Museo di arte moderna e contemporanea - MART
Rovereto (TN)
corso Bettini, 43
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
La Danza delle Avanguardie
dal 15/12/2005 al 6/5/2006
Orari: Martedi', Mercoledi', Giovedi', Sabato e Domenica 10 - 18 Venerdi' 10 - 21 Lunedi' chiuso

Segnalato da

Flavia Fossa Margutti




 
calendario eventi  :: 




15/12/2005

La Danza delle Avanguardie

Museo di arte moderna e contemporanea - MART, Rovereto (TN)

Oltre mille opere tra dipinti, sculture, abiti di scena, scenografie, disegni, fotografie per raccontare gli intrecci tra la danza e l'arte. Un percorso che dai capolavori del primo '900 giunge fino alle ultime tendenze dell'arte contemporanea. Dagli artisti che hanno raccontato il teatro come Edgar Degas, Henri Toulouse-Lautrec, ai lavori che Matisse, Picasso, Gontcharova, Balla e Depero. Dai progetti degli anni '20 di Giorgio de Chirico e Fernand Leger per i Ballets Suedois, a quelli che Alexandra Exter, Kasimir Malevich e El Lissizky realizzano per i teatri in Russia, fino alle sperimentazioni di di Keith Haring e Jan Fabre. Nuovo percorso della Collezione Permanente: Sironi Monumentale. Cartoni e studi 1931 - 1940


comunicato stampa

Al Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, una mostra racconta la nascita della danza come espressione artistica d'avanguardia, analizzando le sue relazioni con le arti visive del '900. La danza delle avanguardie sara' allestita al secondo piano del Mart, dal 17 dicembre 2005 al 7 maggio 2006.

Oltre mille opere tra dipinti, sculture, abiti di scena, scenografie, disegni, fotografie per raccontare i magici e straordinari intrecci tra la danza e l'arte. Un percorso che dai capolavori del primo '900 giunge fino alle ultime tendenze dell'arte contemporanea.
Dai notissimi dipinti di Degas dedicati alla danza classica, passando per le scenografie e i costumi di Picasso, si arriva alle rivoluzionarie creazioni delle avanguardie del secolo scorso, come i lavori che Leger realizza per La Creation du monde.

Le curatrici della mostra, Gabriella Belli e Elisa Guzzo Vaccarino, hanno voluto evidenziare i grandi cambiamenti avvenuti nel teatro e nella ricerca artistica nel corso di oltre un secolo. I piu' importanti artisti dell'epoca si trasformano nei coreografi e scenografi piu' innovativi, trasferendo sul palcoscenico le nuove valenze creative.
Per il teatro, la collaborazione con le sperimentazioni delle avanguardie storiche e' stata importante e feconda. Il rapporto tra le arti visive e plastiche da un lato e il balletto dall'altro, si e' svolto su un doppio binario espressivo: pittori, stilisti, architetti sono intervenuti direttamente all'interno della rappresentazione scenica.

Questa mostra ne vuole ripercorrere le tappe: dagli artisti che hanno raccontato il teatro come Edgar Degas, Henri Toulouse-Lautrec, ai lavori che Matisse, Picasso, Gontcharova, Balla e Depero realizzano per i Ballets Russes di Serge Diaghilev. Dai progetti degli anni Venti di Giorgio de Chirico e Fernand Leger per i Ballets Suedois, a quelli che Alexandra Exter, Kasimir Malevich e El Lissizky realizzano per i teatri in Russia.

Si giunge poi, considerando i lavori di Joan Miro' per Serge Lifar realizzati negli anni Trenta, alle innovazioni teatrali di Isamu Noguchi per Martha Graham nei Quaranta, fino alle sperimentazioni di Robert Rauschenberg per Merce Cunningham, di Keith Haring per diverse compagnie americane, per finire con quelli di David Salle e Jeff Koons per Karole Armitage, di Giulio Paolini per Davide Bombana, di Grazia Toderi per Virgilio Sieni, e di Jan Fabre, artista e contemporaneamente coreografo.

