Dal dis-ordine all'armonico. Una ricerca articolata intorno a una decina di pitture su tela, di grande e medio formato. L'artista esorta il segno pittorico a comporsi usandolo, col colore, come stimolatore di contenuti che si astraggono o si concretizzano nel momento in cui la nostra mente li recepisce come emozione.
Dal dis-ordine all'armonico
A cura di Elise Desserne
"Dal dis-ordine all'armonico", propone una ricerca artistica articolata intorno a una decina di pitture su tela, di grande e medio formato. L'artista esorta il segno pittorico a comporsi usandolo, col colore, come stimolatore di contenuti che si astraggono o si concretizzano nel momento in cui la nostra mente li recepisce come emozione del nulla o del tutto. Durante la serata inaugurale verra' eseguita una performance teatrale scritta dall'artista sul tema della mostra. Di Giancarlino Benedetti Corcos si sono interessati studiosi e critici d'arte come Achille Bonito Oliva, Michele Greco, Henri Michaux per l'originalita' del linguaggio che lo pone in continua ricerca e sperimentazione di materiali e composizioni.
Dal Dis-ordine all'armonico
Su di una tela grezza, ove l'anima immacolata della materia rimane intera ed il suo fascino inviolato, Giancarlino Benedetti Corcos esorta il segno pittorico a comporsi; composizione ritmata da onnipresenti ed astratte note musicali, prodotte dallo scivolare o dal toccare furtivo del pennello. Tra le dita dell'artista "i peli di castoro", ora nervosi, ora leggeri, descrivono l' evoluzione fisica e temporale dello spazio telato, in perpetua mutazione e semplificazione. Il "volere" della tela si materializza attraverso una ricerca incessante, frutto di una intera esistenza, ancorata alla comicita' e alla tragicita' del teatro delle nostre vite quotidiane. Una realta' istintivamente interpretata che rende sottile, e quasi invisibile, la delimitazione tra fantasia infantile e grottesco popolare. L'opera di Giancarlino rimane del tutto "inclassificabile", non collocabile in un movimento artistico, perche' racchiude in se' le tante possibilita' esecutive di un astrattismo radicato nella diversita' dei sentimenti umani e di una figurazione vissuta e riprodotta emotivamente, a fior di pelle. Il tratto pittorico, apparentemente ingenuo, ricorda i segni dell'infanzia, ben lontani dalle teorie accademiche o da codici moderni che appartengono a qualsiasi moda artistica o ai costumi dei mass media. Quel tratto e' cosi' ben impresso nella nostra storia personale e nel nostro essere al mondo, da definire, purtroppo, i nostri piu' comuni comportamenti.
L' artista, non essendo tra coloro che lavorano con l'unico scopo di appendere i propri lavori alle pareti di occasionali posti espositivi, vive ogni momento, traendo da ogni casualita', da ogni cosa, sia anche persona o essere vivente, la sua forza creativa come filosofia di vita.
Lo studio dell'artista romano riflette, come uno specchio rotto, l'interiorita' multiple di chi lo possiede, e qui, Giancarlino rivela quanto la sua ricerca artistica nasca da un profondo eccletismo intelletuale. Da una recente mostra tenutasi nel suo studio, nata dal desiderio di tanti artisti di "ripulire" questo luogo congestionato (reso impraticabile dalla conservazione di tanti oggetti di consumo) e di riappropriarsi della energia costruttrice, Giancarlino prosegue la sua ricerca sulla tela, esaltando il momento di transizione tra il dis-ordine e l'armonico, tra l'assurdo ed il reale, tra il "barocco" e un' asettica contemporaneita', infine, tra il pieno e il vuoto(...).
Inaugurazione: mercoledi' 7 Dicembre alle ore 19
Bibliothe', Contemporary Art Gallery
Via Celsa 4/5 (pza del Gesu'), - Roma
Orario: Dal lunedi' al Venerdi' dalle ore 11.00 alle 20, Sabato dalle ore 18 alle 24