opere della Collezione di Ileana Sonnabend recentemente arricchitasi di pezzi importanti come le famose serigrafie della Campbell Soup di Andy Warhol, dipinti di Rosenquist, di Oldenburg e di Roy Lichtenstein. La mostra analizza in parallelo la produzione artistica italiana degli anni '50, '60 e '70, con opere di Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Jannis Kounellis e Gilberto Zorio. Chiude la rassegna un capitolo dedicato alle correnti della Minimal Art e di Artinform, con opere di Robert Morris e Bruce Nauman.


comunicato stampa

La Collezione Permanente del Mart si arricchisce di un nuovo percorso: dal 29 settembre 2005 al 29 gennaio 2006 in mostra le opere americane e italiane della Collezione Sonnabend.

Il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto torna ad esporre la Pop Art. Nelle sale del primo piano del museo, dal 29 di settembre, in mostra alcune opere della Collezione di Ileana Sonnabend, al Mart dal 2002 e recentemente arricchitasi di pezzi importanti che il pubblico del museo potrà ammirare per la prima volta: le famose serigrafie della Campbell Soup di Andy Warhol, dipinti di Rosenquist, di Oldenburg e di Roy Lichtenstein.

Dalla Pop art alla Minimal. Opere dalla collezione permanente del Mart, curata da Gabriella Belli e Nicoletta Boschiero, analizza in parallelo la produzione artistica italiana degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, con opere di Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Jannis Kounellis e Gilberto Zorio.
Chiude la rassegna un capitolo dedicato alle correnti della Minimal Art e di Artinform, con opere di Robert Morris e Bruce Nauman.

Pop art americana e italiana
La Pop art americana è stata il fenomeno più importante nell'arte figurativa degli anni sessanta. Il termine "pop" sta per "popular" e definisce una forma d'arte che descrive in modo immediato e comprensibile gli aspetti più tipici della società massificata, opulenta e tecnologica degli Stati Uniti.

Gli artisti adottano i mezzi espressivi offerti dalla cultura di massa e ne interpretano i temi, o i miti, con un atteggiamento disincantato che a volte li ironizza e a volte ne amplifica gli innegabili effetti di suggestione. Del resto, gli artisti stessi provengono da professioni strettamente inerenti all'industria culturale: Warhol era stato un designer di scarpe, Rosenquist aveva esperienza di cartellonistica pubblicitaria, Lichtenstein era stato vetrinista, Oldenburg grafico, Wesselmann disegnatore di fumetti.

Fra gli anni Cinquanta e i Sessanta un momento di grande vitalità sperimentale in ambito artistico ha generato, negli Stati Uniti, movimenti come il New-dada. In seno a questa poetica, artisti come Robert Rauschenberg, Jim Dine e Jasper Johns trasformano il quadro in un assemblaggio di elementi eterogenei: il piano pittorico si apre e si articola nello spazio, non solo immagini preesistenti ma anche oggetti reali, scelti fra i più comuni della vita quotidiana, dalle bottiglie di Coca-cola ai tubi delle stufe.

La Pop art italiana percorre le stesse strade della Pop internazionale, pur con un certo ritardo cronologico. In Italia la vena pop si sviluppa in particolare a Roma intorno a Piazza del Popolo: già nel 1961 Mario Schifano propone i suoi segnali, le sue scritte pubblicitarie "Esso"-"Coca Cola", tutte rivisitate in chiave pittorica. Lo sconvolgimento sociale rappresentato dal '68 spinge quasi tutti gli autori a percorrere altre vie, facendo i conti con una perdita di innocenza che è generazionale, e che segna un punto di svolta nella storia e nella cultura italiana.

Arte Povera
Al critico Germano Celant si deve il termine Arte Povera creato per definire il lavoro di artisti italiani che, al pari dei loro colleghi internazionali, intendono rifondare i linguaggi dell'arte adottando materiali non appartenenti alla tradizione, siano essi naturali o di produzione industriale.

Ecco allora i legni di recupero e il ferro di Kounellis, le fascine e il mastice di Merz, gli stracci di Pistoletto, il cuoio di Zorio, il legno smaltato di Boetti, la luce al neon di Calzolari, ma anche i calchi spezzati di statue classiche di Paolini, e gli arazzi ricamati fatti eseguire in Oriente di Boetti, sono opere che mirano ad un mutamento in senso liberatorio dei rapporti fra il soggetto e la realtà, condizionati ed alienati dai meccanismi della società consumistica.

Gli anni Sessanta e Settanta sono contrassegnati da un forte spirito sperimentale, rintracciabile nelle più diverse tendenze, improntate ad un generale rinnovamento dell'arte passando attraverso l'uso espressivo dei materiali più diversi e comuni, non artistici, al fine di superare l'allontanamento fra arte e vita.

Nouveau Réalisme
Il termine Nouveau Réalisme designa un gruppo di artisti francesi, fondato a Nizza dal critico Pierre Restany, nel 1960. Del gruppo fanno parte Yves Klein, César, Arman, Christo, Jean Tinguely, Mimmo Rotella ed altri. Questi artisti intendono lasciarsi alle spalle il senso drammatico della pittura informale per orientarsi verso una poetica degli oggetti e dei materiali desunti dalla realtà, anche quella più banale. Rifiutando la pittura, i nuovi realisti si dedicano ad operazioni che toccano la scultura in termini provocatori e che meglio si possono definire con il termine di assemblage, coniato proprio per definire queste operazioni di collage tridimensionale. Le opere dei Nouveaux Réalistes sono infatti costruite per accumulazione, compressione, inscatolamento in strutture di plexiglass o impacchettamento degli oggetti più diversi.

L'italiano Mimmo Rotella si impone invece con i suoi décollages, manifesti pubblicitari letteralmente strappati dai muri delle strade ed esposti in quanto tali.

Minimal e Antiform
Robert Morris e Bruce Nauman sono stati tra i maggiori esponenti dei movimenti artistici detti Minimal Art e Antiform.

La Minimal Art attribuisce importanza primaria alle forme geometriche, a figure ideali quali il quadrato e il rettangolo, le linee ortogonali, il cubo e il parallelepipedo. La scultura che ne deriva è fondata su nessi costruttivi solidi, sull'angolo retto come elemento portante e connettivo, e mostra chiaramente questi nessi con un intento quasi didattico.

L'Antiform invece elabora forme non più predeterminate da un'ipotesi mentale ma risultanti di un evento che si esplica nel tempo reale, con tutta l'indeterminatezza del caso. I materiali non appartengono quasi mai alla tradizione artistica, sono per lo più di produzione industriale (dal feltro al vetro al neon) e il loro uso enfatizza la volontà degli artisti di negare i postulati formali e strutturali dell'opera d'arte tradizionale.

Immagine: Mimmo Rotella, Il giuramento, 1961

Comunicazione Mart
Responsabile: Flavia Fossa Margutti
Ufficio stampa: Luca Melchionna 0464.454127 cel 320 4303487
Sonia Parise 0464.454124. Fax 0464.430827

MartRovereto
Corso Bettini, 43 38068 Rovereto (Trento) Infoline 800 - 397760
Orari:
Fino al 13 novembre 2005: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10:00 - 18:00 venerdì 10:00 - 21:00
dal 14 novembre 2005 al 29 gennaio 2006: martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10:00 - 18:00
lunedì chiuso
Ingresso:
Intero: 8 Euro Ridotto: 5 Euro
Ridotto scolaresche: 1 Euro a studente

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