Dal 1993 l'artista usa il corpo come una superficie d'iscrizione, un supporto piu' o meno regolare per preparazioni culinarie o per depositare impressioni. Questo corpo e' stato sottoposto in varie serie di lavori a trattamenti che dipendono dalla messa in scena e dalla maschera come ornamento o camuffamento. Una delle costanti del suo lavoro e' stata la negazione del viso, luogo della singolarita' identitaria. Nelle fotografie in mostra il ritratto e' sempre centrale, ma la faccia e' solcata di tracce e piume.