Daniel Buren
Paolo Chiasera
Lucio Fontana
Innocente
Anish Kapoor
Joseph Kosuth
Marisa Merz
Liliana Moro
Maurizio Nannucci
Mimmo Paladino
Michelangelo Pistoletto
Luisa Rabbia
Remo Salvadori
Ettore Spalletti
Nikola Uzunovski
Gilberto Zorio
Nicola De Maria
Achille Bonito Oliva
17 Artisti contemporanei storici ed emergenti che hanno realizzato opere bianche o lavori monocromi. In occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino del 2006
A cura di Achille Bonito Oliva
In occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino del 2006, la Regione Piemonte, con la collaborazione dell'Associazione Velan Centro d'Arte Contemporanea di Torino, ha deciso di organizzare "Il bianco e altro e comunque Arte", un importante momento artistico dedicato ai maggiori esponenti dell'arte contemporanea. L'esposizione, curata da Achille Bonito Oliva, si terrà a Palazzo Cavour dal 21 ottobre al 22 gennaio 2006 e coinvolgerà artisti storici e viventi che hanno realizzato opere bianche o lavori monocromi.
La scelta del "bianco" come colore rappresentativo del territorio piemontese, delle sue montagne e della sua neve, si ricollega tematicamente alle olimpiadi invernali, che si terranno in città dal 16 al 26 febbraio 2006. Ma affiancare a questo altri colori significa evitare di chiudersi in un'immagine stereotipata del territorio e aprirsi idealmente a una realtà sfaccettata e multiforme.
A ciascun artista sarà affidata una sala della sede espositiva, in modo da creare un percorso fatto di tante piccole "personali".
In mostra saranno presenti:
Daniel Buren, Paolo Chiasera, Nicola De Maria, Lucio Fontana, Innocente, Anish Kapoor, Joseph Kosuth, Marisa Merz, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Luisa Rabbia, Remo Salvadori, Ettore Spalletti, Nikola Uzunovski, Gilberto Zorio.
Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, Francia, 1938), analizza la dimensione assoluta dell'ideazione artistica. Dalle strisce verticali colorate, alle più complesse installazioni degli ultimi anni, l'artista francese esplora l'interazione fra opera e architettura. A Palazzo Cavour ha scelto di intervenire sia sull'esterno finestre dell'intero piano espositivo, sia sugli specchi della "sala d'angolo", ricontestualizzando lo spazio nei suoi punti di riferimento attraverso una serie di moduli autocollanti.
Paolo Chiasera (Bologna, 1978), lavora alla ridefinizione del concetto di spazio, prevalentemente attraverso l'attività performativa del corpo dell'artista. In mostra, il video The following days (2005): la deriva allucinata di tre ragazzi che incontrano Pier Paolo Pasolini sullo sfondo della campagna bolognese.
Nicola De Maria (Foglianise, Benevento, 1954), è uno fra gli esponenti principali del movimento della "Transavanguardia". Fin dagli esordi, la sua pittura si è caratterizzata per una grande leggerezza poetica, trasmessa con un personale linguaggio fatto di forme semplici e di colori vivaci e puri. Anche a Palazzo Cavour, l'artista ci invita ad entrare nello spazio di un mondo fantastico dalla cromia abbagliante.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, 1899 – Comabbio - Va, 1968) è una fra le figure indiscusse della storia dell'arte contemporanea. Filo conduttore della sua intensa ricerca è stato l'interesse per la dimensione spazio-temporale dell'opera, dai primi Ambienti Spaziali fino ai notissimi "tagli". L'Ambiente Spaziale 68 A 2 presentato in questa occasione, è un labirinto completamente bianco in cui il pubblico compie un emozionante percorso che lo conduce al cuore della struttura: un taglio bianco.
Innocente (Verona, 1948) sviluppa una ricerca che propone una meditata inquadratura sulla condizione umana nei suoi rapporti con la storia individuale e collettiva. Tredici (2005) è il titolo e il numero delle figure di marmo bianco che compongono l'installazione proposta per Palazzo Cavour. La sala è concepita come un contenitore inquietantemente ovattato dalle spigolature smussate che accoglie una schiera di stature raffiguranti bambine nude e con le mani legate: una profonda riflessione sull'imbrigliamento delle libertà individuali.
