Chiara Bertola - Castello di Rivoli
Il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea inaugura dalle ore 11.00 la quarta mostra del ciclo di esposizioni ideate per i bambini da artisti. Dopo i progetti di Andy Warhol, Carla Accardi e Enrica Borghi, Stefano Arienti ha ideato questa mostra il cui sottotitolo 'Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose', ispirato al racconto (1969) dello scrittore americano Samuel Delany, suona quasi come una filastrocca, un "non titolo" di sapore fantastico che comprende le opere che compongono l'esposizione e il libro per i bambini realizzato dall'artista per questa occasione.
Mostra per i bambini. Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose.
A cura del Dipartimento Educazione.
Il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea inaugura il 20 febbraio dalle ore 11.00 la quarta mostra del ciclo di esposizioni ideate per i bambini da artisti. Dopo i progetti di Andy Warhol, Carla Accardi e Enrica Borghi presentati tra il 1997 e il 1999, Stefano Arienti (Asola, Mantova, 1961) ha ideato questa mostra il cui sottotitolo Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose, ispirato al racconto (1969) dello scrittore americano Samuel Delany, suona quasi come una filastrocca, un "non titolo" di sapore fantastico che comprende le opere che compongono l'esposizione e il libro per i bambini realizzato dall'artista per questa occasione.
Nella sala al terzo piano del Museo sono esposte alle pareti e sul pavimento opere recenti e nuove riunite da Arienti per questa mostra. Alle pareti una raccolta di disegni di grande formato, realizzati tra la fine 1999 e il 2000, eseguiti ricalcando con un pennarello acrilico su carta da lucido i motivi decorativi di carattere tradizionale e non, tratti da stoffe di uso comune raccolte dall'artista, nel corso del tempo, nei mercati di varie parti del mondo. Ogni stoffa è stata usata una sola volta, in modo da non ottenere mai disegni uguali, e viene ricalcata sulla carta da lucido, supporto delicatissimo, che non ammette cancellature né ripensamenti. L'artista sviluppa o frammenta soltanto una parte del motivo decorativo, elaborandone il carattere peculiare sino al risultato finale, monocromo o a più colori ma senza aggiunte personali, vivace e al tempo stesso evanescente, che rende spesso impossibile l'identificazione del materiale di provenienza e del disegno originale.
L'interesse è focalizzato sulla potenzialità di trasformazione dei decori delle stoffe comuni e tradizionali, che sono alla base dei disegni, dal momento che il patrimonio decorativo appare spesso trasmigrare da una cultura all'altra oppure i modelli tipici di un'area geografica vengono realizzati in altri paesi di cultura diversa dando luogo ad una sorta di "giro del mondo stabilizzato - dice l'artista - ma con esiti imprevedibili".
Il corpus dei disegni è messo in relazione con il lavoro collocato sul pavimento della sala, che è composto da due elementi: un tappeto sul quale è disposta una grande quantità di palline. Il tappeto di colore azzurro (metri 4 x 6) è un supporto accogliente, comune denominatore che evoca antiche culture di civiltà lontane per carattere e latitudine, e costituisce un'isola confortevole e allo stesso tempo un luogo naturale di raccolta e di rilassamento. Le palline di gomma multicolore, di quattro diverse dimensioni e tutte decorate in maniera sgargiante e differente, sono nuovamente oggetti di gioco provenienti dalle macchine distributrici situate nelle strade. Arienti ne ha raccolto nel corso del 2000 un gran numero, affascinato dalla originalità dei decori e dei colori, e le mette a disposizione del pubblico e dei bambini perché le utilizzino come materiale compositivo sulla superficie scura del tappeto per realizzare composizioni libere, fantastiche e continuamente mutevoli (un altro modo di fare disegno).
La pubblicazione che correda la mostra prosegue la collana delle pubblicazioni per i bambini edita dal Museo ed è un vero e proprio libro d'artista che elabora in particolare il tema delle palline in relazione al titolo dell'esposizione con un esito "un po' metafisico e un po' futuribile - dice Arienti - come un cartone animato giapponese".
Progetto didattico Stefano Arienti. Mostra per i bambini.
Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose.
Il modo in cui ho incominciato a intervenire sulle cose era in realtà già presente nei miei giochi, da piccolo, quando la vita in una cascina del Mantovano mi consentiva una libertà di azione e di movimento non concessa ai bambini di città .. Avevo una soffitta tutta mia, in cui tenevo vasetti di colore, raccolte assurde di vegetali, di sassi, accumulazioni ordinate di reperti. Così Stefano Arienti si racconta in una intervista rilasciata ad Angela Vettese. Poche efficacissime parole che, mentre definiscono il ritratto dell'artista bambino, ci consentono di entrare in punta di piedi nell'antica soffitta, per ritrovare gli elementi che attualmente caratterizzano il lavoro dell'artista maturo, originato da azioni quali ordinare, ripiegare, ricalcare, manipolare, cancellare, ripetere ossessivamente medesime operazioni. Quasi sempre i materiali sono semplici e facilmente reperibili e vengono restituiti ad una nuova identità attraverso l'intervento dell'artista. Nella mostra per i bambini, Stefano Arienti presenta una serie di disegni a ricalco e un lavoro inedito composto da un grande tappeto azzurro sul quale sono collocate moltissime palline policrome, messe a disposizione del pubblico che potrà modificarne la disposizione in infinite composizioni.
Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose, titolo di un racconto di fantascienza di Samuel R. Delany offre lo spunto per i temi da sviluppare in laboratorio.
Il tempo e la spirale
A ciascun allievo verrà richiesto di portare al museo un modulo di stoffa cm 30x30.
In laboratorio i singoli pezzi verranno assemblati fino a costituire lunghe strisce che Saranno successivamente organizzate con un andamento lineare o a spirale. Al termine della mostra tutte le strisce saranno allineate in esterno al Castello, in modo da restituire con la loro misura la quantità dei bambini e dei ragazzi che nel tempo hanno visitato la mostra.
Rotola, rimbalza, segna e disegna
Palline policrome, coloratissime e incontenibili. Per volere dell'artista e per mano dei bambini e dei ragazzi, diventano arabeschi bellissimi e traiettorie fantastiche. Raggruppate, a nebulosa o in ordine sparso, modificano la percezione della superficie azzurra del tappeto offrendosi allo spettatore in composizioni sempre nuove e imprevedibili.
In laboratorio grazie al connubio di oggetti e colore sarà possibile sperimentare altre infinite possibilità compositive.
Il segno e il senso
Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose. Parole e lettere verranno indagate sia per quanto attiene al senso letterale sia al segno grafico.
In laboratorio le singole parole e lettere, scomposte e ricomposte, deformate, ingrandite o rimpicciolite saranno organizzate a formare spirali o altre forme labirintiche.
Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea - Piazza Mafalda di Savoia - Rivoli (Torino)
Dipartimento Educazione: tel. 011.9565213 - fax 011.9565232