Spazio Espositivo Santa Verdiana - SESV
Firenze
p.zza Ghiberti, 27
055 2625982 FAX 055 6241253
WEB
Pensieri costanti
dal 12/12/2005 al 21/12/2005
055 2625982

Segnalato da

Lorenzo Bruni




 
calendario eventi  :: 




12/12/2005

Pensieri costanti

Spazio Espositivo Santa Verdiana - SESV, Firenze

Carmit Hassine, Francesca Banchelli, Giacomo Ricci, Tasos Protopsaltou. Questa seconda collettiva ruota attorno all’idea di limite Le opere in mostra sono delle visualizzazioni di "processualita'" ben precise con cui il soggetto (spettatore, artista, cittadino) tenta di mantenere un equilibrio tra la sua sparizione nelle troppe informazioni e stratificazioni di immagini e stereotipi di paesaggi e il desiderio di affermazione di se' stesso ergendosi al di sopra di tutti gli altri fino a farli scomparire. Nell'ambito di Rotte Metropolitane.


comunicato stampa

Carmit Hassine, Francesca Banchelli, Giacomo Ricci, Tasos Protopsaltou

Intervento di brillarelli/crisci

Fino al 30 di gennaio continuera' ad essere attivo all’interno del SESV lo spazio di lavoro per il magazine di Rotte Metropolitane e quello per le conferenze, oltre al progetto FruitfulFlorence, del gruppo Arabeschi di Latte, il quale consiste in una serie di predisposizioni di appuntamenti “aggreganti" in luoghi particolari della citta' (la friggitoria, il museo della specola, l’orto botanico, il piazzale della Coop) rivolti ai cittadini per la durata della manifestazione di Rotte Metropolitane.

Questa seconda collettiva al SESV ruota attorno all’idea di limite [come separazione operata dallo spazio urbanistico, ma anche come paure o timori di tipo psicologico auto-imposti dal singolo] e al tentativo di parlare del soggetto umano in quanto presenza, al di la' delle sue funzioni, rappresentazioni o comunicazioni immateriali che si svolgono nel tempo e non per attraversamento dello spazio.

Gli artisti di pensieri costanti rispondono alla riflessione sul rapporto che il singolo puo' stabilire con la societa' e la sua possibilita' di intervento in essa analizzando la solitudine spersonalizzante del cittadino e reagendovi partendo dall’azione di manifestarsi all’interno dello spazio urbano. Questa condizione puo' essere stimolata nell’altro o realizzata su di se solo illuminando il legame che vi e' tra il soggetto e quel dato luogo che va ad occupare in quel istante in cui si relazione e si rivolge agli altri. Per questo motivo le opere in mostra sono delle visualizzazioni di “processualita'" ben precise con cui il soggetto [spettatore, artista, cittadino] tenta di mantenere un equilibrio tra la sua sparizione nelle troppe informazioni e stratificazioni di immagini e stereotipi di paesaggi e il desiderio di affermazione di se' stesso ergendosi al di sopra di tutti gli altri fino a farli scomparire. Tra l’annullamento dell’io e la sua spettacolarizzazione abbiamo allora l’illuminazione di un luogo ben preciso che il soggetto sceglie di occupare non come rifugio o fuga dal presente, ma da cui stabilire un contatto, un’esperienza con l’altro.

Per Francesca Banchelli lo spazio da occupare si materializza nell’ambiente domestico, luogo sicuro ma anche inanimato e sordo agli stimoli esterni. L’artista, lavorando sempre sul continuo ribaltamento del concetto di interno/esterno, fisico/mentale fa come affiorare direttamente dalle pareti dello spazio del SESV oggetti della quotidianita' abbandonati a loro stessi o in luoghi a loro estranei come delle radure erbose. Nel suo video aderenza, invece, questo panorama minimale ed algido si tramuta nello sforzo fisico di un corpo (di cui vediamo solo le gambe) che tenta, servendosi di una poltrona, di scavalcare una recinzione in una periferia cittadina. L’atto non esprime un malessere o una fuga, bensi' uno stare ed un esistere a prescindere da tutto.

La serie fotografica in bianco e nero di Carmit Hassine, di giovani donne nello svolgimento del loro servizio militare obbligatorio nello stato di Israele, mette in evidenza il fortissimo rapporto tra singolo e collettivita', su cui si basano da sempre le identita' nazionali ed i concetti di appartenenza. La spersonalizzazione operata su queste ragazze e' sottolineata dai luoghi che loro attraversano ed in cui sono colte, come una stazione, angoli di citta' con architetture moderniste o le stesse basi militari (citta' nelle citta'), che potrebbero parlarci di qualsiasi luogo. Tale oggettivita' estremizzata e ricercata continuamente nel corso del 900, e' riequilibrata da Carmit nella trasposizione in quadri di alcune delle sue fotografie. La superficie sovradimensionata della tela, il colore immediato e le forme che si confondono con la luce donano alla figura la dignita' dell’istante non congelato e di un suo sentimento.

