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Sperequazione (part 2)
dal 17/1/2006 al 17/2/2006
Mar-Ven, h 11.00-13.00, 15.00-19.00

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galleria neon




 
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17/1/2006

Sperequazione (part 2)

neon>fdv, Milano

''(...) Nel lavoro di Sergio Breviario tutto e' in relazione e contrapposto, e si riferisce sempre ad altro. Per Gonzato l'indagine sul concetto di decorazione e di processualita' e' il pretesto di uno sguardo sempre rivolto allo straordinario. Le immagini di Fawn Krieger non sono altro che la ricerca di geografie alternative collettive che nascono dalla propria esperienza. Giuseppe Pietroniro sonda il concetto di luogo come estensione possibile dell'identita' (...)'' Michela Arfiero


comunicato stampa

Il riflesso perplesso

A cura di Michela Arfiero

Lontano da strutture concettuali condivise, canoni estetici stabiliti e obbiettivi comuni, esiste pero' un approccio creativo che suggerisce l’identificazione di un elemento ricorrente, un ingrediente poco definito ma che si puo' idealmente collocare tra l’ego e il riflesso (tra l’io e il riverbero sulla superficie). Se in fisiologia il riflesso e' un atto, un movimento, che e' dovuto ad una reazione involontaria del sistema nervoso ad uno stimolo esterno, al contrario la riflessione e' un’espressione artistica o letteraria in cui l’introspezione prevale sulla spontaneita' e sull'ispirazione.

Il riflesso come atto che indica la conoscenza che l’artista ha di se', perche' non soltanto conosce, ma anche sa di conoscere. Ogni gesto diventa esplicito ed anche non mostrandosi, in un modo nell’altro, l’artista assume ad oggetto se stesso. Ripetizioni differenti, moduli, elucubrazioni concettuali, gli artisti invitati mostrano dei lavori che possono essere considerati in serie anche se non seriali. Lavori che nascono in relazione con il tempo e le contingenze, da nozioni e atti prestabiliti ma al contempo modificabili o che modificano circostanze e rappresentazioni.

My performance of “I’m walking" / La mia performance di “Vado camminando"

Begin: When I’m well into walking and can be / Cominciare: Mentre sto gia' camminando da un pezzo e posso essere

1967, inedito Vito Acconci

Mario Diacono, Vito Acconci, Out of London Press Inc., New York 1975

Vito Acconci al contrario di Marcel Duchamp per dare vita alla sue performance non parte dall’oggetto, ma lo sceglie a posteriori, in corso, in funzione della situazione che vuole rappresentare. I lavori di Acconci, dalla poesia all’architettura, sono vissuti come il prodotto di un percorso, e quindi riflesso di quello che accade accanto ma anche l’esperienza di un’arte che e’ piu' ricerca che linguaggio, in pratica un modo di fare l’esperienza della realta'.

I quattro artisti invitati si muovono su entrambe le posizioni come se partissero da un oggetto, che pero' non esiste ancora in quanto tale, per viverlo e quindi restituirgli forma ed immagine.
Non c’e' la pura e semplice nozione empirica delle cose, tutto e' trasporto. E tessuto dalle dipendenze reciproche.
Nel lavoro di Sergio Breviario tutto e' in relazione e contrapposto, e si riferisce sempre ad altro. Il soggetto della ricerca si nasconde nei collegamenti dei pensieri e delle idee che fanno a capo alla struttura mentale dell’artista. Disegni, stampe fotografiche, sculture; ogni lavoro e' chiuso in una storia ma al contempo nasce dal precedente.
Gli elementi verticali e orizzontali, che sezionano tutto il suo lavoro, non sono altro che il rapporto possibile per trovare un punto d’equilibrio tra tutti gli elementi in causa: dalla storia dell’arte, allo spazio, alle circostanze.
La necessita' di finire e quindi di utilizzare tutti i colori conservati negli anni e' il punto di partenza; e il punto d’arrivo (riuscire ad esaurire le scorte) del lavoro Out of Stock di Paolo Gonzato.

Sopra dei cartoni di differenti dimensioni, appoggiati uno sull’altro (cosi' come si appoggiano le cose), l’artista esaurisce i propri colori seguendo il disegno geometrico di parallelogrammi equilateri, usati come un sistema di segni di cui si serve per inserire la propria sensibilita'.

Nel lavoro di Gonzato l’indagine sul concetto di decorazione, di ripetizione, di processualita' non e' altro che il pretesto di uno sguardo sempre rivolto allo straordinario. L’apparenza e' volutamente inconsueta: i materiali sono poveri e ordinari ma carichi di vanita' e contemporaneamente di mistero. E' cosi' che l’artista sublima il proprio ego diviso tra il processo (di se') e la superficie estetica.

Le piccole sculture, i disegni e le immagini di Fawn Krieger non sono altro che la ricerca di geografie alternative collettive che nascono dalla propria esperienza.

La ricerca si fonda nella tridimensionalita' delle cose, nell’idea che racchiude uno spazio sconosciuto o ignoto, astratto o tangibile, fatto di opposizioni e polarita'. L’artista americana lavora sulla tradizionale nozione di spazio come building e di come sia possibile porsi di fronte o dentro in termini tanto relazionali quanto estetici.
Il processo e' quello della scavatura e della costruzione di moduli rudimentali e strutture fantastiche che mostrano la natura simbolica ed arcaica dell’artista.

States sono piccoli progetti e sculture dall’aspetto ambiguo ma con accenni famigliari e ordinari; i materiali e le forme riflettono qualcosa di comune come supporto per appropriarsi e creare dei legami con il luogo circostante.
Giuseppe Pietroniro sonda il concetto di luogo come estensione possibile dell’identita'. Un lavoro in bilico tra la riproduzione della realta' e la sua illusoria rappresentazione. Il lavoro Interni e' il work in progress di una serie di fotografie in bianco e nero che ritraggono lo spazio interno di un luogo che riflette la sua appartenenza ad un’idea, ad una storia o ad una persona. La fotografia ritrae gli elementi strutturali dello spazio ed e' poi installata nel luogo ritratto.

Pietroniro parla, infatti, di tautologia e di tautologia del reale, forse per come l’immagine riesce a restituire la peculiarita' dello spazio nella sua dimensione illusoria. La fotografia in questo caso e' il prodotto di un’attivita', non la sua registrazione. L’attivita' si svolge nella relazione tra la persona e lo spazio, lo spazio e lo spazio, ed e' l’oggetto della relazione l’essenza del lavoro.

Inaugurazione: 18 gennaio ore 18.00

neon>fdv - la Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4 - Milano
Orari: mar - ven ore 11.00-13.00 e 15.00-19.00

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