Gli spiriti sotto il cappello. Il Tibet e' sottoposto da 50 anni ad una pulizia etnica che ne ha cancellato quasi per sempre cultura e tradizione. Le fotografie scattate per questa mostra documentano un mondo che e' destinato a scomparire nel giro di pochi anni.
Gli spiriti sotto il cappello
Questa mostra presentata da Roma Europa Festival 2005, si affianca allo spettacolo Loungta della compagnia Zingarò Francia-Tibet, questa Mostra sarà un supporto di immagini che introducono e partecipano anch’esse al misterioso ed affascinante universo Tibetano.
Il Tibet è sottoposto da 50 anni ad una pulizia etnica che ne ha cancellato quasi per sempre cultura e tradizione. Le fotografie scattate per questa mostra sono particolarmente preziose perché documentano con una specie di antropologia poetica un mondo che è destinato a scomparire nel giro di pochi anni.
Cos’è un cappello ? tutto, tranne qualcosa che deve coprire la testa, ripararla dal freddo, dalla pioggia o dal sole. Basterebbe per questo una benda o una foglia, ma i cappelli hanno una forma, una funzione, sono l’antenna che unisce la terra al cielo. La prima volta che un uomo, nella savana, si è fabbricato un cappello lo ha fatto per trasformarsi in qualcosa di supremo, di superiore. Ha pensato a volare, a correre bruciando come il fulmine. A cacciare come un magico leopardo.
Il cappello è la casa del Dio o del demone e chi lo indossava era il suo totem. Ci ricordiamo dei cappelli solo se sono legati alla magia dei loro poteri, pelli, corna, oro, lapislazzuli pietre preziose, oppore se esprimono un irresistibile richiamo al cielo e alle sue imperdonabili profondità , i cappelli tibetani hanno la particolarità di volare, intrecciati con i cappelli di maghi e fate che solcano i cieli osservando il lento trascorrere delle stagioni e degli uomini.
Non bisogna farsi ingannare se la pelliccia tiene caldo e gli ornamenti abbelliscono i visi delle ragazze, quei cappelli sono tuttavia sacri Mantra che si perdono, come bandiere, nella brezza taglientelectrofringee che scende dalle cime dell’Himalaya, trasparenti come il cristallo taglienti come rasoi, dove gli Dei meditano nudi, silenziosi e a capo scoperto. Ugo Leonzio
Inaugurazione: 30 settembre 2005
Ippodromo Tor di Valle - Roma
Orari: mar-mer-ven-sab ore 20.30; dom ore 19.00