Anni '50 e '60. L'esposizione consente di approfondire attraverso una trentina di opere la carriera dell'artista, dalla poetica spazialista delle spirali al successivo periodo della poetica dell'oggetto, in cui l'elemento materico – sughero e collage - contribuisce a dare alle sue creazioni una corposita' tutta particolare.
Anni '50 e '60
Si incentra sui momenti più originali della vita artistica di Roberto Crippa la mostra a lui dedicata dalla Galleria Poleschi di Milano, dal 27 ottobre 2005 al 22 gennaio 2006.
L'esposizione consente di approfondire attraverso una trentina di opere la carriera dell'artista, dalla poetica spazialista delle spirali al successivo periodo della poetica dell’oggetto, in cui l'elemento materico –sughero e collage- contribuisce a dare alle sue creazioni una corposità tutta particolare.
Ed ecco dunque capolavori come i due oli su tavola dal titolo Geometrico del 1950; le celebri Spirali, serie di oli su tela realizzati nel 1952. A proposito di queste opere Tino Gipponi nel testo in catalogo commenta: ''la sua invenzione delle ‘spirali’ svolte nella gestualità di geroglifici astrali di liberi vortici e di ellissi, di matasse e grovigli, verso la fine degli anni Quaranta manifesta la completa adesione all’assunto del movimento Spaziale. I primi quadri con i ‘buchi’ di Fontana risalgono al 1949 e nello stesso giro di tempo appaiono i ‘concetti spaziali’ e le ‘spirali’ che più tardi lo stesso autore, in una delle rare dichiarazione di poetica, scritta nel 1955 nell’occasione della sua mostra alla galleria del Naviglio di Milano, definirà quali discorsi nello spazio''.
Il percorso prosegue con le opere che concludono gli anni Cinquanta e si aprono alla matericità : i collage di sughero su tavola come La palizzata del 1959 e Personnage del 1960, oltre a molte straordinari lavori polimaterici, da Rocce del 1965 a Eclisse del 1966. Di Raffaele De Grada leggiamo a proposito di tali opere: ''non si può fare a meno di accorgersi, davanti a queste carte ferite da legni, a questi simboli totemici del consumismo a questi personaggi arborei tagliati […] che in Crippa si era fatta luce una inquietudine che noi usiamo chiamare surrealeâ€.
La resa della corporeità attraverso l'uso di tecniche materiche negli anni '60 porta ad avvicinare Crippa a Burri, ed è Crippa stesso a spiegare il proprio percorso: ''Burri svolge una ricerca tecnica e spaziale, ma pura, astratta. A me invece interessa qualcosa di molto più vicino a noi, di più umano. […] Credo che al simbolo tenda piuttosto la mia composizione. Essa diventa la rappresentazione emblematica dell'uomo d'oggi''.
Affiancano la mostra rari libri con sue preziose illustrazioni, come ''La rondine Charlot'', dedicato a Charlie Chaplin con poesie di Raffaele Carrieri, e ''Air pour Roberto Crippa'' di Robert Lebel, con litografie a colori dell'artista, oltre a piccoli volumi di Alexandre Jolas, Arturo Schwartz e cataloghi delle mostre che hanno visto Crippa protagonista in spazi pubblici e privati.
Ed infine, a testimoniare i rapporti di amicizia che legarono l'artista a personaggi di spicco come Ungaretti, TÃ pies, Dova, Minguzzi, Ballo, Barnard, si possono ammirare alcune fotografie che ritraggono Crippa in compagnia di amici illustri.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Poleschi con presentazione di Tino Gipponi.
Cenni biografici
Roberto Crippa nasce a Monza nel 1921 e frequenta l'Accademia di Brera dove ha come insegnanti Carpi, Funi e Carrà . A Milano nel 1948 partecipa alla Triennale e alla Biennale di Venezia, dove ritorna anche nel 1950. Dopo gli studi intraprende numerosi viaggi e incontra a Parigi Victor Brauner, a New York Max Ernst e Duchamp.
A Milano frequenta, invece, Lucio Fontana e firma il terzo dei manifesti dello spazialismo ''Proposta di un regolamento'' . Nel 1951 firma il ''Manifesto dell'Arte Spaziale'' e conosce a New York il gallerista Alexander Jolas, che gli organizzerà mostre personali dalla cadenza annuale. Partecipa a esposizioni personali e collettive a New York, Milano, Firenze, Venezia, Zurigo, Stoccolma.
Nel 1954 è presente alla Biennale di Venezia e alla X Triennale di Milano; espone poi a New York. Nel 1955 espone al Naviglio di Milano i polimaterici. Nel 1956, oltre alla Biennale di Venezia, partecipa a mostre collettive a Tokyo, Hiroshima, Amsterdam, Madrid e a personali a Parigi e Roma. Frequenta New York, Londra e Buenos Aires per tutto il 1957, anno in cui realizza i primi sugheri, cortecce e legni, e prosegue la realizzazione di ferri, bronzi, pezzi in acciaio dal contenuto neo-primitivo e simbolico. Nel 1958 partecipa alla Biennale di Venezia, e l'anno seguente persegue un intenso itinerario espositivo in tutto il mondo.
Nel 1960 inaugura la produzione di polimaterici, collages con sugheri, giornali, veline plastificate e altri materiali. Intensa l'attività espositiva in Giappone, Olanda, Stati Uniti, Australia, Francia. Nel 1962, durante un volo acrobatico, si frattura le gambe e per un anno è costretto all'uso di stampelle. Nonostante ciò partecipa alle mostre a Losanna, New York e Parigi. Fino al 1967 espone in tutto il mondo; in quell'anno la Rhodesia gli dedica un francobollo. Nel 1968 è invitato alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Mentone. Segue poi un fitto iter espositivo in Italia e all'estero, a cui affianca la passione per il volo acrobatico. Nel 1972 muore tragicamente nel corso di un volo acrobatico.
Ufficio Stampa:
Irma Bianchi Comunicazione
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Anteprima stampa: Giovedì 27 ottobre ore 11.30
Inaugurazione: Giovedì 27 ottobre ore 18.30
Galleria Poleschi
Foro Buonaparte 68 - Milano
Orari: Da martedì a sabato dalle 10 alle 19.30; domenica e lunedì dalle 16 alle 20
Chiuso a Natale, e dal 30 dicembre al 8 gennaio
Ingresso Libero