Il percorso espositivo
La mostra si apre con una sala dedicata agli artisti di fine Ottocento che dipingono il teatro e il suo mondo: Edgar Degas e Henri Toulouse-Lautrec rappresentano i momenti piu' salienti della vita del palcoscenico, i dietro le quinte, le prove e la messa in scena, mostrando il volto umano e sociale del balletto "romantico".
Nei primi anni del '900 gli artisti non si limitano a rappresentare il teatro ma salgono direttamente sul palcoscenico, realizzando scenografie e costumi, coinvolgendo cosi' nella ricerca artistica d'avanguardia anche la rappresentazione teatrale. Il teatro si trasforma in un grande laboratorio nel quale sperimentare le piu' audaci soluzioni del linguaggio artistico. Non esiste alcun movimento d'avanguardia, entro la fine degli anni Venti del '900, che non contribuisca all'innovazione della scena, in sintonia con la trasformazione della visione e della teoria e pratica del balletto e della danza.
Il primo grande innovatore e' Serge Diaghilev, l'impresario dei Ballets Russes. Tra il 1909 e il 1929 Diaghilev rompe con la tradizione della danza classica e invita Matisse, Picasso, Bakst, Gontcharova, Larionov a realizzare le scene e i costumi per la sua compagnia parigina. Chiama anche i protagonisti del Futurismo, Balla, Prampolini e Depero, che lavora con lui alla preparazione di alcuni importanti progetti, come Le Chant du Rossignol e il ben noto Parade di Picasso, per il quale Depero realizza i costumi dei managers.
Alla celebre figura di Diaghilev si affianca quella di Rolf de Mare, impresario dei rivali Ballets Suedois, attivi a Parigi tra il 1920 e il 1925, coi quali collaborano Giorgio de Chirico (La Jarre) e Fernand Leger (La creation du monde).
In questi stessi anni, nel clima di straordinario rinnovamento dell'arte russa, molti artisti sperimentano la propria ricerca in ambito teatrale con esiti di grande interesse: Exter, Lissitsky, Malevich.
La mostra evidenzia anche il ruolo delle "pioniere" della modern dance americana, Isadora Duncan e Lo?Fuller, muse ispiratrici di disegnatori, fotografi e scultori, come prima di loro le ballerine del varieta', della danza di sala e di intrattenimento, avevano ispirato Toulouse-Lautrec, Bourdelle, Severini.
Negli anni Quaranta Isamu Noguchi lavora per Martha Graham, la grande protagonista della nuova danza americana, realizzando quelle sculture sceniche che diventeranno parte importante per esprimere i risvolti psicanalitici delle sue creazioni.
Altri importanti sodalizi saranno documentati dalla presenza dei lavori piu' importanti di Joan Miro' per Serge Lifar e Leonide Massine e dalle combine paintings che diventano scenografia di Robert Rauschenberg per Merce Cunningham.
La mostra prosegue la sua indagine con Fontana che interpreta il Ritratto di Don Chisciotte di Petrassi, si sofferma sugli inconfondibili segni grafici di Keith Haring, giunge fino alle piu' recenti esperienze di David Salle e Jeff Koons per Karole Armitage, i bozzetti di scena di Giulio Paolini per Teorema di Davide Bombana, il video di Grazia Toderi per Virgilio Sieni, e si conclude con la figura di Jan Fabre, scultore ma anche coreografo e regista delle proprie opere-performance teatrali.


Dal 17 dicembre 2005 Sironi Monumentale. Cartoni e studi 1931 - 1940, a cura di Mariastella Margozzi. In mostra un nucleo di opere della Collezione Romana Sironi, ora in deposito al Mart. Conferenza stampa il 16 dicembre alle 12, nella Sala Conferenze del Mart.

Il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto propone un approfondimento su uno dei protagonisti dell'arte italiana del novecento, Mario Sironi. A lui sara' dedicata una sala all'interno di un nuovo percorso della Collezione Permanente del Mart, incentrato sugli anni Trenta del '900. Le opere di Sironi in mostra sono quelle della Collezione Romana Sironi, ora in deposito al museo.

