Collettiva di Marco Bevivino, Mirko Italiano e Alessio Nunzi.Una mostra popolata da buffi esserini protagonisti di situazioni improbabili e vicende surreali prese in prestito dalla cultura underground, dal manga giapponese e dalla pop couture.
Collettiva di Alessio Nunzi, Mirko Italiano e Marco Bevivino
a cura di Micol Di Veroli
Il titolo della mostra si ispira allo slang dei ghetti di New York per offrire una visione dell’arte underground all’italiana.
Nunzi, Italiano e Bevivino presentano visioni simili a quelle di Keith Haring e Jean Michel Basquiat in una loro realtà locale sgangherata e maccheronica ma ugualmente mossa da un istinto artistico allo stato puro e pervasa da un geniale primitivismo urbano.
Il trait d’union che lega il pensiero dei giovani artisti è in sostanza caratterizzato da una sana ironia condita con uno spiccato senso creativo nel rappresentare l’irreale cogliendone la sua realtà cristallizzata. La loro arte ha infatti un metodo, ma non ha un fine. E’ monolitica e libertaria. Ritualistica e scanzonata. Un tira e molla di concetti ed intenti manifesti ed allo stesso tempo negati.
Le opere presentate danno la sensazione di essere proiettati in un dimensione ove regna l’assenza del grigiore della routine quotidiana, una dimensione suggestiva popolata da buffi esserini protagonisti di situazioni improbabili e vicende surreali presi in prestito dalla cultura underground, dal manga giapponese e dalla pop couture passando per la street art.
Opera Caffe'
via della Scala 43 - Roma