''...Le sue opere rappresentano un diario artistico particolare, mediante le quali mostra totalmente e senza maschere la sua parte piu' profonda e vera...''Sara Polidori
Ombre in Luce
A cura di Sara Polidori
Ma cos’è un’immagine?. Il suo essere-non essere, realtà , copia, simulacro, schermo opaco, ombra, fantasma e allo stesso tempo statuto incerto, mutevole, esposto ad una pluralità sfrenata di forme e contaminato da un gran numero di manifestazioni, contesti e occorrenze. Gli specchi musivi di Dina Polidori, sono il simbolo più diretto della visione spirituale della contemplazione.
La sua arte, si può descrivere come un viaggio introspettivo alla ricerca della propria anima, della vera essenza insita in ognuno di noi; quella scintilla che ci consente di entrare in contatto con il nostro cuore. Le sue opere rappresentano un diario artistico particolare, mediante le quali, l’autrice, mostra totalmente e senza maschere, giocando con lo specchio, la sua parte più profonda e vera: Dina la chiama essenza.
Un’essenza dichiarata da trasparenze, colori madreperlati e azzurri tenui. Le linee e le forme primordiali, consentono un ampio sviluppo delle superfici, che sono capaci di accogliere gli effetti luministici, assicurando la garanzia di un controllo plastico-formale. Le pulsioni della vita, suggerite dagli schemi curvilinei, sono la simbolizzazione visiva dell’alternarsi della luce con le ombre. Tutto sfocia in un sistema grafico caratterizzato dal circolo spiraliforme e da segmenti retti.
L’arte di Dina custodisce il tentativo di quadrare il cerchio e di racchiudere le circonferenze attraverso elementi rigidi, rivelando l’irriducibilità di componenti che variano tra l’organico e l’inorganico. La sua creatività le suggerisce quelle risposte che ogni individuo non si darebbe mai.
I tasselli dei suoi vetri descrivono un maltrattamento interiore che si dissolve nell’assemblaggio di questi, portandola a perdonarsi; perché in fondo è questo che bisogna arrivare a fare per amarsi di più. Cominciare a comprendersi e rendersi conto che non si è mai soli è il primo passo per riflettersi e avvicinarsi agli specchi dell’artista marchigiana. C’è sempre un altro dentro di noi, un po’ come quando si è piccoli e si crede nell’amichetto immaginario che ci fa compagnia. Ma chi è costui?. Siamo noi e nessun altro a completare la nostra esistenza. Perché noi racchiudiamo, nella nostra profondità interiore, l’amico del cuore e la dolce metà . Questo il messaggio delineato e la natura dei suoi vetri musivi. Siamo sempre noi a specchiarci, ma non ci facciamo mai caso perché non ci ascoltiamo. Ed è per questo che continuiamo, per tutta la vita e con un insaziabile senso di insoddisfazione, una sterile ricerca al di fuori di noi, poiché ci manca sempre qualcosa o qualcuno che ci completi. Basta fare silenzio, ascoltare, rimettere insieme i cocci ed osservare per scoprire l’anima e il sé interiore dell’artista.
I suoi lavori, anche alla luce della psicoanalisi, riproducono i principali meccanismi fisici che presiedono la dinamica dell’autoritratto a partire dal controverso rapporto che ciascuno di noi intrattiene con la propria immagine. Ogni volta che ci specchiamo nelle opere di Dina, rievochiamo le tappe del nostro “Ioâ€, riattivando e in qualche misura rielaborando le ansie relative al senso della nostra identità . Le forze del mondo, della vita e della biosfera, entrano prepotentemente nella sintesi finale dei suoi lavori. Un carico di passionalità , chiamata a contrastare le tensioni razionaliste e “macchiniste†dei suoi lavori, è la protagonista incontestabile dei suoi frammenti musivi.
Inaugurazione: 12 novembre ore 17.30
Galleria d' Arte Coppede'
Via F.lli Cairoli 109 - Rimini
Orari: 9.30-12.30; 15.30-19.30