L'istallazione, incentrata sul complesso tema del III capitolo della Genesi, in cui Adamo ed Eva disobbedirono a Dio mangiando il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, e' composta da sei pezzi di cui due disegni, due composizioni realizzate con polaroid e due grandi istallazioni in cui le immagini derivanti dalle polaroid sono impresse su lastre di ottone.
Genesi 3. La caduta
La Galleria Arturarte di Massimo Lupoli inaugura sabato 3 dicembre alle ore 13,00 la
mostra personale di Federico Cozzucoli, giovane artista siciliano che vive e lavora
tra Roma e Civitella San Paolo (Rm). L'istallazione dal titolo Genesi 3. La caduta
raccoglie sei pezzi di cui due disegni, due composizioni realizzate con polaroid e
due grandi istallazioni in cui le immagini derivanti dalle polaroid sono impresse su
lastre di ottone.
L'istallazione e' incentrata sul complesso tema del terzo capitolo della Genesi, in
cui Adamo ed Eva disobbedirono a Dio mangiando il frutto dell'albero della
conoscenza del bene e del male e auto-determinarono la loro caduta da un presunto
stato originario di giustizia per l'umanita' (Genesi 3). Federico Cozzucoli sceglie
di immortalare proprio il momento della loro prevaricatio, e la disperazione
dell'uomo per aver suscitato l'indignazione divina. Dove risiede l'originalita' di
questi lavori? Nella grande forza provocatrice e prevaricatrice con cui l'artista si
serve dell'evento simbolico e concreto al tempo stesso per darne un'interpretazione
insieme mistica, ironica e sarcastica. Ecco che spoglia la scena degli accessori che
tradizionalmente connotano l'iconografia del peccato originale (l'albero e il serpe,
ridotto a un tatuaggio in prossimita' del calcagno della ragazza), e sceglie di
servirsi di un uomo e di una donna "di oggi" che si autoaffermano, e affermano con
forza il proprio bisogno di verita', nient'affatto pudichi ma consapevoli della loro
nudita'-fragilita', nient'affatto in preda alla disperazione per aver determinato
l'abbattersi sull'umanita' dell'ira di Dio.
Anzi, unendo saldamente la mano sinistra
dell'uomo e la destra della donna al pomo del peccato l'artista focalizza il loro
legame che diventa indissolubile, espressione di una straordinaria energia e
vitalita': Adamo ed Eva aspettano un figlio. Ancora, l'Adamo di Cozzucoli non si
nasconde il volto tra le mani in segno di vergogna come il primo uomo di Masaccio
cacciato dall'Eden, bensi' grida l'ebbrezza del sentirsi Dio in quanto detentore
della conoscenza e fautore della procreazione della specie umana. La sua anatomia
contratta nel grido e prominente, marcata cosi' da presso dall'obiettivo, e il chiaro
rimando all'Urlo piu' celebre ed efficace della storia dell'arte nella scelta della
posa, sono in tal senso funzionali e denotano l'acutezza del nostro.
Tre i momenti della rappresentazione artistica che Cozzucoli intende sviluppare
contemporaneamente nell'istallazione, prima nell'elaborazione del progetto
figurativo attraverso i disegni e le polaroid, poi sezionando le immagini nelle due
grandi composizioni culminanti: ad ogni riquadro tracciato sui disegni corrisponde
una lastra rettangolare di ottone di cm 70x55, che reca impressa la relativa
porzione di immagine fotografica. La scelta del materiale, che conferisce alle
immagini una calda lucentezza metallica simile ai fondi oro delle icone bizantine, e'
ancora riconducibile alla costante attenzione dell'artista ai precedenti piu' nobili
dell'arte sacra, portatrice di contenuti ultraterreni e atemporali.
Testo a cura di Francesca Foti
Vernissage: sabato 3 dicembre 2005, ore 13,00
Galleria Arturarte
Via Cassia km 36,30 - Nepi Settevene (Viterbo)