Mole Vanvitelliana
Ancona
via Banchina da Chio, 28
071 2225019 FAX
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Leonardo
dal 13/10/2005 al 8/1/2006
dal Lunedi' al Venerdi': la mattina su prenotazione per scuole e visite guidate, pomeriggio h. 15-20. Sabato e domenica 9-13 e 15-20
800 222111
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Segnalato da

ku.ra ufficio stampa Rosi Fontana




 
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13/10/2005

Leonardo

Mole Vanvitelliana, Ancona

Genio e visione in terra marchigiana. Quattro opere di Leonardo e allievi provenienti da collezioni private internazionali: Maria Maddalena, un'altra Maria Maddalena del Giampietrino, un San Giovanni Battista e i Tre Santi Bambini di Bernardino De' Conti. Il prestigioso nucleo di opere, composto da dipinti, disegni, manoscritti e un codice di Leonardo, indaga con rigore scientifico l'approccio alla filosofia pittorica del Maestro toscano e della sua scuola.


comunicato stampa

Genio e visione in terra marchigiana

A cura di Carlo Pedretti e Giovanni Morello

Carlo Pedretti, titolare della cattedra in studi leonardiani presso la UCLA di Los Angeles e curatore della mostra con Giovanni Morello, presenta in anteprima mondiale quattro opere di Leonardo e allievi provenienti da collezioni private internazionali: Maria Maddalena, eseguita da Leonardo e dall’allievo Giovan Pietro Rizzoli detto il Giampietrino (?), un’altra Maria Maddalena del Giampietrino, un San Giovanni Battista, versione di scuola del San Giovanni conservato al Louvre e i Tre Santi Bambini di Bernardino De’ Conti, rappresentazione inusuale e di indirizzo gnostico di Gesù e il suo doppio.

Contribuisce ad accrescere lo straordinario valore del progetto espositivo, la presenza di altre due opere mai esposte in Italia: la Santa Caterina d’Alessandria del Giampietrino, dall’iconografia insolita, poiché la Santa appare nell’atteggiamento dolce e seducente di una cortigiana a seno nudo e la Madonna dei fusi di Cesare da Sesto (attr.), in cui il viso enfaticamente allungato risulta come nel noto disegno preparatorio di Leonardo a Windsor.

La mostra anconetana fornirà inoltre l’opportunità di ammirare una delle tre versioni della Vergine delle Rocce, di proprietà privata, di cui al momento si conoscono solo quelle del Louvre di Parigi e della National Gallery di Londra. Accanto ad essa saranno esposte opere di grande rilievo fra le quali Monna Vanna (Joconde nue Mackenzie) e la Madonna del Latte del Giampietrino.

Il prestigioso nucleo di opere presentate, composto da dipinti, disegni, manoscritti e un codice di Leonardo, indaga con rigore scientifico l’approccio alla filosofia pittorica del Maestro toscano e della sua scuola, con particolare riferimento alla presenza di Leonardo nelle Marche nel 1502 al seguito di cesare Borgia.

La tavola di Maria Maddalena (1515 ca) rende omaggio alla bellezza femminile, trasformando la Santa in un’icona di bellezza e sensuale carnalità. La veste aperta espone lo splendido busto nudo che la mano destra copre con un velo solo all’altezza del ventre, mentre la sinistra, più sotto, stringe un lembo del mantello in modo misterioso, come se la veste fosse stata in un primo tempo la giara dell’unguento con cui Maddalena unge e profuma i piedi di Cristo dopo averli lavati. In quest’opera la mano di Leonardo si riconosce nella sua piena maturità espressiva nel trattamento del paesaggio e nell’eccezionale tecnica di esecuzione.

Per la sua doppia natura di peccatrice e di donna redenta, Maddalena è stata rappresentata in modo duplice: prima della conversione è una dama riccamente vestita e ingioiellata, in seguito diventa modello di penitenza e viene rappresentata con lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle, accompagnata dall’attributo dell’unguento. Così la Maria Maddalena (1515-1520 ca) del Giampietrino viene raffigurata avvolta nei suoi stessi capelli, con lo sguardo estatico, rivolto verso la beatitudine del Paradiso.