Se con le ricerche di queste due artiste emerge piu' il contesto, il luogo, i suoi ricordi o sentimenti, che ci forniscono i dati del soggetto da cui vi puo' emergere o che li puo' abitare, l’approccio di Ricci e di Tasos li porta a far emergere come prima cosa il corpo in se' prima del contesto stesso con cui si relazionera'. Giacomo Ricci, utilizzando un metodo di indagine di tipo statistico e giornalistico, instilla direttamente nelle persone che percorrono le strade di Firenze una riflessione sulla propria esistenza attraverso una domanda provocatoria…vuoi morire? Come vorresti morire? In questo modo Ricci chiede in prestito a vari individui la loro sagoma, per poi distribuirla, disegnandola sull’asfalto, nel tessuto urbano. Cosi' l’artista, che si interroga sull’effetto dei media [che creano una attenzione costante alle storie altrui, rendendo alla fine il tutto indifferente], lavora sulla presenza del soggetto attraverso la sua scomparsa. Tasos Protopsaltou utilizza le modalita' dell’apparire proprie dello spettacolo e della messa in scena per sviluppare una riflessione sul gioco dell’identita' e sulla sua continua costruzione attraverso stereotipi, modi di vestirsi e di fare. Un suo video presenta l’artista che si mette in mostra in una vetrina della citta'. Questa dichiarazione delle molte personalita' che potrebbe indossare o con cui potrebbe essere visto l’artista viene controbilanciata dall’installazione realizzata nel SESV, dove ha collocato una semplice pellicola trasparente per terra: questa portera' le tracce e le stratificazioni del passaggio delle persone definendo cosi' un luogo scenografico ben preciso in cui la distanza tra l’attore e lo spettatore viene totalmente annullata.

Brillarelli/Crisci creano un intervento sonoro basato su pezzi musicali della loro infanzia. Attraverso il mix di melodie della memoria [come quelle dei cartoni animati] con la musica elettronica, loro stabiliscono un ricordo senza la pesantezza della nostalgia che sdrammatizza la mancanza di contatto con l’altro.

La mostra precedente [inaugurata il 18 novembre sempre allo SESV, strani incontri con Sandro Bottari, Zoe Gruni, Eugenia Vanni, Enrico Vezzi e l’intervento dei nipoti dei fiori] ruotava attorno all’incognita, misto di paura ed attrazione, del possibile incontro nell’urbano da parte del soggetto. Questa seconda mostra, invece, punta alla manifestazione del singolo all’interno dello spazio urbano non attraverso la sua rappresentazione o comunicazione, ma in quanto “presenza". La dichiarazione di esistenza da parte del singolo, messa in atto da queste opere, punta prima di tutto a definire e ad aver una coscienza dello spazio fisico che va ad occupare in quel dato istante e conseguentemente a non escludere la presenza, il dialogo, e l’incontro con l’altro. Infatti, con questi artisti la meta non e' l’individuazione di un luogo che puo' occupare il soggetto [che puo' essere interpretato attraverso l’idea di casa, di esotico, di stato nazionale, dell’io estetizzante, di perdita], ma e' il mezzo per stimolare una riflessione e un rapportarsi con la societa' di cui fa parte: non ci parlano di prigioni-rifugio, ma di condizioni dell’io come presenza corporea da cui stabilire delle relazioni. Le opere in mostra possono anche essere lette come dei tentativi da parte degli artisti di realizzare un autoritratto; il quale risulta essere formato solo da “particolari indizi" e “racconti" poiche' sono consapevoli che e' dipendente dallo spazio cittadino e dalle casuali e spontanee interazioni con gli altri soggetti.

Il progetto Rotte Metropolitane 2005 nasce dall’esigenza di interrogarsi sul tema della relazione, sulla sua esigenza e sulla necessaria riflessione della mancanza di spazi di incontro come le piazze nella fruizione e percezione da parte del cittadino delle nostre attuali metropoli. Questi artisti non rispondono pero' mettendo in evidenza i problemi del soggetto gettato nella sua solitudine proprio perche' e' in contatto con tutto e tutti attraverso i mezzi di comunicazione, ma alla fine presente a nessuno. Le opere in mostra testimoniano gia' una soluzione, anche se parziale e personale, attuata dai giovani artisti, o meglio sono delle pratiche che attuano e che condividono con gli altri stabilendo cosi' gia' una nuova dimensione dello spazio collettivo.

Il progetto ROTTEmetropolitane 2005, a cura di Lorenzo Bruni e promosso dall’Archivio Giovani artisti del Comune di Firenze, consiste in un ciclo di tre mostre collettive incentrate sullo stimolare una riflessione attiva sul tema della relazione e dell’incontro e che metteranno in evidenza tre sfumature diverse con cui il singolo soggetto all’interno della spazio pubblico tenta di stabilire un rapporto con l’altro e quindi con cui si manifesta alla collettivita'. Le mostre evento si terranno nella Galleria SESV [spazio espositivo di Santa Verdiana della Facolta' di Architettura di Firenze]. In questo luogo inoltre sara' attivo dal mese di novembre 2005 a quello di Gennaio 2006 uno spazio di lavoro in cui verra' realizzata la rivista di RM2005, un ciclo di incontri conferenze con personalita' legate alla formazione o diffusione del lavoro di giovani artisti. All’interno degli “spazi di formazione" della citta' [SACI, Accademia di Belle Arti, LABA, ISIA, CANGO], durante questo periodo, saranno presentati le opere di artisti che riflettono sul concetto di traduzione in immagine dello spazio urbano.

curatore del progetto Rotte Metropolitane 2005
Lorenzo Bruni

responsabile Archivio Giovani Artisti
Daniele Ciullini [d.ciullini@comune.fi.it]

magazine
redazione [rm2005magazine@gmail.com]
Annamaria Vasta [anna_vasta@yahoo.it]
Lorenzo Bruni [lorenzobruni@virgilio.it]

fruitfulflorence
Arabeschi di Latte [arbeschidilatte@libero.it]

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Inaugurazione: martedi' 13 dicembre alle ore 18

Galleria SESV [spazio espositivo di Santa Verdiana]
all’interno della Facolta' di Architettura di Firenze, piazza Ghiberti n.27

Orario: dal lunedi' al venerdi' dalle ore 10 alle ore 18

IN ARCHIVIO [49]
N.I.D.O.
dal 22/4/2012 al 26/4/2012

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