Berenice Darrer e Gabrielle De Montmollin
Berenice Darrer e Gabrielle De Montmollin
Sotto il titolo Un mondo di bambole vengono presentate due distinte
personali: quella che vede in parete i dipinti della Darrer occupa il
piano terra della civica galleria, mentre l’altra che ordina le fotografie
della de Montmollin si snoda al primo piano. Le due esposizioni sono fra
loro accumunate idealmente dal tema della “bambola" sottilmente sviluppato
dalle due artiste con peculiare quanto imprevedibile sentimento femminile.
Berenice Darrer
E' nata nel 1976 a Windhoek in Namibia e a soli sei anni si e' trasferita a
Vienna, dove ha studiato pittura, cinema d’animazione, arti tessili e dove
tuttora risiede e lavora. Come pittrice espone solo dal 2000, ma in pochi
anni Berenice Darrer ha saputo affermare la sua creativita' pittorica,
diventando una delle giovani punte di diamante della prestigiosa galleria
internazionale di Ernst Hilger.
Berenice Darrer dipinge quasi solo donne: figure sinuose di giovani
donne, piu' o meno svestite, a proprio agio in ambienti per lo piu'
naturali. Sorridenti, gioiose, felici. Belle proprio in quanto felici,
gioiose, sorridenti. Quello raccontato da Berenice e' un gineceo beato
dove tutte le fanciulle sono “Bambole"- (e che bambole viene da dire,
citando non a sproposito un vecchio hit di Fred Buscaglione) capaci di
vivere pienamente, al massimo la loro esistenza, la loro giovinezza, la
loro avvenenza. Si ergono nude nella neve candida in mezzo agli alti
monti mentre attorno a loro saettano discreti sciatori, come fatine della
natura giocano maliziose tra farfalle svolazzanti e foreste di papaveri e
funghi giganteschi, si aggirano per prati alpini popolati da contadini
insensibili ad ogni tentazione, si immergono nelle acque di laghetti
paradisiaci. E sorridono sempre.
Gli oli di Beatrice Darrer emanano una gioia di vivere totale: quelle
carni piene, quei nasini rotondi e impertinenti, quelle bocche
spensierate, quei cieli blu, quelle nuvolette luminose, quei fiori rossi,
quelle foglie verdi che piu' verdi non si puo', ci ricordano l’eta' dell’oro
di quando eravamo bambini, quando la meravigliosa ingenuita' dell’infanzia
induce spontaneamente all’ottimismo. Con le sue pennellate dense e
cremose, dai contrasti elettrizzanti, invitanti come un gelato o un
lecca-lecca ( che certe tele verrebbe voglia di leccarle) Berenice Darrer
ci ritrasforma tutti in compagni di giochi, in bambini felici intenti a
guardare le ondeggianti Silly Symphonies disneyane: la vicenda delle
stagioni, il girotondo del sole del sole e della luna, la danza delle
ore, il battito del nostro cuoricino eccitato.
E anche quando Berenice abbandona le ambientazioni della natura per
svagarsi in interni le sue fortunate “bambole" giocano in perfetta
letizia, persino alla roulette dove salgono a carponi sul tavolo verde e
irrefrenabili spargono in giro montagne di fiches vincenti.
Tutto in questo mondo di sole donne allestito da Berenice e' pulito,
bellissimo, spensierato, giocoso: le allegrie di Berenice Darrer
raccontano la gioia assoluta di abitare un corpo di donna.
La mostra e' accompagnata dal catalogo dell’editore Sometti di Mantova con
testi critici di Ferruccio Giromini e Roberto Roda.
Gabrielle De Montmollin
E' nata nel 1954 a Toronto in Canada, da genitori svizzeri. Ha frequentato
la Jarvis Collegiate a Toronto, l’International School di Ginevra in
Svizzera e la Carleton University in Ottawa. Dal 1979 al 1986 ha lavorato
per la televisione (Canadian Broadcasting Corporation) e per il cinema
indipendente. Nel 1986 ha deciso di concentrarsi sulla fotografia
iscrivendosi ai corsi del Ryerson Polytechnic Institute e dell’Ontario
College of Art, specializzandosi nella fotografia in bianco e nero. Ha
esposto prevalentemente in Canada e in Francia. Sposata con l’artista Tony
Calzetta, vive e lavora a Toronto.
Se il mondo di bambole raccontato dalla Darrer ci appare solare e
giocoso, quello di Gabrielle de Montmollin e' un universo femminile lunare
dove regna sottile il mistero. Anzi il fascino delle immagini
fotografiche di Gabrielle sta proprio nelle sensazioni di inquietudine
che riescono a trasmettere. Un’angoscia indefinibile eppure palpabile. La
fotografa, alla sua prima mostra italiana, racconta un universo femminile
fatto di “bambole" rielaborate artisticamente e trasformate in personaggi
graffianti. L’artista usa i giocattoli per generare allegorie della
natura femminile e dar vita a complessi universi onirici.
Le sue bambole
abitano paesaggi di fantasia dando origine a composizioni visive dove la
suspence non e' a volte disgiunta da un sottile humour. L’artista lavora
per serie e la mostra ne presenta diverse, The meticulous construction of
the tranquill life of Amazons (1992-1994), Leading Ladies (1995-1997),
Miss Milligan and La belle Lucie, at the dance (2002), Bird Women (2004).
Il titolo delle stesse non descrive le immagini che le compongono, ma ne
completa il senso. Apparentemente slegato dal soggetto ritratto, il
titolo della sequenze e' a volte scelto dall’artista solo a lavoro
ultimato e a detta dell’autrice spesso in base a cio' che il suono le
trasmette.
La mostra e' posta sotto il patrocinio dell’Ambasciata del Canada ed e'
accompagnata da un catalogo edito dall’editore Sometti di Mantova.
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Garibaldi, 9 - Bondeno (FE)