Anish Kapoor (Bombay, 1954), personalità di spicco della scena artistica internazionale, utilizza la pietra infondendole significati imprevisti, scavando la materia, dando vita a nuovi spazi, dove i colori puri si addensano, quasi a voler trascinare all'interno il visitatore. L'opera dell'artista accoglie il pubblico nell'androne. Un'imponente scultura in alabastro giocata sulle polarità opposte di presenza e assenza, solido e intangibile, interiore ed esteriore.
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio, 1945) è uno dei pionieri dell'arte concettuale. La sua ricerca si è orientata verso l'analisi delle relazioni fra linguaggio ed arte, dando origine ad opere che indagano i più diversi aspetti della comunicazione. In Condizioni d'assenza (per il nome e per chi lo porta, per G.) (1999), l'artista disegna attraverso il neon bianco i titoli di opere d'arte disperse, accompagnati dalla relativa data di realizzazione delineando la materializzazione di un'assenza.
Marisa Merz (Torino, 1931), dalla fine degli anni Sessanta segue un percorso che inizialmente la vede tra i protagonisti dell'Arte Povera, ma che con gli anni si sviluppa in una forma autonoma, introducendo nel linguaggio della scultura contemporanea tecniche considerate artigianali o appartenenti all'ambito femminile. Nella continua sperimentazione delle possibilità espressive della materia, Marisa Merz utilizza anche elementi naturali o dallo stato mutevole, come cera e sale. In mostra, una delle sue note Testine.
Liliana Moro (Milano, 1961) elabora una ricerca in cui si incontrano diversi media: disegno, scultura, musica, parole, video e performance, utilizzando spesso materiali poveri e oggetti di uso comune, per delineare una realtà cruda e poetica allo stesso tempo. Con This is the end (2004), l'artista camuffa l'aspetto della stanza, realizzando un "muro" di scotch isolante dove all'osservatore non resta che intuire quello che si nasconde dietro.
Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) sviluppa la sua ricerca espressiva sulla luce, il colore, la forma e la scrittura, in un percorso coerente che permea tutta la sua opera. A Palazzo Cavour, l'artista presenta due grandi installazioni luminose interamente giocate sulla specularità , in cui le singole parole innescano un complesso gioco di rimandi semantici.
Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948), esponente di rilievo della "Transavanguardia", sperimenta varie tecniche: pittura, scultura e grafica, in cui ricorrono immagini che rimandano ad un universo arcano e primitivo, dove le forme sono tradotte in segni eleganti e semplificati. In mostra, uno storico Selvatico (1979), un "monolite" dipinto su entrambi i lati, dal forte impatto scultoreo, in cui l'artista raffigura un universo primordiale e magico.
Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), annoverato tra gli esponenti dell'Arte Povera, dagli anni Sessanta sceglie lo specchio come luogo privilegiato in cui far confluire l'arte e la vita che, riflettendosi di volta in volta nella superficie specchiante, afferma il proprio presente. Biblioteca "LOVE DIFFERENCE" – Il Mediterraneo (2000), è un grande armadio a parete che raffigura sulle porte esterne i paesi del Mediterraneo specchianti, coniugando idealmente passato e futuro del sapere, a cui fanno fronte ventitré appliques luminose che rappresentano i paesi del Mediterraneo.
Luisa Rabbia (Torino, 1970), parte dalle percezioni del corpo considerato come zona di confine tra l'interno e l'esterno dell'individuo e si focalizza sui temi del pensiero, della memoria, del fluire del tempo, evidenziando così l'intrinseca fragilità umana. Per l'occasione l'artista presenta Being staring at something (2004), parte di un ciclo di lavori incentrato sulla precarietà psicologica ed emotiva degli homeless, in cui indaga gli interstizi della mente.
Remo Salvadori (Cerreto Guidi, Firenze, 1947) è uno fra i primi artisti a praticare quelle modalità positive dell'arte che caratterizzano il periodo fra la seconda metà degli Anni Settanta e la fine degli Anni Ottanta. A Palazzo Cavour, ha installato due opere: Nel Momento (1996) e Triade (2004-2005), rispettivamente composti da otto e sette elementi che riflettono un complesso gioco di rimandi simbolici di numeri e immagini.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940), è impegnato in una rigorosa ricerca del colore e della forma, in cui le figure geometriche sono ammorbidite dalle curve o dal colore vibrante. In mostra Colore che restituisce e accoglie. Muro, 2002, opera che, nella sua dimensione, si allontana dalla tipologia del dipinto bidimensionale per situarsi fra installazione ambientale e scultura.
