Come sottolinea Roberto Pinto, curatore della mostra, l'artista si mantiene in equilibrio tra la trascrizione della sua realta' siciliana e la seduzione delle infinite possibilita' della rappresentazione. In mostra grandi quadri e un crocifisso; i titoli sono riprodotti con il neon nella calligrafia dell'artista e installati come insegne pubblicitarie.
Non saremo noi
A cura di Roberto Pinto
Sono passati 10 anni dalla sua prima personale al Careof. Allora Francesco
Lauretta, originario di Ispica, un paesino della Sicilia sud-orientale,
saturava lo spazio con 10.000 soldatini in cera e das, tutti
caratterizzati da una pancia gravida realizzata a mano, uno ad uno.
Mimetico, evocativo, essenziale, vouyeristico, tagliente e ironico
Lauretta continua a riflettere sul potere dell'arte ed oggi, in
particolare, su quello della pittura.
Come sottolinea Roberto Pinto, curatore della mostra, ciò che affascina
del suo lavoro è la capacità di mantenersi in equilibrio tra la
trascrizione della realtà e della sua sicilianità e il lasciarsi sedurre
dalle infinite possibilità della rappresentazione, sia essa
l'immaterialità dell'immagine video, che la fisicità e la preziosità di
quella pittorica.
... 'Esporrò due grandi quadri, un crocifisso dal titolo Epitaffio e un
quadro di anatre ecc... dal titolo Pensa cos'è, questo il punto... I
titoli dei due quadri saranno riprodotti con la mia calligrafia con il
neon e saranno installati sopra i rispettivi quadri a mo' d'insegna
pubblicitaria. Per il Cristo ho utilizzato il neon giallo, un giallo
rovente, mentre per l'altro ho pensato bene al rosa che, inizialmente, mi
piaceva definire come un rosa finocchio, mentre poi ho scelto un rosa,
come dire, un rosa... di rose, profumato ci si può innamorare di un neon
rosa? - bellissimo, invitante come d'altronde invita il titolo stesso.
Poi. Utilizzerò un cestino bianco dove depositerò gli scarti che ho
prodotto lungo la fase di progetto, i miei rifiuti insomma. Tutto questo
nei due spazi disponibili all'ingresso di careof. Per quanto concerne i
video, ecco la scaletta: Interviù, Geometrile, Gli omertosi, Sexx Laws,
Alice, Gran Madre, Cassate, Illuminata, Americana, Americano, Dovrai
starci per sempre, Crolly, Noi global, Zoo, Gela, Sicilia tout court,
Condizioni Marginali, Sentimental Journey.
Condizioni Marginali è il video-principe, quello che è stato realizzato
per l'occasione mentre l'ultimo,Viaggio sentimentale, video insolito tra i
18 realizzati, è un viaggio dentro la mia pittura e suona come un requiem,
e Amen! (F.L.)
Francesco Lauretta (1964 Ispica, Ragusa) vive e lavora a Torino.
SELEZIONE MOSTRE: PERSONALI - 2005, Finisterre, Palazzo Bricherasio,
Torino; Bubble Gum, Carbone.to, Torino; Tenetevi svegli, Spazio Juliet,
Trieste. 2004, Le metafisiche, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano.
2003, Via degli Astronauti, Carbone.to, Torino. 2002, Matrimia, Galleria
Sebastiano Amenta, Parma. 2000, Ceci n'est pas une pipe, Carbone.to,
Torino.
COLLETTIVE - 2005 Hype Gallery, Assab One, Milano; Senza dubbio, a
cura di No Magazine, Trissino, Vicenza; Heavy Food, a cura di Paola Tognon
e Laura Nozza, Bergamo. 2004, FIAV.04, Festival d'Images Artistiques
Vidéo, Le Centre Culturel Français de Milan e Careof, Milano; Campo
neutro, a cura di Roberto Pinto Assab One, Milano; Video.it, a cura di
Francesco Poli, Elena Volpato, Espace, Torino. 2002, ManifesTO, Torino.
2001, Pay Attention, Please, a cura di Luca Beatrice, Cristiana Collu,
Fernando Castro Flores, MAN, Nuoro. 2000; Porta d'Oriente, a cura di Luca
Beatrice, Bisceglie (Bari).
---
Esercizi di equilibrio
Ciò che mi ha sempre affascinato nelle opere di Francesco Lauretta è l’equilibrio che faticosamente riesce a trovare tra le due spinte contrapposte che governano il suo lavoro. Da una parte, infatti, si può osservare come la necessità di usare la realtà lo ancori fermamente nel presente e nelle esperienze vissute in prima persona; dall’altra, è parimenti evidente come Francesco Lauretta abbia bisogno di rielaborare e di mediare questa realtà facendosi sedurre dalle infinite possibilità della rappresentazione e, parallelamente, non negandosi la possibilità di usare mezzi differenti, come il video e la performance, privilegiando spesso una tecnica antica come la pittura.
Le cose, però, non sono così semplici e, analizzando le sue opere, si scopre ben presto che, paradossalmente, proprio quando usa il video — che apparentemente, e tradizionalmente, ci dovrebbe fornire una “realtà oggettiva†— l’artista sente la necessità di reinventare la realtà abbandonandosi a una rappresentazione quasi teatrale in cui gli elementi naturalistici sono ridotti a zero: recitazione evidente, una sceneggiatura scritta (o almeno un canovaccio di lavoro molto preciso), una struttura narrativa lontana dalla documentazione o dal verismo della testimonianza.
Ribaltando, quindi, i nostri usuali convincimenti, è proprio la pittura a svolgere quella funzione di legame con la realtà quotidiana — fatta di ricordi e di gesti rituali, di fenomeni sociali e sconfinamenti nel fantastico — una realtà contadina, di paese, che appartenendo al passato, almeno al passato dell’artista, è forse perduta per sempre. Nei quadri di Francesco Lauretta si respira tutto il fascino di questo mezzo millenario, ma nei soggetti non c’è mai nessun velo di rimpianto che renderebbe queste opere distaccate o nostalgiche, che le farebbe diventare addirittura reazionarie.
In questa mostra c’è, per la prima volta, invece, la presenza di oggetti all’interno dei quadri. Si tratta di semplici scritte al neon che sovrastano le immagini. Si potrebbe pensare che questo gesto scaturisca dalla stessa necessità che quasi un secolo fa spingeva Braque e Picasso a inserire nei propri lavori alcuni inserti di realtà . Forse. Ma Lauretta non è naif né tanto meno è un artista che in modo arrogante crede di scoprire cose già note. Credo che più semplicemente cerchi di usare modi e forme con la consapevolezza di chi è abituato a combattere giornalmente con le difficoltà di un mezzo che ha una tradizione infinita, e che tenti di costruire risonanze che amplifichino il futuro attraverso il passato, con la sicurezza di chi non ha paura di usare la tradizione per cercare di raccontare, con le difficoltà che contraddistinguono questo percorso.
Roberto Pinto
Inaugurazione martedì 15 novembre ore 18.30
C/O careof
via Luigi Nono 7
Orari: da martedì a sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00