Sconvolgente dal punto di vista iconografico, I Tre Santi Bambini (1520 ca) di Bernardino De’ Conti, illustra il tema, inusuale e di indirizzo gnostico, di Gesù e il suo doppio. Cristo è raffigurato come un infante, sulla cui testa sono stati piantati tre chiodi, colto nell’atto della benedizione; specularmente sulla sinistra è presentato il suo doppio, un bambino senza capelli che protende il braccio verso Cristo. Al centro, fra i due, un terzo bambino, identificato nella figura di San Giovanni Battista per la croce che porta nella mano sinistra.

Il San Giovanni Battista, versione di scuola del San Giovanni conservato al Louvre, è prossimo all’idea di composizione leonardesca nell’impostazione della forma, che una singola fonte luminosa fa emergere dal buio, isolando con grande forza espressiva il volto acceso in un sorriso e la tensione del braccio, colto nel gesto di tendere verso il cielo.

Anche il dipinto di Santa Caterina d’Alessandria (1540 ca) del Giampietrino, esposto in Italia per la prima volta, presenta un’iconografia insolita, se non addirittura unica, poiché la Santa, con il simbolo del martirio – la ruota dentata - appare nell’atteggiamento dolce e seducente di una cortigiana a seno nudo, con una splendida cascata di capelli che le incorniciano il viso, luminoso e sorridente. Insolito ed enigmatico il trattamento dell’atto di ricongiungimento al cielo – generalmente rappresentato dal dito indice della mano destra sollevato in alto – qui, curiosamente, compiuto con la mano sinistra.

Nel secolo scorso si è dato assai credito ad una tradizione secondo la quale Leonardo avrebbe ritratto una cortigiana milanese chiamata Caterina di San Celso, molto ammirata da Luigi XII, re di Francia, e amante di Antonio Pallavicino, protettore di Leonardo. Era infatti una pratica comune quella di nascondere nella figura di una santa il ritatto di una persona reale.

Monna Vanna (la Joconde nue Mackenzie, 1510-1515), realizzata da Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, sotto la direzione di Leonardo, raffigura con ogni probabilità una cortigiana della corte di Ludovico il Moro. La voluttà composta del dipinto si esprime nella trattazione della nudità, inserita all’interno del paesaggio naturale. I capelli rossi della dama sono acconciati con eleganza semplice in trecce e ricadono morbidamente sulle spalle tornite.

Il soggetto mariano è trattato nelle sue diverse declinazioni compositive attraverso la presentazione di capolavori, fra i quali spiccano La Vergine delle Rocce (1495- 1497 ca) di Leonardo e allievo e la Madonna dei fusi (1520 ca) di Cesare da Sesto (attr.).

Armonia e perfezione formale sono gli elementi che rendono il perfetto equilibrio compositivo della Vergine delle Rocce. In quet’opera tutto diventa simbolo: i personaggi trasfigurati, idealizzati, non sono più caratteri ma trasfigurazione di idee. L’ambiente si integra con essi, la natura e lo spirito si fondono, fino a comporre una scena di Grazia assoluta. La versione in mostra, seconda o terza che sia, riproduce scrupolosamente il prototipo parigino ad eccezione dell’aureola della Vergine, che risulta un’aggiunta successiva come quella nella versione londinese.

Riflessione più intimista sull’amore materno, La madonna dei Fusi, realizzata dal Da Sesto sotto diretta supervisione di Leonardo, alla sua prima esposizione italiana, coglie il Bambino nell’atto di osservare il fuso sottratto alla madre, come a riconoscervi il simbolo del suo futuro sacrificio. La madre non è riuscita a impedire l’atto repentino del Figlio e lo guarda con trepidazione.

Completano il percorso espositivo alcuni disegni di Leonardo – due Studi per una natività, Studi di figure, appunti, congegni meccanici e per il volo e Studi tecnologici e per il volo - rilevanti al fine di comprendere il modus operandi del Maestro. Non deve stupire che, nella sua vasta produzione grafica, Leonardo affronti, anche nello stesso foglio, temi, motivi, riflessioni ripresi in momenti diversi o mai utilizzati, slegati da commissione, affrontati e realizzati con mezzi grafici veloci e immediati per trasporre con rapidità istantanea l’ingegno delle sue intuizioni.

