Punti di fuga. In mostra incisioni degli anni '90 dell'artista e architetto russo in cui l'annullamento degli elementi architettonici, quasi fossero risucchiati o emanati dai punti di fuga, produce nell'osservatore una sorta di sospensione spazio-temporale.
Punti di fuga
Il 7 febbraio 2006 la Galleria Nina Lumer inaugura la seconda tappa del ciclo "Arte
e Scienza", con cui ha aperto la sua attivita' nel novembre 2005. In mostra una
personale dell'artista e architetto russo Aleksander Brodsky. Il ciclo mira ad
esplorare, nell'incontro tra arte e scienza, quel confine, molto precario, tra
immaginazione e percezione fondamentale per l'emergere della creativita' artistica.
In Unione Sovietica, in un clima di vita pubblica e ufficiale in cui anche la
quotidianita' del cittadino era proiettata verso una dimensione collettiva, artisti,
tra cui Aleksander Brodsky, hanno reagito a questa tendenza attraverso forme d'arte
che privilegiavano l'autonomia creativa del singolo. In questo contesto storico
Aleksander Brodsky ha sviluppato quel linguaggio artistico che oggi lo rende uno dei
massimi esponenti della vita culturale moscovita contemporanea.
Aleksander Brodsky, nato a Mosca nel 1955, e' architetto di formazione; vive a Mosca,
dove esercita la professione come uno degli architetti piu' amati e premiati della
Russia di oggi, portando, come scrive Vitalij Komar: "la sua grande immaginazione di
artista visivo nel mondo dell'architettura". Tra i suoi ultimi lavori artistici: The
Canal Street Subway Project commissionato dal Public Art Fund (New York 1996),
Palazzo nudo (Pittsburgh 1999), Koma (Mosca 2000, progetto vincitore del
Premio-Milano 2001), Vodka Drinking Pavilion (Art Kljazma, Mosca 2003).
Architettura di carta
Aleksander Brodsky e' stato, negli anni '80, uno dei maggiori esponenti del movimento
Bumazhnaja Architektura (Architettura di carta). In quegli anni di stagnazione
brezhneviana e agli albori della perestrojka, un gruppo di giovani architetti
moscoviti si libero' da quella forma di amnesia culturale collettiva colpevole di
un'arte e un'architettura standardizzate e autocelebrative, scegliendo di lavorare
piuttosto in una dimensione parallela di progetti puramente di carta. Sintesi di
elementi architettonici, grafici, letterari, umani e naturali, queste fantasie
architettoniche si proponevano come fenomeno culturale autonomo. Nonostante la non
ufficialita' in patria, i giovani architetti dell'Istituto MArchI di Mosca si
garantirono sopravvivenza e fama partecipando, anche illegalmente, ai concorsi di
idee internazionali indetti da UNESCO, OISTAT e riviste come Architectural Design,
Domus e Japan Architect.
Punti di fuga
A differenza delle utopie visionarie del Costruttivismo degli anni '20 in cui l'idea
utopica del tempo era l'eternita' espressa attraverso il simbolo, le architetture di
carta di Aleksander Brodsky (le incisioni degli esordi, cosi' come quelle
contemporanee) partono da un punto di vista relativo, sono il prodotto di una
vertigine di pluralismo di punti di vista: la forma non e' lo scopo del disegno ma
perde il suo significato simbolico, e la composizione diventa un intreccio di
infinite possibilita' combinatorie. La profezia stilistica lascia spazio al gioco di
forme e stili: se l'idea utopica del tempo, negli anni '20, era l'eternita', questi
progetti sono invece episodi temporanei. Come Aleksander Brodsky e Ilya Utkin hanno
scritto in un'incisione realizzata a quattro mani nel 1986, Nameless River: "It
signifies neither the beginning nor the end of anything; the boundary between the
past and the future slips forward continually. The boundary is ourselves". Siamo noi
stessi a determinare il confine tra passato e futuro, e' quello che il Premio Nobel
Gerald Edelman ha definito il presente ricordato: "e' l'esperienza passata che
contribuisce a formare la mia consapevolezza integrata di questo singolo momento".
In mostra alla galleria Nina Lumer incisioni degli anni '90 in cui l'annullamento
degli elementi architettonici, quasi fossero risucchiati o emanati dai punti di
fuga, produce nell'osservatore una sorta di sospensione spazio-temporale che
determina la rivalutazione dell'istante e del punto di osservazione. A ribadire il
concetto dell'Architettura di carta questi lavori non sono rappresentazioni ne' del
passato ne' del futuro ma sono un momento nel tempo e nello spazio.
Spazio e tempo
Spazio e tempo sono i riferimenti attraverso i quali si costruisce la percezione
cosciente del mondo e del proprio essere in esso, le condizioni in base alle quali
tutti gli uomini devono necessariamente percepire gli oggetti e la coscienza di se'.
La categorizzazione spazio-temporale e' la base della distinzione tra oggetti
percepiti e oggetti di pensiero (l'essenza delle cose) e cosi' le opere di Aleksander
Brodsky, lontane dalla possibilita' di essere definite all'interno di una prospettiva
spazio-temporale, diventano un chiaro esempio di rappresentazione del delicato
confine tra immaginazione e percezione che intimamente unisce arte e scienza.
Le opere di Aleksander Brodsky sono presenti in numerose collezioni pubbliche e
private, tra cui: Institute of Contemporary Art, Boston, Massachussetts; Museum of
Modern Art, New York; Museum of Contemporary Art, Chicago, Illinois; Pushkin State
Museum of Fine Arts, Moscow; San Diego Museum of Contemporary Art, San Diego,
California; Withney Museum of American Art, New York.
Inaugurazione: 7 febbraio 06 ore 18.30. L'artista sara' presente all'inaugurazione
Galleria Nina Lumer
via botta 8 - Milano
Orario: martedi'-venerdi' 15-20; sabato e mattine su appuntamento