Gabriele Arruzzo
Umberto Chiodi
Daniele Bacci
Fabrizio Dori
Alessandra Pace
Beatrice Pasquali
Fabrizio Modesti
Nicola Toffolini
Pastorello
Mauro Soggiu
Dario Moroldo
Debora Romei
Alberto Zanchetta
''...luci e ombre di una stessa realta', verso e recto di una stessa medaglia, momento conoscitivo nella con-fusione.'' Alberto Zanchetta. Opere di: Gabriele Arruzzo, Umberto Chiodi, Daniele Bacci, Fabrizio Dori, Alessandra Pace, Beatrice Pasquali, Fabrizio Modesti, Nicola Toffolini Pastorello, Mauro Soggiu, Dario Moroldo, Debora Romei.
Mostra collettiva
a cura di Alberto Zanchetta
Con opere di: Gabriele Arruzzo, Umberto Chiodi, Daniele Bacci, Fabrizio Dori, Alessandra Pace, Beatrice Pasquali, Fabrizio Modesti, Nicola Toffolini Pastorello, Mauro Soggiu, Dario Moroldo, Debora Romei.
Un’opera non dovrebbe mai essere comparata ad un’altra, mai moltiplicata per se
stessa in quanto ognuna ha un carattere in sé speciale. Esistono però delle “affinità elettive†che
per un – periglioso mai perentorio – gusto dei confronti ci rivelano richiami e
giochi d’eco che invitano a verificare non l’equivalenza bensì le propaggini tra
opera e opera. In pratica sono luci e ombre di una stessa realtà , verso e recto di una stessa
medaglia, momento conoscitivo nella con-fusione.
Se nelle opere di Gabriele Arruzzo e Umberto Chiodi troviamo un’evidente
prossimità -promiscuità di soggetti mauvais, Beatrice Pasquali e Alessandra Pace
adottano il tema della testa quale perno di una mistica rêverie o di bizzarre
acconciature.
Nel locus classicus della natura Fabrizio Modesti individua lo stupore della
creazione mentre i disegni di Nicola Toffolini ne sfidano i cicli biologici grazie
ai dogmi della tecnica; viceversa gli adolescenti di Pastorello tradiscono la loro
apprensione per la vicinanza con un bosco i cui alberi formano una texture quasi
astratta, turbamento che Mauro Soggiu designa nel gioco e in un motivo circense a
bande giallo-arancio.
Un precipitato di relazioni si rinviene sia per Fabrizio Dori e Daniele Bacci (i
quali integrano le spoglie degli edifici con un interno full color e un esterno in
b/n) sia per Dario Moroldo e Debora Romei (il carattere sessuale si pronuncia
soprattutto nel caso della prima, l’immaginario astratto geometrico del secondo è
invece progenie di lombi non ancora esausti).
Galleria Pier Giuseppe Carini
via Gruccia 129 - San Giovanni Valdarno (AR)