1963/1964. In mostra una selezione di opere informali e materiche ed una ampia selezione di 'Cancellazioni', testimonianza di una volonta' di mantenere alto il livello pittorico pure in opere che si aprono al nuovo.
Cancellazioni 1963 – 1964
a cura di Massimo Riposati
Richard Antohi nasce come un inevitabile attraversatore, per destino prima che per scelta.
La sua biografia lo testimonia: nasce per caso a Milano piuttosto che in Svizzera dove risiedeva la sua famiglia, con un padre diplomatico romeno. Torna bambino in Romania per poi spostarsi a Bruxelles.
Nel 1940, con l’invasione nazista del Belgio, si sposta prima a Parigi e poi a Bucarest, poi in Italia sul Lago Maggiore e poi ancora attraverso la Francia e la Spagna fino a Lisbona.
Nel 1942 è in Italia, tra Milano e Roma, dove poi si stabilirà definitivamente, nello studio storico di via Margutta.
Questa mostra, che segue altre animate dallo stesso spirito di indagine e ricerca, quella di Hartung, autore di un profondo rivolgimento linguistico sul segno, quella di Avenali, raffinato interprete di una non-figurazione poetica ed informale, delle coinvolgenti opere polimateriche (1959-1961) di Francesco Guerrieri e quella straordinaria, e direi storica, dei Piombostagni (1956-1957) di Gino Marotta, vuole esprimere la continuità di un interesse profondo per la qualità non scollegata dal desiderio che vengano riconosciute come decisive le esperienze di ricerca di una affascinante generazione di creatori.
Di Antohi ho scelto una prima selezione di opere informali e materiche ed una ampia selezione di Cancellazioni, testimonianza di una volontà di mantenere alto il livello pittorico pure in opere che si aprono al nuovo, consapevoli delle treasformazioni nei processi di fruizione artistica e fedeli alla continuità della ricerca che in Antohi si evolverà in un uso sapiente e trasgressivo di materiali fotografici.
In tutte le sue opere si respira comunque un elemento unificante, quello delle poesia coniugata alla scienza, in una convergenza tra natura ricreata e disciplina rigorosa che lascia trasparire la complessità della sua formazione culturale, perennemente oscillante tra il fascino delle matematiche e delle ingegnerie compositive ed il sentimento dell’abbandono verso il miracolo dell’estetica e dell’emozione. Massimo Riposati
Inaugurazione: venerdì 21 ottobre, dalle ore 18.00
pH7 Art Gallery
via della Scrofa, 47 - Roma
Orari: Dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 20, o su appuntamento