Dialettiche trascendentali. Una pittura al limite della scienza esatta, incentrata su dominanti simboliche attinte dall'iconografia ebraica. L'apparenza iniziale dell'immagine e' una sorta di velo dietro cui si celano significati profondi, quasi esoterici.
Dialettiche trascendentali
a cura di Franco Tagliapietra
La Galleria Radar è lieta di presentare la mostra personale di Tobia Ravà (Padova 1959) dal titolo Dialettiche trascendentali. I modi della poetica di questo originale artista sono quelli di una pittura al limite della scienza esatta, incentrata su dominanti simboliche attinte a piene mani dall’iconografia ebraica (si pensi alla numerologia cabalistica e alla ghematria, ovvero la tecnica di interpretazione che si basa anche sul valore numerico delle lettere dell’alfabeto) che rendono l’apparenza iniziale dell’immagine (per esempio una veduta di Venezia, piuttosto che uno spazio architettonico interno, oppure un bosco) una sorta di velo dietro cui si celano significati ben più profondi, quasi esoterici. Ravà ci conduce così in una dimensione altra che è oltre l’apparire, dettagliata dall’artista attraverso una visione sinottica, la quale poco o nulla lascia fuori di sé.
La sua pittura dunque non solo crede ancora nella possibilità di narrare, ma sembra sottoscrivere a pieno l’equazione filosofica secondo cui la descrizione è comprensione, e la comprensione è scienza. E al di là di quelli che sono i pur significativi elementi di ordine epistemologico, l’ attenzione di Ravà sembra concentrarsi sull’apparente dicotomia tra essere e nulla d’essere, riconoscibilità ed indefinibilità , tempo ed esperienza del tempo. Si pensi all'inserimento nella sua opera più recente di potenti architetture d’interni, stranianti per la loro difficoltà interpretativa eppure così accattivanti proprio per la loro cripticità . Si potrebbe dire, se è vero che descrizione e spiegazione fanno inevitabilmente sistema, che oggetto dell’attenzione di questo originale artista sia la parola, ovvero la lingua, con i suoi codici specifici da comprendere. Si tenga infatti presente l’etimologia della parola comprendere (cum-prehendere), ovvero includere, prendere con sé il mondo, come se quest’ultimo venisse a scoperta. Vista da questa angolazione, la pittura di Tobia Ravà è allora inequivocabilmente una pittura ermeneutica, che custodisce un prezioso messaggio, nascosto oltre la fitta rete di complicatissimi segni e rimandi.
In occasione della mostra verrà inoltre presentata un’opera a quattro mani, dal titolo Messaggero mediterraneo, eseguita insieme all’artista algerino Abdallah Khaled. L’opera si pone come segno di confronto e dialogo tra due culture -quella ebraica e quella musulmana- solo apparentemente distanti tra loro: l’arte si dichiara in tal modo terreno di incontri sociali e di scambi culturali che prescindono dalle diverse tendenze religiose. La collaborazione artistica dei due autori risale al 2002, anno in cui l’agenzia pubblicitaria americana DDB li invita a realizzare un’opera di grafica a quattro mani che diventò poi soggetto di proprietà dell’ONU e dell’UNESCO. Quell’opera fu battezzata con un titolo ambizioso, Scoppio di pace, e venne proposta come immagine apotropaica, portatrice di positività ed energia salvifica. La stessa valenza è presente in Messaggero di pace, in cui la forza del segno, carico di materia e di riferimenti tipici della cultura nordafricana, incontra la cifra simbolica ebraica di Ravà . Ne risulta un’immagine densa di significati ideali: in tal modo il confronto potrà continuare in un ulteriore dialogo, nella spirale di un’arte rivelatrice di sensi e approfondimenti.
Vernice: sabato 29 ottobre 2005-10-21
Galleria d'Arte Radar
via Caneve 12 - Venezia Mestre
Orari: dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.30