Attraverso la banale riproduzione del cliche' maschile-femminile, l'artista indaga nel profondo individuale e sociale. A cura di Ulrike Kremeier e Angela Madesani. "Sono io stessa il soggetto del lavoro, autoritratta due volte: nel ruolo di marito e di moglie, rappresentati come felice coppia sposata (...)Non si tratta di stilizzazione sessuale o travestimento, quanto piuttosto di una ricerca sui codici di comportamento e sulla propria identita', con un continuo rimando dal micro al macrocosmo". D. Comani
Eine gluckliche Ehe/Un matrimonio felice
A cura di Ulrike Kremeier e Angela Madesani
“Sono io stessa il soggetto del lavoro, autoritratta due volte: nel ruolo di marito e di moglie, rappresentati come felice coppia sposata". Queste le parole con cui Daniela Comani - artista italiana residente a Berlino - introduce il progetto fotografico Eine gluckliche Ehe/Un matrimonio felice (2003-2005), presentato a Careof dal 18 gennaio all’8 febbraio 2006.
Ritratti in diversi momenti del quotidiano - mentre passeggiano lungo la spiaggia, seduti una di fronte all'altro in cucina, stesi sul letto o durante le vacanze in Giappone - solo ad un esame attento i protagonisti del Matrimonio felice svelano la strana e inquietante somiglianza. “Non si tratta di stilizzazione sessuale o travestimento" precisa l’artista, quanto piuttosto di una ricerca sui codici di comportamento e sulla propria identita', con un continuo rimando dal micro al macrocosmo. Attraverso la banale riproduzione del cliche' maschile-femminile, Comani indaga nel profondo individuale e sociale: ‘viaggiare, andare in auto, spiegare’ rappresentano il campo di competenza maschile; ‘ascoltare, comunicare, lasciarsi guidare, essere dediti’ qualita' femminili.
Un matrimonio felice ha in se' una forte componente performativa. Una fase lunga e riservata di costruzione del personaggio precede lo scatto fotografico, seguito poi dal lavoro minuzioso di rifinitura e di fotomontaggio digitale: “i vestiti e gli accessori che indosso nelle riprese fotografiche fanno parte del mio guardaroba quotidiano. I volti non sono stati manipolati al computer; mimica e portamento determinano, assieme a barba e trucco, la riuscita dei due differenti ruoli".
Quasi trame che si sviluppano nel corso del tempo con coerenza, ma anche con una sorta di positiva ossessione, i lavori di Daniela Comani sottolineano spesso la molteplicita' e il pluralismo possibile di quanto ci circonda. Non esiste un’unica verita', piuttosto infinite possibilita'.
Allo spettatore, con cui l’artista sviluppa una forma di complicita', resta il piacere di decifrare i segni di cui l’opera e' disseminata, andando a ricostruire il racconto di Un matrimonio felice, cosi' come - altrove - l’immagine di un puzzle (Spiel doch mit! Gioca anche tu, 1999), che riproduce rappresentazioni salvate dal flusso televisivo, o le sorti di un’ipotetico ‘Io’ che nell’installazione sonora Ich war’s. Tagenbuch 1900-1999 (Sono stata io. Diario 1900-1999) legge il proprio diario, dove sono raccolti 365 fatti di portata storica, descritti come se accaduti a quell’unica voce narrante, che impersona dunque Einstein, Hitler, Hiroito...
Vincitrice di numerose borse di studio quali International Exchange of Contemporary Artist in Residence Kanazawa, Giappone, Daniela Comani (Bologna 1965) vive e lavora a Berlino dal 1989.
Selezione mostre: 2005: Orientalismi, Studio la Citta', Verona; Goldrausch 2005, Kunstraum Kreuzberg/Bethanien, Berlin; A happy Marriage #3, Kanazawa Yuwaku sousako no mori, Giappone. 2004: Portraits, Esso Gallery, New York. 2003: Catch me if you can, National Gallery of Arts, Tirana. 2001: Maebashi Festival of Arts, Center of Art Maebashi, Giappone. 1997: Zeichnungen, Fotoarbeiten, Kunstverein Braunschweig. 1993: More than zero, Centre National d´Art Contemporain de Grenoble, Francia.
http://www.danielacomani.net
Inaugurazione: 18 gennaio
Careof
via Luigi Nono, 7 - Milano