Poesia e dialettica nelle opere attraverso la materia. 42mo anniversario della sciagura del Vajont. L'artista si esprime con una sensibilita' contraddittoria, immerso in nell'antitesi come la sua terra tra Piave e Dolomiti, terra di disastri eppure splendida.
Poesia e dialettica nelle opere attraverso la materia
a cura di Luigina Bortolatto
Si apre a Roma nelle Sale del Bramante in piazza del Popolo sabato 15 ottobre 2005 alle ore 18.00 l’esposizione dedicata al Vajont dall’artista Ennio D’Ambros, nato a Longarone nel 1951, protagonista dodicenne dell’evento del quale ricorre in questi giorni il 42/o anniversario.
La sera del 9 ottobre 1963, una parte del monte Toc franò nel lago artificiale della diga del Vajont,appena inaugurata e considerata vanto dell’ingegneria italiana. Un’immane ondata seminò la morte nei paesi di Erto e Casso, Longarone e Castellavazzo. Millenovecentodieci furono le vittime.
La mostra di D’Ambros, poema epico lirico di una catastrofe nota in tutto il mondo, sarà inaugurata dal senatore a vita Giulio Andreotti.
Nella memoria di D’Ambros, fatto uomo-artista, l’evento riaffiora dopo il 1986.
Da quel momento le sue opere, con lucida introspezione, rappresentano la catastrofe con la fiducia e la coscienza tuttavia del mestiere dell’artista di ridonare all’universo la perduta euritmia.
Il Vajont come un guado e Immanis memoria costituiscono i titoli di esposizioni personali dell’artista ospitate nel 2003 dagli Istituti italiani di Cultura di Amburgo e di Monaco di Baviera.
Nello stesso anno per il 40° anniversario della tragedia, Ennio D’Ambros è stato incaricato dal Comune di Longarone di allestire una mostra antologica inaugurata in ottobre, in occasione della sua visita, del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
L’esposizione romana si arricchisce di opere successive a quella data attraverso le quali – come scrive Luigina Bortolatto, curatore della mostra - “D’Ambros, uomo del nostro tempo, si esprime con una sensibilità che è la sua contraddizione: immerso in un’antitesi che è la sua terra tra Piave e Dolomiti, terra di disastri eppure terra splendida di vita, boschi lussureggianti, laghi verdi, fiumi argentei e montagne diafane e purpureeâ€.
Il maestro Giusto Pio ha composto per l’occasione Spazi concatenati che si intercalano musicalmente alle immagini.
L’esposizione porta in catalogo la riproduzione di tutte le opere, una prefazione del Senatore Giulio Andreotti oltre a saggi di Luigina Bortolatto, Fred Licht e Pierduilio Pizzolon.
Inaugurazione: 15 ottobre 2005 alle ore 18.00
Sala del Bramante
Piazza del Popolo - Roma
Orario: da martedì a venerdì 15.00 – 20.00, sabato e domenica 10.00 – 20.00