Il progetto si pone come momento di rilancio della politica culturale della Regione Marche nel panorama nazionale e internazionale e come occasione per approfondire alcuni temi della cultura marchigiana, nel caso specifico: la presenza di Leonardo a Urbino nel 1502 al seguito di Cesare Borgia, il soggiorno del Maestro da Vinci a Pesaro per gli studi sulla sistemazione della Rocca Costanza, l’elaborazione di progetti di scavatrici e le note di pittura (paesaggio e figura umana) scritte dal vinciano a Urbino.

La presenza della Vergine delle Rocce impone il riferimento a Senigallia, città natale di Pio IX, il papa che istituisce il dogma dell’immacolata concezione di cui il dipinto di Leonardo offre la prima immagine simbolica. Inoltre, il tema della Maddalena suggerito dalle opere di scuola potrebbe trovare riscontro nel culto della santa proprio a Senigallia, un aspetto agiografico (e storico artistico) che trova nella città marchigiana, fin dal Medioevo, una fiera intitolata proprio a Maria Maddalena.

Il Comitato Scientifico è composto da: Carlo Pedretti, Giovanni Morello, coadiuvati da Maria Luisa Polichetti. Lorenza Mochi Onori, Antonio Paolucci, Antonio Luccarini.

La mostra “Leonardo. Genio e visione in terra marchigiana” è promossa da: Regione Marche in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Ancona, Pontificia Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa con sede in Vaticano.

ENTI PROMOTORI: Regione Marche, Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Comune di Ancona, Assessorato alla Cultura; Pontificia Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa in Vaticano.

SEGRETERIA SCIENTIFICA E ORGANIZZATIVA: Regione Marche, Servizio Cultura; Pontificia Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa

CURATORI E COMITATO SCIENTIFICO: Carlo Pedretti e Giovanni Morello coadiuvati dal comitato scientifico composto, oltre che dai curatori, da Maria Luisa Polichetti, Lorenza Mochi Onori, Antonio Paolucci e Antonio Luccarini

CATALOGO: Edizioni Cartei & Bianchi

UFFICIO STAMPA:
Ku.ra, Rosi Fontana
050-9711343, fax 050-9711317

Inaugurazione: 14 ottobre 2005 ore 17,30

Ancona, Mole Vanvitelliana

ORARIO: Dal lunedì al venerdì: la mattina su prenotazione per scuole e visite guidate, pomeriggio: 15-20. Sabato e domenica 9-13/ 15-20. 31 ottobre, 1 novembre, 8, 9, 24, 25 e 26 dicembre 9-13/ 15-20.

INFO, VISITE GUIDATE E ATTIVITA’ DIDATTICHE: Sistema museo, Via Giannelli 36 60100 Ancona, tel. 071 204185; 071 2225031; http://www.sistemamuseo.it; ancona@sistemamuseo.it.

INFORMAZIONI MOSTRA: Regione Marche Servizio Cultura, 071 8063864; durante la mostra 071 2225031 ( biglietteria e bookshop Mole Vanvitelliana)

WEB: http://www.cultura.marche.it
MAIL: info.cultura@regione.marche.it.
NUMERO VERDE: 800 222111 (Regione Marche) per informazioni durante la mostra

INGRESSO: biglietto intero sei euro; ingresso a prezzo ridotto di quattro euro: soci Amici dei musei, soci Archeoclub, soci FAI, soci Italia Nostra, soci TCI, soci ICOM, gruppi sopra le 15 persone, possessori di abbonamento dei teatri delle Marche dove si svolgono stagioni teatrali, ridotti di legge; ingresso a tre euro per studenti delle scuole di ogni ordine e grado comprese Accademie di Belle Arti e Università; soci COOP Adriatica.

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Orazio Di Mauro
dal 19/9/2014 al 4/10/2014

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