Nikola Uzunovski (Belgrado, 1979), sviluppa una complessa ricerca di natura concettuale che spazia dall'utilizzo delle nuove tecnologie digitali, alle installazioni ambientali, ai progetti di arte pubblica. L'artista presenta un work in progress che lo vede impegnato a fotografare la neve più bianca possibile in varie parti del mondo. Ne nasce una serie di pannelli monocromi in cui il risultato di ogni stampa è un foglio completamente bianco.
Gilberto Zorio (Andorno Micca, Vercelli, 1944), tra i protagonisti dell'Arte Povera, incentra le proprie ricerche sui fenomeni di trasformazione degli elementi, come l'ossidazione, l'evaporazione e gli effetti della chimica sui materiali. La stella a cinque punte come emblema dell'energia cosmica, che ricorre nelle sue installazioni dai primi anni Settanta, continua ad essere centrale anche nei lavori più recenti come quello presente in mostra, L'arco che sorregge la stella (2004).
Catalogo Allemandi italiano / inglese.
NOTE BIOGRAFICHE SUL CURATORE DELLA MOSTRA:
Achille Bonito Oliva è critico d'arte e docente di storia dell'arte contemporanea alla Facoltà di Architettura dell'Università "La Sapienza" di Roma. Ha curato mostre in Italia e all'estero, tra le quali "Vitalità del negativo nell'arte italiana" (1970), partecipazione italiana alla "VII Biennale di Parigi" (1971), "La delicata scacchiera, Marcel Duchamp 1902-1968" (1973), "Contemporanea - arte (1973), "Aperto '80" (1980), "Wharol verso De Chirico" (1981), "Avanguardia transavanguardia 68-77" (1982), "Biennale di Sidney" (1982), "XIII Biennale di Parigi" (1985), "Ubi Fluxus ibi Motus" (1990), "Biennale di San Paolo" (1986), "Minimalia" (1997), "Biennale di Dakar" (1998), "Tribù dell'Arte" (2000), "Le opere e i giorni" (2002).
Ad Achille Bonito Oliva sono stati assegnati il premio della critica "Flash Art International" (1982), il primo premio internazionale "Tevere" (1986), il cavalierato per l'ordine delle arti e lettere della Repubblica francese (1992), il premio "Europa Festival" di Locarno (1995), il premio "Festival di Giffoni Vallepiana" (1996), il premio "Pino Pascali" per la critica d'arte di Polignano a Mare (1997) il premio "Fregene" per la saggistica e la critica d'arte (2000), la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica Austriaca (2003) e della Repubblica Italiana (2004) per la Cultura e l'Arte, il premio per la critica "Biennale di Pechino" (2005).
Curatore culturale degli Incontri internazionali d'arte e dell'Electronic Art Café. Consulente per la Metropolitana di Napoli. Direttore degli Annali delle Arti per la regione Campania, consulente per le arti della Fondazione Orestiadi di Gibellina. Presidente del Comitato Scientifico del Museo MADRE di Napoli e membro del MART di Rovereto. Scrive per il quotidiano "La Repubblica". E' stato curatore generale della 45esima edizione della Biennale di Venezia (1993): "Punti cardinali dell'Arte".
Tra le sue pubblicazioni: II territorio magico (1971); L'ideologia del traditore (1976); Le avanguardie diverse. Europa / America (1976); Vita di Marcel Duchamp (1976); Passo dello strabismo (1978); La transavanguardia italiana (1980); La transavanguardia internazionale (1982); Superarte (1988); Oggetti di turno (1996); Gratis. A bordo dell'arte (2000); I fuochi dello sguardo - Musei che reclamano attenzione (2004); Lezione di boxe (2005).
Immagine: Daniel Buren
Catalogo: Allemandi – Torino
Immagine coordinata e grafica della comunicazione: Allemandi
Organizzazione: Regione Piemonte – Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo
in collaborazione con Velan centro d'arte contemporanea Torino
Progetto e direzione dell'allestimento: arch. Claudio G. Massaia
Ufficio stampa Palazzo Cavour
Antonella Nasini tel. 02. 8310511 antonella.nasini@noesis.net
Ivan Cutelli tel. 011. 883048 cutelli@opera.net
Palazzo Cavour via Cavour 8 10123 Torino
Orari: martedì – domenica ore 10.00-19.30 / giovedì ore 10.00-22.00. Chiuso lunedì
Ingresso: € 6.20 intero - € 4.20 ridotto - € 2.50 ridotto speciale
Sabato 12 novembre ore 21 - 24