Il paesaggio promesso. In mostra una serie di opere che testimoniano l’intensita' con cui l'artista osservava il mondo naturale, la sua capacita' di cogliere la luce come materia, di tradurre la temperatura della terra in colore, di instaurare dialogo primitivo con l’essere animale.
Il paesaggio promesso
Sabato 7 gennaio 2006 presso la galleria Bugno si inaugura una mostra personale di Alberto Gianquinto, “Il paesaggio promesso"; saranno esposte opere su tela di grandi dimensioni, dipinte tra il 1977 ed il 1982.
La prima mostra di Alberto Gianquinto in galleria, nel novembre del 1999, “Magnolie ed altri neri", esponeva una serie di dipinti d’interno, atlanti animistici, di impronta compositiva e cromatica estremamente rarerefatta.
Gianquinto sentiva l’urgenza della pittura come una necessita' espressiva imprescindibile, e nella coscienza di agire secondo un rigore formale ed intellettuale assoluto; poteva epurare l’immagine quasi annullandola nei lavori piu' intimi, dove la forma sussiste nel contrasto puro del bianco e del nero, come nell’opera del 1981, “Le rose e la musica", attualmente esposta nelle sale del Museo Correr di Venezia, altrove stupire con cromatismi di inattesa prorompenza nei grandi lavori di tema politico, religioso e sociale.
L’idea di questa mostra nasce da “Il pomeriggio" un quadro acquistato dalla galleria una decina d’anni fa, protetto, amato.
Da una conversazione davanti a quest’opera con il figlio Antonino, testimone sensibile e partecipe dell’opera del padre, scaturisce il racconto di dieci giorni dell’estate del 1978, in cui Alberto dipingeva dieci grandi tele, vibranti nella luce dell’estate matura, nel suo giardino della casa di Asolo, terra d’esilio prediletta.
Da qui l’idea di riunire sei dei grandi dipinti, assieme ad altri paesaggi campestri di quegli anni, tra cui “Il ponte di Pagnano", dipinto nel 1977 per il sedicesimo compleanno di suo figlio.
Sono opere che testimoniano l’intensita' con cui Gianquinto osservava il mondo naturale, la sua capacita' di cogliere la luce come materia, di tradurre la temperatura della terra in colore, di instaurare dialogo primitivo con l’essere animale, come i cigni che punteggiano le acque dell’opera “Il rivo" del 1982.
Alberto Gianquinto nasce a Venezia, il 29 marzo 1929. Dai primi anni ’50 espone nelle maggiori gallerie italiane. Fa parte del gruppo romano ''il pro e il contro'' con Attardi, Guccione, Calabria, Ferroni, Guerreschi, Vespignani e i critici Micacchi e Del Guercio. Dalla meta' degli anni 70 opera nell' ambito di una neofigurazione piena di significati, con rimandi storici e sociali. E' invitato alla Biennale di Venezia nel 1956 e nel 1962 con un gruppo di opere, e nel 1978 con una sala personale. Partecipa alla Quadriennale di Roma nel 1959, 1965, 1969, 1987. L’ultima personale, “La mela di Ce'zanne", e' del maggio 2003, preparata per la Biblioteca Comunale di Breganze.
Inaugurazione: 7 gennaio
Bugno Art Gallery
San Marco 1996/d - Venezia