Buio, nebbia padana, suoni, luci. Un ambiente dalle dimensioni indistinte, ma che si avvertono enormi. L’accesso e' consentito solo a quanti, muniti di torcia a pile, sceglieranno di rinunciare al primato della vista. "La nostra cultura e in particolare l’arte dell’Occidente hanno privilegiato la priorita' della vista; le nuove tecnologie hanno esasperato tale bulimia visiva. Da qui la scelta del buio: esso riattiva la sensorialita' messa all’angolo dalla priorita' della vista e da' una rinnovata importanza all’udito e soprattutto al tatto." Franco Vaccari
Buio, nebbia padana, suoni, luci
Un ambiente dalle dimensioni indistinte, ma che si avvertono enormi. L’accesso e'
consentito solo a quanti, muniti di torcia a pile, sceglieranno di rinunciare al
primato della vista e di intraprendere il viaggio o meglio l’esperienza della
scoperta e della conoscenza attingendo ad ulteriori sensi.
“La nostra cultura e in particolare l’arte dell’Occidente - spiega Franco Vaccari -
hanno privilegiato la priorita' della vista; le nuove tecnologie hanno esasperato
tale bulimia visiva. Da qui la scelta del buio: esso riattiva la sensorialita' messa
all’angolo dalla priorita' della vista e da' una rinnovata importanza all’udito e
soprattutto al tatto. Se infatti con la vista siamo proiettati all’esterno, con il
buio implodiamo all’interno. Il buio ci permette di recuperare la nostra corporeita'
in una percezione differente della realta'.
Con questo progetto voglio offrire l’opportunita' di sperimentare una condizione di
“silenzio ottico", un momento di pace in mezzo al bombardamento continuo delle
immagini. Ho cercato percio' di realizzare a livello fisico le condizioni per poter
attuare una scelta autonoma. Ecco dunque l’ambiente nel buio totale, buio nel quale
sono celate forme corporee. Chi le vorra' trovare dovra' andarsele a cercare,
individualmente, con l’aiuto di una torcia elettrica. Al buio non esistono piu'
rituali mondani o schemi inibitori. Al buio siamo fuori dalla dimensione dominabile
mediante presenze. Siamo soli a scegliere".
Questo evento si inserisce all’interno del progetto di comunicazione che Transmec
Group, azienda internazionale specializzata in trasporti e spedizioni via terra,
mare, aria e servizi logistici, sostiene da tempo: nel 2003 una performance di
Marcello Maloberti, ha segnato l’apertura della sede aziendale di Milano a
Trucazzano, nel 2004, ha proposto “site specific", un progetto dell’artista coreana
Kimsooja nella sede, di Modena a Campogalliano.
Con questo terzo evento si consolida l’impegno di Transmec Group a sostenere e
valorizzare l’arte contemporanea; il progetto artistico e la filosofia aziendale, in
uno scambio vitale, seguono la rapida trasformazione della societa' dell’oggi.
L’evento nasce da un’idea di Mariangela Montecchi, responsabile delle relazioni
esterne del gruppo Transmec, in collaborazione con Raffaella Cortese, titolare della
omonima Galleria d’Arte Contemporanea di Milano.
Il progetto e' accompagnato da una pubblicazione con testo critico di Valerio Deho'.
Il pubblico potra' accedere agli spazi Transmec nella serata di sabato 17 dicembre
alle 19.
Per raggiungere Transmec: dall’uscita Campogalliano A22 Modena - Brennero al secondo
semaforo a destra, prima laterale a destra via Strasburgo 31.
Info stampa: Galleria Raffaella Cortese tel 02-2043555
Franco Vaccari nasce a Modena nel 1936; compie studi ad indirizzo scientifico
laureandosi in Fisica.
Ha esordito in campo artistico come poeta visivo. Particolarmente significativi
della sua successiva evoluzione sono il titolo di un suo libro del 1966 “Le tracce"
e l’uso che in esso fa della fotografia per presentare i graffiti come poesia
anonima, poesia trovata.
Il tema della traccia e il fotografico sono due costanti che attraversano tutto il
suo lavoro. Sin dall’inizio Vaccari non usa la fotografia per produrre immagini
mimetiche, analogiche, ma come impronta di una presenza, come segnale, come sintomo,
come traccia fisica, appunto, di un esserci: un’impronta che ricavava il proprio
senso del rapporto esistenziale, spesso opaco, che l’unisce a cio' che l’ha
provocata.
Emblematica rimane, a questo proposito, la sua partecipazione alla Biennale di
Venezia del 1972. Ecco, la descrizione che ne ha dato Renato Barilli nel libro
documento seguito a questa azione: “Ricordiamo la scena iniziale della “sala" di
Vaccari nel padiglione centrale dei “Giardini" veneziani: era tanto semplice e nuda
da sfiorare la delusione; appena una cabina photomaton nell’albore impersonale delle
pareti; …solo una scritta plurilingue (Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio
) permetteva di intravedere una regia, ma tenuta come sospesa a mezz’aria.
Certo la diversita' era palese e clamorosa, rispetto alle sale consuete dove venivano
esposte le opere, perche' qui venivano offerti soltanto gli attrezzi per “operare"
mentre l’artista si ritraeva lasciando l’iniziativa al pubblico".
Questa era la quarta di quelle che Vaccari aveva chiamato Esposizioni in tempo
reale; a tutt’oggi ne ha realizzate 32.
La collocazione del suo lavoro artistico risulta tangente a diverse aree, ma quella
che, forse, ne esprime meglio il senso, potrebbe essere definita “realismo
concettuale". Gli viene attribuita la paternita' del concetto Esposizione in tempo
reale da lui esplorato sia da un punto di vista teorico sia da un punto di vista
operativo.
Vaccari ha sempre accompagnato l’attivita' artistica con la riflessione teorica
pubblicando, fra gli altri testi, “Duchamp e l’occultamento del lavoro" (1978) e
“Fotografia e inconscio tecnologico" (1979): quest’ultimo, e' stato considerato “il
piu' importante contributo italiano all’attuale dibattito sulla fotografia".
(A.Colombo, Panorama, 24 ottobre 1983); nel 1980 e' stato pubblicato anche in Francia
dove ha riscosso un enorme successo.
Ha tenuto corsi all’Ecole Supe'rieur des Arts De'coratifs di Strasburgo e, dal 2004,
alla Facolta' di Architettura del Politecnico di Milano.
Nel 1972, nel 1980 e nel 1993 partecipa alla Biennale di Venezia con sale personali.
Nel 1984 ha una mostra antologica al Museum Moderner Kunst di Vienna.
Nel 1999 ha partecipato alla mostra “Minimalia" al PSI di New York.
Nel 2003 viene invitato per i suoi video al Festival del Cinema di Locarno.
Inaugurazione: 17 Dicembre ore 19.00
Transmec Group
via Strasburgo 31 - Campogalliano (MO)Campogalliano (MO)