Si tratta di un nucleo di 16 pezzi, tra studi e grandi cartoni preparatori, delle imponenti decorazioni murali realizzate da Mario Sironi, opere concepite per edifici e istituzioni come l'Universita' di Roma, il Palazzo dei Giornalisti, la Casa dei Mutilati. Sono proprio i cartoni preparatori a permettere di ricostruire l'originalita' della ricerca di Sironi; testimonianze preziose - ancor piu' degli affreschi definitivi, spesso andati perduti - della grandiosita' decorativa applicata all'architettura, interpretata mirabilmente da Sironi attraverso l'invenzione di un linguaggio del tutto nuovo, quello di una narrazione epica moderna, declinato in diverse espressioni tecniche come il mosaico e l'affresco.

Il periodo della grande decorazione negli anni Trenta e' stato per Sironi, come scrive la nipote Romana nel testo in catalogo, “forse il piu' felice per l'artista, non solo sul piano artistico, ma anche su quello personale, in quanto allora aveva potuto liberamente dare vita al proprio credo e ai propri sentimenti.".
Un'idea della vitalita' dell'opera di Sironi in questo campo la puo' rendere la constatazione, ormai acquisita, che fu proprio la sua attivita' a stimolare, negli anni '30, la stagione dell'arte murale decorativa italiana, prima dell'esaurirsi di quell'esperienza in parallelo con la fine dell'ideologia politica che l'aveva sostenuta. Di quella stagione Sironi fu il protagonista, a partire dalla realizzazione della Vetrata del Palazzo delle Corporazioni a Roma, nel 1931, di cui in mostra sara' presente uno studio preparatorio. Si trattava di un'opera concepita dall'architetto Marcello Piacentini per il nuovo palazzo di via Veneto, per il quale Sironi ideo' una serie di allegorie-personificazioni destinate a costruire l'immagine dell'Italia come nazione moderna. Era questo un tema fondamentale per la politica del tempo; le soluzioni della “Vetrata" fornirono a Sironi lo schema di base sul quale sviluppare tutta l'iconografia della sua pittura in quel decennio. Ed infatti proprio il lavoro alla “Vetrata" stimolera' la scrittura, da parte di Sironi, del “Manifesto della pittura murale", pubblicato nel 1932, che a sua volta prepara il terreno per la V Triennale di Milano del 1933, del cui direttorio Sironi fara' parte. Nel salone d'Onore dipinse di nuovo il mito del lavoro con l'affresco “Le opere e i giorni", oltre ad uno “Studio per la statua della fontana dell'Impluvium", sempre per la Triennale del '33.

Del 1935 e' lo “Studio per l'affresco dell'Aula Magna di Roma", che testimonia la decorazione ad affresco dell'abside dell'Aula Magna della Citta' Universitaria di Roma, il cui incarico Sironi riceve da Piacentini.
Nel 1936 Sironi si cimenta col mosaico, di nuovo su progetto di Piacentini, decorando la Corte d'Assise del Palazzo di Giustizia di Milano. Il tema, e' quello de La giustizia e la Legge tra la Forza e la Verita'. Gli affreschi realizzati tra il 1938 e il 1939 da Sironi per il sacrario della piacentiniana Casa Madre dei Mutilati di guerra, a Roma, un omaggio al regime e a Mussolini reso simbolicamente attraverso toni scuri e immagini ieratiche.

L'ultima grande decorazione di Sironi e' quella per il Palazzo del “Popolo d'Italia", il quotidiano fondato da Mussolini nel 1914. I lavori iniziarono nel 1939 e terminarono nel 1941, con l'Italia gia' in guerra. Il tema dell'Impero, simboleggiato da una figura di donna attorniata dal popolo italiano a sostegno autarchico della nazione colpita dalle sanzioni economiche, ormai non apparteneva piu' alla realta' storica.

Il catalogo, edito da Nicolodi, e' a cura di Mariastella Margozzi, e comprende anche interventi di Romana Sironi e Renato Miracco.


Immagine: Fortunato Depero - Rotazione di ballerina e pappagalli

Ufficio stampa Mart
Responsabile: Flavia Fossa Margutti
Luca Melchionna: 0464 454127
Sonia Parise: 0464 454124

Conferenza stampa ore 12.00

Inaugurazione ore 18.00

Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
corso Bettini, 43 - 38068 Rovereto TN
Orari: Martedi', Mercoledi', Giovedi', Sabato e Domenica 10 - 18 Venerdi' 10 - 21 Lunedi' chiuso
Intero 8 euro Ridotto 5 euro Scolaresche 1 euro per studente

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