Galleria Miralli - Portico della Giustizia Sec. XII
Viterbo
via S. Lorenzo, 57
0761 340820
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Chung Eun-Mo
dal 18/2/2006 al 2/3/2006

Segnalato da

Galleria Miralli



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Chung Eun-Mo



 
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18/2/2006

Chung Eun-Mo

Galleria Miralli - Portico della Giustizia Sec. XII, Viterbo

Antica innocenza. Nei suoi dipinti l'artista lavora sia sullo spazio esterno all’opera, sia sulle luci, le ombre e le proiezioni metafisiche. La pittrice miscela cultura e sensibilita' orientale con una concezione dello spazio-colore occidentale.


comunicato stampa

Antica innocenza

La pittrice Chung Eun-Mo, nata a Seoul (Corea), negli anni Settanta si e' diplomata in architettura a New York, dove ha vissuto durante la sua prima giovinezza.

Nel 1987 ha cominciato a vivere in Italia, dove lavora, in Umbria, da piu' di dieci anni. La sua casa studio, nella campagna di Terni, e' un luogo bianco, luminoso, ascetico. Le stanze sembrano (e forse sono) senza porte e le sue opere spesso tonde, trapezoidali o a losanga, cantano sui muri bianchi come note su un pentagramma. Lo spazio di Chung e' essenziale, metafisico, per una pittura che trasmette prima di tutto un senso di armonia e di pace.

Premesso questo, ritengo che la lezione che la pittrice coreana ci comunica sia molto significativa. Dimostra infatti quale risultato di alta qualita' si possa ottenere miscelando sapientemente una cultura e una sensibilita' cosi' lontana dalla nostra come quella orientale, con una concezione dello spazio-colore occidentale. Mi sono subito chiesto quale segreto percorso permettesse alle opere di Chung Eun-Mo di essere cosi' perfettamente in sintonia con entrambe le sue radici culturali.

L’artista mi ha parlato del proprio interesse formale per il Suprematismo russo del secolo scorso, ma anche della fascinazione subita dall’architettura di citta' come Firenze e Roma. Probabilmente anche dagli spazi dipinti sullo sfondo di certi affreschi di primitivi toscani (non a caso l’artista ha vissuto vicino a Cortona, prima di arrivare in Umbria).

Chung Eun-Mo dunque, lavora sia sullo spazio esterno all’opera, che reinventa l’ambiente secondo la lezione di Malevič, sia sulle luci, le ombre, le proiezioni metafisiche di un’architettura che conosce Leon Battista Alberti. Queste sono le radici del talento di questa pittrice.

Il risultato e' di un rigore, di una sintesi, di una eleganza straordinaria. Come considero straordinaria la capacita' dell’artista di rinnovare dall’interno i “modi" dell’astrazione geometrica. Cosa che fa con i mezzi piu' semplici: facendo scattare un audace accostamento di colore, inserendo una falsa prospettiva, uno spicchio di luce che diventa una porta aperta sull’infinito, mentre un architrave incornicia un indefinibile colore di cielo. E chissa' se Chung ha amato e visto la “Citta' ideale" di Piero della Francesca. Forse si'. Sicuramente conosce le piazze metafisiche di De Chirico, di cui mi ha citato una frase sulle tecniche pittoriche.

Concludendo, credo che si debba a una spregiudicata attenzione per i grandi temi della pittura italiana in particolare e di quella occidentale in generale, la resa cosi' fresca e originale dell’arte di Chung. Forse perche' i suoi occhi sanno nutrirsi, come lei stessa ha dichiarato, di un’antica innocenza. O forse perche' questo suo candore le permette di captare quanto ancora di nuovo si possa dire (o si possa aggiungere) nel campo dell’astrazione geometrica. Un campo in cui, prima dei quadri di Chung Eun-Mo, sembrava improbabile poter dire ancora qualcosa di nuovo. Sandro Barbagallo.

Inaugurazione Domenica 19 Febbraio ore 11,00 (Palazzo Chigi, via Chigi, 15 - Viterbo)

Galleria Miralli
Via San Lorenzo, 57 - Viterbo

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