La mostra "Bruno Schulz, il profeta sommerso" al Museo di Sant'Agostino curata dal Museum Literatury di Varsavia e organizzata dal Teatro della Tosse in collaborazione con l'Associazione Alpe Adria Cinema da lunedì 5 a domenica 18 febbraio 2001 e' stata prorogata fino a sabato 24 febbraio 2001.
La mostra "Bruno Schulz, il profeta sommerso" al Museo di Sant'Agostino curata dal Museum Literatury di Varsavia e organizzata dal Teatro della Tosse in collaborazione con l'Associazione Alpe Adria Cinema da lunedì 5 a domenica 18 febbraio 2001 è stata prorogata fino a sabato 24 febbraio 2001.
La mostra si colloca all'interno di "I POLACCHI ", percorso attraverso il quale il Teatro della Tosse esplora la cultura polacca con momenti di teatro, arte visiva e cinema. Il progetto è stato realizzato con il contributo dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Genova e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.
IL PROFETA SOMMERSO è la prima mostra in Italia dell'opera grafica di Bruno Schulz. E' composta dai 71 disegni e dal solo dipinto ad olio giunto fino a noi, tutti provenienti dal Muzeum Literatury di Varsavia.
"...i primordi del mio disegnare -scrive Schulz in una lettera- si perdono in una foschia mitologica. Non sapevo ancora parlare e già ricoprivo tutti i fogli e i margini delle gazzette di scarabocchi che detestavano l'attenzione dell'ambiente circostante...". Genio autodidatta, Schulz anticipa con la sua attività figurativa che risale alla primissima infanzia, i temi presenti poi nella sua produzione letteraria -esasperazione grottesca, esuberanza metaforica, espressionismo tagliente.
La mostra ha il pregio di raccogliere i suoi famosi autoritratti e molte delle incisioni realizzate con la tecnica del cliché-verre tratte dal Libro Idolatrico, il suo primo lavoro maturo del periodo 1920-1922. Inoltre sono presenti anche 23 pannelli didascalici che illustrano la vita in Galizia al tempo di Schulz, i legami dell'artista con le avanguardie europee tra le due guerre mondiali e i rapporti tra le opere grafiche di Schulz e i suoi scritti.
La presenza di Schulz nella cultura contemporanea è andata crescendo nel corso degli anni. Film, opere teatrali, presenze letterarie che si richiamano alla sua figura si sono andate moltiplicando; e la compresenza di archetipi ebraici, di cultura asburgica, di vita quotidiana in una terra storicamente multietnica come la Galizia, rappresentano una mescolanza che non cessa di affascinare la cultura contemporanea, e hanno fatto dello scrittore polacco una delle figure più amate e studiate del Novecento.
Bruno Schulz, assieme a Gombrowicz e a Witkiewicz è stato tra gli innovatori più validi della prosa moderna. Nato da una famiglia di mercanti ebrei a Drohobycz nel 1892, allora cittadina della Galizia asburgica, poi città polacca e infine ucraina, Schulz visse come insegnante di disegno, mantenendo tuttavia rapporti con le avanguardie polacche ed esponendo i propri disegni, sintesi di un mondo nel quale il sogno si mescola con la realtà . Nel corso degli anni Trenta, Schulz cominciò a raccontare questo mondo fantastico attraverso la scrittura, assumendo istantanea notorietà negli ambienti letterari. Nel 1941, all'arrivo dei nazisti, Schulz venne confinato nel ghetto di Drohobycz; l'anno dopo fu ucciso per strada da un ufficiale nazista, pochi giorni prima della possibile fuga organizzata dagli amici polacchi. Schulz è autore di due raccolte di racconti Le botteghe color cannella (1934) e Il sanatorio all'insegna della clessidra (1937).
Ingresso mostra Bruno Schulz dal lunedì al sabato ore 15.30 21, la domenica ore 15.30 - 19.00
£ 12.000 intero, £10.000 ridotto
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informazioni Ufficio Stampa Maria De Barbieri, Laura Grendanin tel. 010 2487011